«Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi, se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi». La maggior parte parte di voi avrà sicuramente cantato questo estratto del ritornello di “50 Special” dei Lunapop che ha recentemente festeggiato i 25 anni dall’uscita.
La Vespa, del resto, è un’icona di stile che ha accompagnato la storia d’Italia dal 1946, divenendo emblema della Dolce Vita negli anni 60 e poi icona giovanile insieme al Ciao. La Piaggio è sempre riuscita a rendere iconici i propri prodotti, anche quelli nati specificamente per l’ambiente lavorativo come l’Ape Car – protagonista nel film “Il ragazzo di campagna” con Renato Pozzetto – ma a ben vedere c’è ancora qualche creazione del marchio di Pontedera che risulta poco conosciuta.
Fra queste va senz’altro citato il T. 111, trattore agricolo della Piaggio prodotto negli anni 70: un super compatto da meno di 10 cavalli di potenza e motore derivato dalla Vespa che si presentava con accessori e dettagli di classe superiore, figli di quell’attenzione alla qualità che da sempre caratterizza i prodotti Piaggio.
PIAGGIO T.111, DUE VERSIONI NATE NEGLI ANNI 70
Due ruote, tre ruote e infine quattro ruote: l’esperienza di Piaggio nel corso degli anni ha interessato diversi settori, facendo sua la gloriosa tradizione di alcuni celebri marchi che hanno operato in diversi settori. L’azienda motoristica italiana è sempre stata poliedrica, facendo della necessità virtù e adattandosi alle richieste del mercato per fornire alle persone degli strumenti potenti e affidabili che migliorassero la qualità del lavoro.
Il T. 111 di Piaggio è stato prodotto in due serie, con la seconda che si distingueva visivamente dalla prima per la presenza di una griglia di aerazione sul lato sinistro del cofano. Inoltre, Piaggio offriva il suo trattore in due versioni: TGA1T e TDA1T, differenti per alcuni aspetti tecnici che analizzeremo in seguito.
I trattori della Piaggio rappresentano una rarità nel panorama agricolo in quanto non sono stati molti gli esemplari prodotti: per redigere questo articolo ci siamo affidati ai dati originali riportati sul libretto uso e manutenzione messo gentilmente a disposizione da Alessio Prati, possessore di un T. 111 seconda serie versione TDA del 1970, che ringraziamo per la disponibilità e la passione con cui ci ha fatto conoscere questa rarità di Pontedera.
MOTORE DELLA VESPA DA 187 CENTIMETRI CUBI, CON UNA POTENZA EROGATA DI MENO DI 10 CAVALLI
Come anticipato, sotto il cofano del T. 111 batte il cuore di una Vespa: il trattore, infatti, è equipaggiato con un motore monocilindrico a due tempi con distribuzione “rotante” e con tre condotti di travaso. La cilindrata è di 187,035 centimetri cubi e la potenza erogata è di 9,4 cavalli a 5.000 giri/min.
Il motore funziona con miscela al 2 percento di olio, con un consumo orario dichiarato che va da 1,2 litri a circa 3 litri a seconda del tipo di lavoro. Il serbatoio della miscela ha una capacità di circa 12 litri, compresa la riserva attestata sui 3,5 litri.
Il motore era raffreddato ad aria tramite un ventilatore centrifugo, mentre la lubrificazione veniva effettuata dall’olio della miscela per gli accoppiamenti pistone-cilindro e per spinotto-biella-albero motore, con il gruppo frizione e gli organi del cambio che funzionavano in bagno d’olio.
Tra le caratteristiche tecniche fornite dalla Casa si riporta l’alesaggio di 63 millimetri, la corsa di 60 millimetri e il rapporto di compressione di 7,8. Piaggio equipaggiava originariamente il suo trattore con un carburatore Dell’Orto SHB 27/24 del tipo a “cassetto” con diffusore del 24 e presa d’aria con filtro ad olio, mentre la candela poteva essere di produzione Marelli CW 240 N oppure Bosch W 240 T 1.L’impianto elettrico con dinamotore da 12 Volt permetteva l’accensione con comando a chiave.
TRASMISSIONE MECCANICA 4+4 CON INVERSORE E RIDUTTORE SU RICHIESTA
Piaggio aveva progettato per il suo T. 111 una trasmissione meccanica con 4 marce in avanti e 4 in retro, dotandolo di un inversore posto sul cruscotto. Inoltre, grazie a un riduttore epicicloidale era possibile avere altrettante marce ridotte, caratteristica che rendeva il trattore estremamente versatile e moderno.
Come abbiamo visto, il T. 111 era disponibile nelle versioni TGA1T e TDA1T che si differenziavano per le velocità massima raggiungibili a 5.000 giri/min, con il secondo che risultava più rapido del primo. Il TGA1T, infatti, viaggiava a velocità comprese fra gli 0,6 chilometri orari della 1° marcia con riduttore agli 11,8 della 4° marcia senza riduttore, mentre il TDA1T passava dagli 0,7 chilometri orari della 1° marcia con riduttore ai 14,5 della 4° marcia senza riduttore. La velocità in retromarcia risultava ridotta del 15 per cento rispetto alla corrispettiva marcia in avanti.
