Riflettori accesi nel nuovo Rapporto ICE 2023/2024, presentato il 15 luglio scorso a Roma dal presidente dell’Agenzia Matteo Zoppas (nella foto sotto), sul quadro economico mondiale e sulle performance delle imprese italiane nei mercati internazionali.
NEL 2023 IL PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL) MONDIALE È CRESCIUTO DEL 3,2%
L’indagine parte dalla valutazione dell’economia globale che nel 2023 ha mostrato un andamento complessivo migliore rispetto a quanto atteso. Il PIL mondiale è infatti cresciuto del 3,2% e le previsioni 2024-2025 sono su livelli di crescita sostanzialmente equivalenti.
Decisamente meno positiva di quella della produzione la situazione degli scambi internazionali, che hanno subito una contrazione dello 0,6% delle quantità di merci esportate rispetto al 2022 e una caduta del valore (-4,6%), dovuta soprattutto al calo dei prezzi delle materie prime e alla riduzione dell’inflazione.
In evidenza, tra i fattori che hanno inciso sull’andamento degli scambi internazionali dell’ultimo anno, accanto ai conflitti politico-militari, le due importanti crisi dei canali di Panama, dal quale passa attualmente il 6 per cento del commercio globale e oltre il 70 per cento del traffico destinato o proveniente dagli Stati Uniti, e Suez, crocevia del 12 per cento del commercio globale e un punto di passaggio obbligato per un terzo dei container tra Asia e Europa.
Questo articolo è stato ripreso nella World Business Newsletter – La newsletter della community sull’internazionalizzazione N.29/2024
L’ENTITÀ DELLE SFIDE DA AFFRONTARE INDUCE AL PESSIMISMO
E anche le previsioni non sono rassicuranti: basti dire che secondo il Fondo Monetario Internazionale, le crescenti tensioni geo-politiche e geo-economiche e la diffusione di politiche di stampo protezionistico rendono concreto il rischio di una frammentazione dei mercati internazionali, generando costi economici che possono avere un impatto valutato tra lo 0,2% del prodotto mondiale, nello scenario più ottimista, e il 7% nel caso peggiore.
PIL ITALIANO UN CRESCITA DELLO 0,9% ED ESPORTAZIONI A QUOTA 626 MILIARDI DI EURO, AL LIVELLO DEL 2022
Nonostante il contesto internazionale particolarmente complesso, nel 2023 il PIL italiano ha fatto registrare un tasso di crescita dello 0,9%: un aumento per il terzo anno consecutivo superiore a quello di Francia e Germania e a quello medio dell’Eurozona.
Sempre nel 2023 le esportazioni italiane di merci hanno raggiunto quota 626 miliardi di euro, sostanzialmente stabili rispetto a quanto registrato nel 2022 per effetto di una contrazione dei volumi esportati pari al 5% controbilanciata dall’aumento dei prezzi all’export (+5,3%).
Le vendite all’estero sono cresciute però del +30,4% rispetto al 2019 (480 miliardi di euro), prima cioè delle ripercussioni dovute ai lockdown e dei forti aumenti logistici causati dalle tensioni geopolitiche a seguito della guerra russo-ucraina e del conflitto in Medio Oriente. La crescita dell’export italiano è invece stata del +60,5% rispetto al 2012, quando avevano raggiunto il valore di 390 miliardi di euro.
Anche le esportazioni italiane di manufatti nel 2023 si sono confermate allo stesso livello del 2022 (596 miliardi di euro), risultato di una riduzione dei volumi, a fronte di un aumento dei prezzi. Questo deriva da andamenti opposti nei diversi mercati (-2,1% dell’export verso l’UE e +2,3% verso i mercati extra-UE).
L’ITALIA SESTA AL MONDO IN EXPORT SUPERA LA COREA E I MACCHINARI SI CONFERMANO IL SETTORE TRAINANTE
Nella graduatoria dei principali esportatori mondiali di merci l’Italia ha guadagnato una posizione, collocandosi al sesto posto e superando la Corea del Sud.
I macchinari si confermano il primo settore di esportazione per l’Italia come peso sulle esportazioni (16%) e mostrano un aumento in valore (+8,8%), in aggiunta ai mezzi di trasporto (cresciuto del +10,5%) e all’agroalimentare (+5,7%).
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LE CONSEGUENZE DELLA RECESSIONE TEDESCA
La stabilità dell’export italiano registrata nel 2023 è il risultato di andamenti opposti nei diversi mercati. In particolare, il calo delle vendite verso la Germania (-3,6%), principale partner commerciale dell’Italia, dovuto alla recessione che ha colpito il paese, ha contribuito in maniera rilevante alla flessione delle esportazioni di merci verso l’UE (-2,2%).
