Intervista a Ilenia Procicchiani, Industrial Sales Manager Italy, Spain & Portugal
Siamo a Eima, la domanda è d’obbligo: quali sono le impressioni a caldo?
«Abbiamo rilevato una grandissima voglia di vedersi, di incontrarsi, ma non è solo questo. All’interno della fiera emerge con chiarezza la transizione tecnologica in atto, si inizia a ragionare in maniera concreta sull’elettrificazione e sui carburanti alternativi».
Volvo Penta come si sta ponendo dinnanzi a questi cambiamenti?
«Volvo Penta sta puntando su tre macro tecnologie: elettrificazione, carburanti alternativi e celle combustibili. L’azienda si è prefissata l’obiettivo di azzerare le emissioni in tutta la value chain e pertanto si sta lavorando sull’approvvigionamento dell’energia, sulla produzione e sul prodotto».
In tema di elettrificazione come vi state muovendo?
«Da parte nostra è importante iniziare a parlare con i clienti, a stabilire un rapporto di partnership. Volvo Penta desidera approcciarsi come fornire di un sistema, dunque non solo come fornitore di componentistica, in modo da instaurare una collaborazione a 360 gradi. Stiamo presentando la nostra soluzione ad alcuni costruttori, nella consapevolezza che si tratta di un sistema che si adatta alle specifiche esigenze».
E sul fronte dei carburanti alternativi?
«Al Bauma di Monaco, alla fine di ottobre, abbiamo presentato il nostro D8 stage 5 rivisitato in chiave idrogeno (nella foto sopra). Grazie alla partnership tecnologica con CMB.Tech abbiamo infatti potuto sviluppare un kit di idrogenizzazione: nella pratica, si tratta di una soluzione che permette al nostro motore Diesel di andare anche a idrogeno».
Quali sono i vantaggi della configurazione dual fuel idrogeno-diesel?
«Per quanto ci riguarda si tratta di una tecnologia che ci permette di abbracciare clienti diversi, anche coloro che non potranno contare su un approvvigionamento costante di idrogeno. In altre parole, siamo in grado di introdurre l’idrogeno in luoghi con configurazioni infrastrutturali variabili, o proporlo a clienti che stanno compiendo nuovi passi verso la decarbonizzazione senza influenzare/interrompere le operazioni già pianificate. Questo perché la macchina è in grado di continuare a funzionare con il diesel, nel caso in cui la fornitura di idrogeno si esaurisca, quindi l’uptime non viene influenzato».
In termini di investimento di che cosa stiamo parlando?
«È una configurazione che consente alle aziende di capitalizzare gli investimenti preesistenti: il passaggio è infatti abbastanza semplice, occorrono modifiche minime all’impostazione della macchina e l’installazione di catena cinematica/trasmissione».
Perché la soluzione è stata sviluppata in partnership?
«Perché così si creano sinergie che offriranno ai clienti un maggiore accesso a questa importante tecnologia. Attraverso questa partnership acceleriamo la nostra capacità di fornire a clienti Volvo Penta selezionati soluzioni robuste, affidabili ed efficienti che riducono le emissioni di gas serra«.
Il mondo della meccanizzazione agricola è pronto alle nuove tecnologie?
«Notiamo molto interesse, ma al contempo bisogna rilevare che il settore non è ancora del tutto maturo per una serie di motivi, tempistiche e stagionalità in primis. Per esempio, se pensiamo al segmento delle raccogli-pomodori, che come è noto lavorano 24 ore su 24, sette giorni su sette, per un periodo molto limitato, è difficile immaginare che l’autonomia non rivesta un ruolo fondamentale. Per i carri miscelatori, invece, che lavorano in determinati orari, con una precisa programmazione, è più facile pensare a un processo di elettrificazione più semplice e immediato. È quindi un discorso di applicazione, perché in generale il settore sta affrontando il tema della sostenibilità in maniera molto seria».
D’altro canto anche le trazioni tradizionali sono sostenibili
»Certo. La nostra gamma stage 5 è una gamma molto evoluta, che garantisce bassissime emissioni, ma che ha anche un TCO molto basso, basti pensare che l’intervallo di manutenzione dei nostri motori è di mille ore. Sono motori che quindi garantiscono, al tempo stesso, sostenibilità, continuità e bassi costi di gestione. Inoltre possono essere utilizzati con i carburanti alternativi, come l’HVO, e il biodiesel (rispettando determinate percentuali a seconda del motore) i quali abbassano ulteriormente le emissioni. Il presente, quindi, è già sostenibile».
E sull’altro grande tema del momento, ossia la connettività?
«Oggi la raccolta dati è fondamentale per poter soddisfare le esigenze dei clienti. Riduce infatti i down-time e ci permette di fornire dei servizi. Il nostro obiettivo è dare al cliente dei servizi utili per la specifica applicazione. Nel caso dell’agricoltura, poter prevenire il fermo-macchina, poter ridurre i tempi di intervento, ha una valenza fondamentale. In questo caso notiamo molta maturità nel settore, oggi l’operatore nota l’assenza di connettività, perché gli manca uno strumento che oramai viene dato per scontato».
Infine, una riflessione sul mercato Italia. Come sta andando?
«Quello italiano è un mercato in crescita, negli ultimi due anni siamo cresciuti di circa il 20%. Nello specifico, Volvo Penta Italia ha chiuso il 2021 con il 30% in più sul 2020 e il 2022 chiuderà con un altro 15% in più rispetto al 2021. Un incremento rapido dovuto sia all’acquisizione di nuovi clienti, sia al consolidamento della quota di mercato».
Il 2023 che anno sarà?
«Sarà un anno con una domanda molto alta rispetto al 2022, ci aspettiamo un incremento del 20%, in totale. Il settore del gruppo elettrogeno è influenzato pesantemente dai problemi energetici attuali: i clienti vogliono assicurarsi l’approvvigionamento dell’energia, e il gruppo elettrogeno è sicuramente la soluzione per garantire autonomia e continuità. La domanda negli ultimi mesi è esplosa e non osserviamo un cambio di rotta. Ci aspettiamo un’ulteriore crescita anche nel corso del prossimo anno».
© Emanuela Stìfano