In linea con il trend dei principali mercati trattoristici europei anche nel Regno Unito, dopo la positiva performance del 2021, le immatricolazioni di trattori hanno fatto segnare lo scorso anno una flessione, seppure contenuta.
Stando alle cifre fornite da AEA (The Agricultural Engineers Association), l’associazione nazionale che rappresenta i produttori e gli importatori di macchine agricole, nel 2022 sono stati immatricolati nel Paese 11.580 nuovi trattori agricoli, un dato pur rappresentando un calo di quasi il 4 per cento rispetto alle 12.017 unità immatricolate nel 2021 si conferma nella media degli ultimi cinque anni.
È probabile però, evidenzia AEA, che le immatricolazioni non riflettano appieno l’andamento della domanda ma risentano delle frequenti interruzioni della catena di approvvigionamento globale, dovute principalmente sia a un effetto a catena della pandemia di Covid-19 sia al conflitto tra Russia e Ucraina scoppiato nel febbraio 2022.
Sempre a detta di AEA proprio a causa degli stop della supply chain i costruttori non sarebbero stati in grado di tenere il passo con la domanda riuscendo a evadere nell’arco dell’anno tutti gli ordini ricevuti, il che avrebbe provocato lo slittamento delle consegne (e quindi delle immatricolazioni) di un buon numero di macchine dal 2022 ai primi mesi del 2023.
UN ANDAMENTO A FASI ALTERNE, CON UN POSITIVO ULTIMO TRIMESTRE E UNA BUONA PARTENZA DEL 2023
Il trend delle immatricolazioni nel corso del 2022 è stato piuttosto discontinuo, caratterizzato da cadute e risalite L’anno è iniziato in negativo con le immatricolazioni in calo del 13,8 per cento a gennaio a 500 unità e del 3,9 per cento a febbraio a 571 unità. Nel mese di marzo sono stati immatricolati 1.976 trattori che, pur rappresentando il dato più alto dell’intero anno, hanno segnato una flessione del 5,2 per cento. Il dato del primo trimestre, corrispondente a 3.047 macchine, evidenzia un calo del 7,0 per cento rispetto al primo trimestre del 2021.
Se aprile e maggio hanno segnato una decisa ripresa con rispettivamente 1.152 (+14,2%) e 1.283 (+16,3%) unità immatricolate, nel mese di giugno il mercato è tornato a subire un massiccio calo fermandosi a 938 unità (-36,4%).
In rosso anche il bilancio dell’estate, seguita da una forte crescita a ottobre con 926 unità (+25,3%) e a novembre con 728 unità (+34,3%) e, nonostante il calo registrato a dicembre, nell’ultimo trimestre del 2022 il numero di trattori agricoli immatricolati si è collocato al di sopra del livello dell’anno precedente. Un andamento positivo che è proseguito a gennaio 2023 con 644 trattori immatricolati e un incremento del 28,8 per cento anno su anno.
POTENZA MEDIA IN LEGGERO AUMENTO MA SOTTO IL RECORD DEL 2020
La potenza media dell’intero ammontare dei trattori agricoli immatricolati nel Regno Unito nel 2022 è risultata di 168,4 cavalli, leggermente superiore a quella dell’anno precedente ma al di sotto del record raggiunto nel 2020 con 171 cavalli.
«Ci sono segnali che la tendenza al rialzo a lungo termine delle potenze dei trattori abbia subito un rallentamento negli ultimi anni – sostiene l’AEA – anche se le diffuse interruzioni dall’inizio della pandemia potrebbero avere influito».
Analizzando le singole fasce di potenza, il calo più forte delle immatricolazioni è stato registrato per le macchine sotto i 140 CV (13% in meno rispetto all’anno precedente, mentre nel segmento sopra i 140 CV c’è stato un aumento delle immatricolazioni rispetto al 2021, nonostante la flessione subita dalle trattrici più grandi, quelle sopra i 260 CV, che rappresentano poco più del 6 per cento delle immatricolazioni totali.
Per quanto riguarda infine l’andamento del mercato su scala regionale, le immatricolazioni sono risultate in calo nella maggior parte delle regioni inglesi, ad eccezione della Home Counties (inclusa Londra), dello Yorkshire, dell’Humber e della West Midlands.
Le tre regioni con il maggior numero di immatricolazioni – il Sud-Ovest, l’Est dell’Inghilterra e il Nord-Ovest – hanno registrato tutte cali anno su anno tra il 2021 e il 2022, sebbene il calo più marcato sia stato registrato nel Sud-Est.
Anche in Scozia e nel Galles le immatricolazioni hanno evidenziato una flessione nell’ultimo anno, mentre in Irlanda del Nord si è verificato un leggero incremento, da attribuire al forte aumento delle immatricolazioni nell’ultimo trimestre dell’anno, che ha segnato un’inversione di tendenza.
IL CERVO MANTIENE LA LEADERSHIP, NEW HOLLAND GUADAGNA TERRENO
La classifica per brand, che viene divulgata da AEA con un anno di ritardo ed è pertanto relativa al 2021 (sono inclusi anche i trattori sotto i 50 cavalli), conferma la leadership di John Deere, in risalita rispetto al 2020 con 3.558 unità immatricolate e una quota di mercato del 25,3 per cento.
Al secondo posto figura New Holland, anch’essa in crescita con 2.682 unità (erano 2.129 nel 2020) e il 19,1 per cento del mercato, e al terzo Massey Ferguson, pressoché stabile con 1.530 unità vendute corrispondenti a una quota di mercato del 10,9 per cento.
Da tener presente che se sommiamo i risultati di New Holland a quelli di Case IH si ottiene un totale di 4.037 unità e una quota di mercato del 28,7 per cento che colloca il gruppo CNH ai vertici del mercato del Regno Unito.
Tornando a ragionare per brand la quarta e quinta posizione sono appannaggio rispettivamente di Case IH, protagonista di una bella performance che la porta a quota 1.355 unità (9,6%), e di Kubota, che con 947 trattori immatricolati (6,7%) ha scavalcato Fendt (911 unità e 6,5%). A seguire Valtra, Claas, JCB e Same Deutz-Fahr.
ANCORA CIFRE DA RECORD PER IL MERCATO DELL’USATO
Il mercato dell’usato, caratterizzato nel 2021 da ritmi decisamente sostenuti, ha ripreso la sua corsa nell’ultima parte del 2022, favorito dai costi sempre più elevati e dalle ritardate consegne delle macchine nuove.
A misurare il polso del settore e a prevederne il trend è Cheffins, una delle principali case d’asta britanniche. «Il mercato dei macchinari di seconda mano torna col botto nel 2023 – ha dichiarato Joe Page, direttore di Cheffins Machinery Sale –. Con lunghi tempi di consegna per i nuovi kit e una massiccia carenza di scorte disponibili presso i rivenditori, le aste sono diventate la fonte di riferimento per macchine usate di qualità per agricoltori e commercianti di tutto il mondo. Il mercato delle esportazioni è tornato a pieno regime verso la fine dello scorso anno, poiché gli acquirenti hanno cercato di sfruttare al massimo i tassi di cambio favorevoli e sono diventati sempre più fiduciosi nell’affrontare le regole sulle esportazioni post-Brexit. Prevediamo che il 2023 sarà un anno forte per le vendite di macchinari e ce ne stanno offrendo già una conferma le aste in calendario a febbraio».
Fonte: AEA e Cheffins