Da segnalare che a questo tema particolarmente importante per l’economia italiana è dedicato l’approfondimento “Le esportazioni italiane in Germania per destinazione economica: un confronto con i paesi dell’Unione Europea”. Dall’analisi risulta che il calo è stato trainato in particolare dal comparto dei beni intermedi (semilavorati, componentistica).
CAMBIA LA GEOGRAFIA DEI MERCATI DI SBOCCO
Per quanto riguarda invece i mercati extra-UE, alcuni dei quali in espansione significativa, si osserva una crescita del valore dell’export, spinta da una dinamica sostenuta dei valori medi unitari, a fronte di una riduzione più contenuta dei volumi.
Tra i mercati più dinamici per le esportazioni italiane al di fuori dell’Unione Europea nel 2023 si segnalano gli Stati Uniti (+3,4%) e la Cina (+16,8%), ma anche alcuni paesi del Medio Oriente – in particolare gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita (+10,9 per cento e +19,3 per cento rispettivamente) –, malgrado l’andamento delle ragioni di scambio sfavorevole a questi ultimi.
Anche le esportazioni verso Messico e Turchia sono notevolmente aumentate, in entrambi i casi grazie al traino della meccanica e degli autoveicoli.
Nonostante queste dinamiche diverse tra paesi, la graduatoria dei primi dieci mercati di sbocco dell’export italiano registra soltanto pochi cambiamenti di posizione rispetto alla situazione pre-pandemia, con un’ascesa degli Stati Uniti (ora il secondo mercato di sbocco per l’Italia) e della Spagna.
SALDO COMMERCIALE A DUE FACCE
Nel complesso, la bilancia commerciale dell’Italia con i paesi UE è ulteriormente peggiorata, con un saldo di -14,3 miliardi di euro nel 2023 (erano -8,2 miliardi di euro nel 2022), soprattutto per effetto dell’incremento del disavanzo nei confronti della Germania e del Belgio. Si registra invece un netto miglioramento del saldo nei confronti dei Paesi extra UE, salito a +48,7 miliardi di euro il saldo nei loro confronti contro i -25,9 miliardi di euro del 2022.
UN FOCUS DEDICATO AL CONTINENTE AFRICANO E AGLI SCAMBI CON L’ITALIA
Da segnalare che il Rapporto dedica un focus al continente africano e agli scambi con l’Italia. L’Africa è stata una priorità nell’agenda del recente G7 tenutosi in Italia, e segue questa direzione il “Piano strategico Italia-Africa” (definito anche Piano Mattei), lanciato dal Governo italiano nel 2023 con l’obiettivo di perseguire la costruzione di un nuovo partenariato tra l’Italia e gli Stati del continente africano, per promuovere uno sviluppo comune sostenibile nella dimensione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza.
All’Africa è destinato il 3,2 per cento delle esportazioni italiane (20 miliardi di euro nel 2023, in riduzione del -4,3% rispetto al 2022), dall’Africa proviene il 7,6 per cento delle nostre importazioni di merci (39 miliardi di euro nel 2023, -23,3% rispetto al 2022). I mercati di provenienza e destinazione sono concentrati in pochi paesi, sia per i legami storici sia per la percezione da parte delle imprese italiane di maggiori rischi politici, economici e normativi in altri paesi. I primi 10 mercati africani pesano il 90,6% dell’interscambio italiano di merci con il continente e rappresentano circa il 60% del PIL dell’Africa e poco più del 40% della sua popolazione.
L’ATTIVITÀ DI AGENZIA ICE
All’interno del complesso quadro fin qui delineato, l’impegno dell’Agenzia ICE si è rafforzato. Nel 2023 l’Agenzia ICE ha organizzato 266 padiglioni nazionali a fiere che si sono svolte all’estero a cui hanno partecipato 6.000 imprese. Alle esposizioni in Italia, Agenzia ICE ha organizzato l’incoming di oltre 11.000 operatori esteri, tra buyer, responsabili acquisti, importatori e giornalisti. Per favorire la diffusione dell’e-commerce l’Agenzia ha siglato 62 accordi con operatori e marketplace internazionali a cui hanno aderito 11.600 aziende.
A questo si aggiungono i 145 accordi di promozione promossi sui canali della Grande distribuzione organizzata (GDO) in 40 mercati esteri con il coinvolgimento di 12.000 aziende italiane di cui 1.650 per la prima volta (l’13,8%). Nel 2023 sono stati organizzati 86 iniziative di formazione, per un totale di oltre 45.500 ore, che hanno visto la partecipazione di 4.190 imprese. 31.574 i servizi erogati, tra gratuiti e a corrispettivo, per un totale di 12.816 aziende assistite.
Nel biennio 2022-2023, infine, le imprese che avevano fruito del sostegno ICE nel 2021 hanno incrementato le loro vendite estere del +12,02%, registrando una crescita superiore di +4,91 punti percentuali rispetto a quella del campione di imprese non-clienti.
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Fonte tabelle: L’Italia nell’economia internazionale. Rapporto ICE 2023-2024