Un fiorire di iniziative da parte delle associazioni che rappresentano le imprese agromeccaniche sta caratterizzando gli ultimi due mesi dell’anno.
CONTOTERZISTI E AGRICOLTORI: UNA NUOVA ERA TECNOLOGICA PER FARE IMPRESA
Lo scorso 26 novembre è stata la volta di Uncai, l’Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali, che ha organizzato a Bologna, a Fico Eataly World, il primo Forum Contoterzisti sul tema “Contoterzisti e agricoltori: una nuova era tecnologica per fare impresa”, in collaborazione con New Holland, Timac Agro Italia, Intesa San Paolo e Agrilinea tv.
L’incontro, affrontando il tema da diverse prospettive (tecnica, economica, organizzativa e di sostenibilità ambientale), ha offerto l’occasione per approfondire il possibile impatto del contoterzismo sull’agricoltura italiana dei prossimi anni, con l’obiettivo di delineare eventuali scenari futuri e proporre visioni di policy europee e nazionali.
INNOVAZIONE CHE VA REMUNERATA
Davanti a un pubblico di 400 contoterzisti, Aproniano Tassinari (nella foto sopra), presidente di Uncai, ha aperto il convegno rimarcando l’assenza del ministero delle Politiche agricole. «Dispiace che ad un evento come questo, in cui si delinea il futuro dell’agricoltura italiana – sono state le sue parole – , nessuno al ministero dell’Agricoltura abbia trovato il tempo per partecipare, nonostante i nostri numerosi inviti. Prendiamo atto dell’interesse».
«In un contesto di sviluppo tecnologico velocissimo, in cui le soluzioni disponibili sono sempre più varie – ha proseguito Tassinari – al contoterzista è riconosciuto da tutti l’importante ruolo di portare nelle piccole aziende agricole le innovazioni. È altrettanto vero però che questa innovazione deve essere remunerata per essere sostenibile. I contoterzisti non chiedono tuttavia di essere inseriti nei Psr per farsi finanziare l’acquisto delle macchine bensì di avere un riconoscimento concreto dalle istituzioni nazionali ed europee attraverso misure e finanziamenti dedicati a loro».
In assenza del ministro, a rappresentare le istituzioni è intervenuta l’assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna Simona Caselli (nella foto sopra) che ha consigliato di puntare ancora sull’iper ammortamento, visto che questo strumento ha dato una boccata di ossigeno a molte aziende. Pertanto, ha suggerito l’assessore, le associazioni di categoria dovrebbero far sentire la propria voce a Roma affinché le società contoterzi agricole siano mantenute tra i destinatari di questo tipo di aiuti per la digitalizzazione delle imprese che in agricoltura è gestita soprattutto dai contoterzisti.
A sua volta il consigliere Uncai Giuliano Oldani ha fatto presente che c’è il tempo per inserire nella nuova Pac la possibilità di finanziare le aziende agricole che introducono l’innovazione acquistando mezzi agricoli o, in alternativa, specifici servizi agromeccanici in grado di rendere più sostenibile e produttivo il settore.
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE
Della connessione tra innovazione e sostenibilità ambientale e sociale hanno parlato Duccio Caccioni (Comitato scientifico di Fondazione Fico), il direttore generale di Confagricoltura Franco Postorino, Carlo Lambro (Brand president New Holland) e Pierluigi Sassi (vice presidente Groupe Roullier Zone Italie-Timac Agro).
SICUREZZA E REVISIONE DEI MEZZI AGRICOLI
Sicurezza e revisione dei mezzi agricoli hanno rappresentato, com’era prevedibile, uno dei temi “caldi” dell’incontro, con interventi del presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti, di Vincenzo Laurendi (Dipartimento Innovazione Tecnologica Inail), di Alessandro Gandini (Regione Emilia Romagna, dipartimento Competitività imprese agricole e agroalimentari) e di Carlo Zamponi (vice presidente Unacma – Unione Commercianti Macchine agricole).
Firmato il decreto ministeriale del 20 maggio 2015 che impone la revisione obbligatoria dei trattori (per verificarne l’idoneità a circolare e la sicurezza per l’operatore), il secondo decreto attuativo non è mai arrivato. Tre anni e mezzo in cui gli agricoltori hanno vissuto il paradosso di trovarsi fuorilegge, ma nell’impossibilità di mettersi in regola.
ENTRO FINE ANNO I DECRETI ATTUATIVI, PAROLA DEL MINISTRO
Ora però c’è una novità. Durante Eima 2018 il ministro dell’Agricoltura ha affermato che entro fine anno i decreti attuativi relativi a questa materia saranno approvati. E dunque – ha sottolineato il presidente di FederUnacoma (nella foto sopra) – a partire dal 2019 potrebbe iniziare quel percorso di revisione che ha come obiettivo principale quello di ridurre le morti e gli infortuni nelle aziende agricole.
Sarebbe facile fare dell’ironia se anche questa volta alle parole spese dal Mipaaf non seguissero i fatti. Ma il Mipaaf e la politica sono liberi, e ci mancherebbe altro, di seguire i fatti che più credono importanti per il Paese e la società.
I fatti che il mondo agricolo conosce però sono che «ogni anno in Italia muoiono cento agricoltori mentre lavorano sul trattore ed altri ancora rimangono gravemente feriti. Tre quarti degli incidenti sono dovuti al ribaltamento del mezzo. È una situazione alla quale dobbiamo dire basta. In Germania, dove il numero dei decessi era simile a quello italiano, sono stati ridotti drasticamente dopo l’introduzione della revisione obbligatoria», ha rimarcato Laurendi.
