Poggi Trasmissioni Meccaniche: P-gear, il concept senza ingranaggi

Componenti 04/04/2019 -
Poggi Trasmissioni Meccaniche: P-gear, il concept senza ingranaggi

«La sfida è capire quali sono le dimensioni di un mercato che non esiste». Con queste parole Andrea Poggi (nella foto sotto), presidente di Poggi Trasmissioni Meccaniche SpA, ha introdotto il concept P-gear, ossia un nuovo modo di concepire la trasmissione meccanica basato sull’impiego dei principi magnetici. E ha aggiunto: «La sfida tecnica è già vinta, perché P-gear esiste ed è realtà. Ora si tratta di vincere la sfida delle vendite».

Prima tuttavia di entrare nel merito di P-gear – peraltro in nomination per l’Hermes Award 2019, il riconoscimento in tema di innovazione tecnologica indetto dall’Hannover Messe, in programma dal 1 al 5 aprile – una presentazione dell’azienda è doverosa.

 

SESSANT’ANNI DI STORIA

Per andare agli esordi occorre però tornare indietro di 60 anni. Poggi Trasmissioni Meccaniche SpA nasce infatti nel 1958 per volere di Pierluigi Poggi: l’azienda si occupa di subfornitura nel mondo moto che, come è noto, è da sempre molto presente nel bolognese, dove la Poggi ha sede.

In un secondo momento, sviluppata l’attività nel ramo degli organi di trasmissione, si passa a fabbricare prodotti standard a catalogo per il mondo industriale: in questa fase entrano in azienda anche i tre figli di Pierluigi (Andrea, Gabriele e Fiorella), che oggi portano avanti l’azienda.

 

PROIETTATA VERSO L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

«Ma nell’annus horribilis ­– ha spiegato Andrea Poggi, facendo riferimento al 2008, anno di inizio della crisi congiunturale – abbiamo intrapreso un nuovo processo orientato principalmente al cliente e quindi alla customizzazione dei nostri prodotti. Il che, sommato al nostro know-how, ci ha permesso di interpretare i bisogni di un mercato internazionale».

Poggi è oggi infatti presente in 40 Paesi, grazie a distributori-partner, ed è particolarmente conosciuta nei Paesi di lingua tedesca, vale a dire Germania, Svizzera e Austria.

L’export è pari al 40 per cento del fatturato che nel 2018 si è attestato a 8 milioni di euro. «Riteniamo che ci siano i margini per crescere ancora – ha precisato Poggi –. E possiamo farlo sia attraverso i nostri prodotti tradizionali – cinghie, pulegge, rinvii angoli – sia attraverso i nostri prodotti più innovativi».

Il riferimento è a P-drive, la gamma di pulegge e cinghie sincrone a bassa rumorosità e altamente performanti lanciata nel 2017, e al neonato e neo-brevettato P-gear.

 

P-GEAR, ADDIO AGLI INGRANAGGI

In estrema sintesi, P-gear è un nuovo modo di concepire la trasmissione meccanica, che mette al bando i sistemi tradizionali – dunque gli ingranaggi –per sfruttare invece i principi magnetici. A beneficio di un minore consumo energetico, di un più contenuto impatto sia in termini di rumorosità sia in termini di vibrazioni.

Valore aggiunto della nuova tecnologia è quello di essere totalmente oilfree: non necessita infatti di alcun tipo di lubrificazione.

Ma per comprenderne appieno le peculiarità, meglio affidarsi alle parole di William Ferri (nella foto sopra), “il papà di P-gear”, ossia colui che lo ha inventato. «Sono partito 7-8 anni fa con l’idea di fare qualcosa di diverso, volto ad aumentare il rendimento e al risparmio energetico ­– ha esordito Ferri ­–. In poco tempo ha preso forma P-gear, un’idea che è piaciuta molto a Poggi, azienda con cui da anni collaboro».

È nato così un sistema di trasmissione del moto con ingranamenti senza contatto, applicato nel campo dei rinvii angolari e dei riduttori.

 

UN MIGLIOR RENDIMENTO COMPLESSIVO ED UN NOTEVOLE RISPARMIO ENERGETICO

Un sistema che porta con sé due innegabili vantaggi, resi possibili dalla presenza di due rotori dotati di magneti permanenti che garantiscono una trasmissione/riduzione del moto priva di contatto: un rendimento aumentato ed un consumo energetico ridotto tra l’8 e il 12 per cento rispetto ai sistemi tradizionali.

Inoltre, non avendo ingranaggi, non necessita di manutenzione e, come si diceva, di lubrificazione.

In sintesi, non si tratta di un semplice prodotto per il mercato delle trasmissioni, ma di un sistema all’avanguardia declinabile in funzione delle esigenze di chi lo sceglierà, dunque una soluzione customizzata.

 

UN CONCEPT CHE PUÒ ESSERE INDUSTRIALIZZATO SENZA LIMITI DI APPLICAZIONE

Detto questo, il prossimo step è l’industrializzazione del prodotto, la quale avverrà in funzione delle richieste dei primi clienti. L’interesse verso questa soluzione – che, è bene ricordarlo, si basa su “normalissimi” magneti standard – potrebbe arrivare da qualsiasi settore.

Come ha infatti fatto notare Marco Pesci (nella foto sopra), direttore tecnico di Poggi, P-gear è applicabile in tutti quei contesti il cui denominatore comune è la presenza di ingranaggi.

Dunque, per essere ancora più precisi, P-gear può trovare applicazione nell’automotive, nel farmaceutico, nel medicale, nel packaging, nell’automazione e, perché no, anche nell’agricolo e nell’alimentare.

«L’agricolo e l’alimentare sono settori in cui si lavora direttamente sugli alimenti – ha spiegato Pesci –. E pertanto, componenti non inquinanti sono fondamentali».

 

UNO SVILUPPO MODULARE

Chiariti i campi di applicazione, un’altra precisazione è doverosa: P-gear non si pone in concorrenza con il mercato dei riduttori.

«Offriamo semmai una soluzione alternativa – ha precisato Poggi – ideale per essere utilizzata laddove ci siano dei limiti negli impieghi tradizionali o specifiche necessità in termini di rendimento, risparmio energetico o difficoltà di applicazione».

«Questo prodotto è e sarà sempre in ricerca&sviluppo ­– ha chiosato Poggi –. Non riteniamo che si tratti di un prodotto standard, a catalogo, piuttosto crediamo in uno sviluppo modulare del concept, sviluppo che avverrà in funzione delle esigenze del singolo cliente».

 

© Emanuela Stìfano