UN PROVVEDIMENTO CHE “SFIORA” I CONTOTERZISTI
«Incidenti che raramente vedono coinvolti i contoterzisti, perché fa parte del loro lavoro rinnovare spesso il parco macchine e affidarsi a trattoristi esperti, tutt’altro che improvvisati», ha puntualizzato il presidente di Contoterzisti Umbria Sergio Bambagiotti ricordando che la revisione interesserà soprattutto chi possiede e usa trattori obsoleti, poco efficienti e pericolosi. Interesserà quindi i contoterzisti nella misura in cui permetterà una reale valorizzazione dell’usato. Insomma, grazie alla revisione i contoterzisti potrebbero vendere meglio i propri mezzi, in genere in perfetto stato, al momento di sostituirli con nuovi.
«Con il meccanismo della revisione si può avere la certificazione che quella macchina è a norma o non a norma. Una macchina revisionata può entrare nel mercato dell’usato togliendo moti problemi che i commercianti hanno nel gestire l’usato. Equivale quindi a valorizzare il patrimonio aziendale», ha evidenziato Gandini.
Cifre alla mano, a detta di Laurendi (nella foto sopra), un parco macchine enorme e vecchio, sommato ad un basso turnover (solo 19mila trattori immatricolati nel 2017) rendono la revisione necessaria.
Certo, per molte aziende agricole questo significa rottamare dei mezzi, ma è l’intero settore che sta andando verso una maggiore efficienza e sicurezza dei mezzi. Basti pensare che la Mother Regulation europea prevede la revisione delle macchine nuove dopo quattro anni dall’immatricolazione, per i veicoli con velocità di progettazione superiore a 40 chilometri orari.
NUMEROSE DIFFICOLTÀ PER LA FASE OPERATIVA
Resta però da capire come effettuare concretamente le centinaia di migliaia di revisioni necessarie a mettere in sicurezza il parco trattori italiano.
Il ministero dell’Agricoltura, insieme a quello dei Trasporti, della Salute e all’Inail, dovranno trovare la quadra per identificare sul territorio le officine in grado di verificare i requisiti minimi per la circolazione dei mezzi (presenza di luci e segnaletica, freni e sterzo funzionanti, etc.) e per la sicurezza dell’operatore (innanzitutto cinture di sicurezza e roll bar). Ma «quante officine potranno intervenire su mezzi agricoli totalmente diversi, dal trattore alla mietitrebbia alla raccoglitrice di tabacco?», si è chiesto Bambagiotti.
L’ACCORDO CON UNACMA PER IL RICONOSCIMENTO DELLE OFFICINE CERTIFICATE
Si inserisce in questo contesto il protocollo d’intesa per il riconoscimento delle officine certificate della rete Unacma Roc (Rete Officine Certificate) siglato nel corso del Forum da Uncai e Unacma, l’Unione nazionale dei commercianti di macchine agricole.
Com’è noto, il network, unico in Europa nel comparto della meccanizzazione agricola, intende creare e consolidare nel tempo una rete di officine valutate e certificate, composta solo da operatori professionali quali concessionari, rivenditori ed officine specializzate del settore macchine agricole, giardinaggio e manutenzione del verde, forestale, impianti ed accessori per l’allevamento e per l’agricoltura in genere, che hanno dimostrato di avere acquisito conoscenza (delle leggi e norme), competenza (su quello che c’è da fare) e capacità (nel saperlo fare).
«L’obiettivo è farsi trovare pronti al momento dell’emanazione dei decreti attuativi che dovrebbero dare il La alla revisione delle macchine agricole e offrire in questo modo ai contoterzisti indirizzi sicuri ai quali rivolgersi. Ma invito anche tutti i contoterzisti presenti qui a chiedere alle loro officine di fiducia di aderire a Unacma Roc”, ha dichiarato il presidente di Tassinari al momento della forma del protocollo (nei giorni precedenti era stata un’altra associazione di settore, la Confederazione degli agromeccanici e agricoltori italiani Cai, a siglare il protocollo d’intesa con Unacma per condividere il progetto Unacma Roc, vedi link).
«I passi che le officine devono compiere per aderire alla rete Unacma Roc sono seri e prevedono corsi di formazione e aggiornamento con docenti dell’Inail, standard etici e strutturali di alto livello e visite programmate e a campione alle officine da parte di un ente certificatore – ha affermato a sua volta il vice presidente di Unacma Carlo Zamponi –. Ci auguriamo che l’iniziativa venga sposata da tutti i soggetti del settore, proprio perché è ciò che concretamente serve per dare sicurezza sul lavoro e nei campi».
UN CODICE ETICO PER I CONTOTERZISTI
Da segnalare infine un’altra iniziativa illustrata nel corso del Forum Contoterzisti. Su proposta di Uncai, l’Accademia Nazionale di Agricoltura lavora a un codice etico che promuova la responsabilità delle imprese agromeccaniche nella creazione di valori aggiuntivi per tutti gli stakeholder «perché la loro soddisfazione permette di instaurare un rapporto di reciproca fiducia e collaborazione indispensabile per il perseguimento del bene comune», ha evidenziato il presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura Giorgio Cantelli Forti.
L’idea è di avallare attraverso il logo dell’Accademia Nazionale di Agricoltura l’eccellenza di quelle imprese agromeccaniche che trasferiscono il loro obiettivo dal perseguimento del massimo profitto a quello del massimo valore.
«L’obiettivo è fare massa critica con tutte le accademie italiane di agricoltura che, federate in un Consiglio Superiore Accademico, certifichino insieme, una sola volta e con autorevolezza le eccellenze italiane del comparto» ha concluso Cantelli Forti.
Fonte: Uncai