Il compatto della Piaggio era dotato di trazione semplice, con differenziale con planetari e satelliti conici montato sull’asse posteriore e provvisto di dispositivo di bloccaggio. La frizione era monodisco con comando a pedale e i freni a nastro agivano sulle ruote posteriori.
La presa di forza diretta, con puleggia dal diametro di 112 millimetri e larghezza di 13 millimetri, offriva la massima potenza a 5.000 giri/min.
VERSIONI TGA1T E TDA1T, DIFFERENTI NELLE VELOCITÀ E NELLE DIMENSIONI
Il trattore aveva un telaio del tipo a trave in lamiera piegata con gancio di traino posteriore per un eventuale rimorchio o altre attrezzature trainate.
Il posto di guida risultava comodo ed ergonomico grazie alle pedane, al volante a trasmissione con ruota dentata e settore e ai comandi posizionati sul cruscotto e sul telaio ai lati del pilota. Il passo era di 1.180 millimetri e la massa totale con zavorre era di 490 chilogrammi per la versione TGA e di 585 chilogrammi per la TDA.
A distinguere le due versioni erano anche le dimensioni, con la TGA che aveva una larghezza variabile dagli 895 ai 1.090 millimetri, una lunghezza massima di 1.920 millimetri, un’altezza massima di 990 millimetri e un raggio minimo di svolta di 1.870 millimetri, mentre la TDA si caratterizzava per una larghezza variabile dagli 900 ai 1.110 millimetri, una lunghezza massima di 1.970 millimetri, un’altezza massima di 1.030 millimetri e un raggio minimo di svolta di 2.120 millimetri.
Differivano tra loro anche gli pneumatici, con il TGA che veniva equipaggiato anteriormente con pneumatici 4.00–8’’ e posteriormente con pneumatici 6.00–12’’, mentre il TDA montava pneumatici 4.00–10’’ all’anteriore e pneumatici 6.50–15’’ al posteriore. Inoltre, il TGA poteva montare appositi pneumatici salvaprato da 16×6,50–8’’ all’anteriore e 23×8,50–12’’ al posteriore.
UNA RICCA LINEA DI ALLESTIMENTI E ACCESSORI
Piaggio offriva per il suo trattore agricolo una vasta dotazione di allestimenti e attrezzature che permettevano di adattare il T111 alle più svariate esigenze, da trattorino tosaerba a vera e propria macchina agricola da campo aperto.
Come accessori erano disponibili il sollevatore posteriore manuale o a comando idraulico, il riduttore epicicloidale, l’assale anteriore “a cannocchiale” a carreggiata variabile, la presa di forza indipendente (con pulegge laterali, scatola di trasmissione e albero con uscita posteriore), il deviatore per l’impianto idraulico, il miscelatore automatico, il paraurti anteriore, le zavorre anteriori e posteriori (sia per la versione normale da 120 chilogrammi totali che per le ruote salvaprato), clacson, catene da neve, presa di forza laterale destra ridotta, attacco per attrezzi, impianto elettrico monofaro (non omologato per la circolazione stradale) o l’impianto elettrico bifaro (omologato per la circolazione su strada).
Tra le attrezzature offerte da abbinare al trattore venivano annoverate il tosaerba ventrale con eventuale aspiratore con rimorchietto, lo spandiconcime, il carrello portatubo, la spazzolatrice frontale, l’attrezzatura per l’irrigazione, il fresaneve a turbina, la sega a disco, la lama anteriore orientabile, la pala caricatrice con benna, il rullo costipatore, l’impolveratore, l’atomizzatore.
E, ancora, il rimorchio, la barra falciante, la fresa multipla, la fresa posteriore, il rullo aeratore, diversi tipi di aratri (monovomere, monovomere doppio a 90 gradi, bivomere o polivomere anche da vigneto), l’assolcatore ad ali registrabili, il coltivatore a denti elastici, l’erpice a dischi a due settori, l’erpice a denti rigidi orientabili, il rastrello ad elementi elastici e il ranghinatore a stella.
PICCOLE DIMENSIONI, GRANDE VERSATILITÀ
Questa ricca serie di dotazioni mostra come un piccolo trattore da poco meno di dieci cavalli potesse affrontare tutte le esigenze di piccole e grandi aziende agricole, trovando il proprio spazio nei parchi, nelle corti, nelle stalle, negli orti, tra i filari o direttamente in campo aperto. Il T111 rispondeva prontamente alle richieste degli agricoltori, risultando un mezzo comodo e altamente maneggevole, piacevole da guidare.
ICONA DI STILE ANCHE NEL MONDO AGRICOLO
A distanza di cinquanta anni, il trattore della Piaggio rimane un unicum nella storia dell’azienda di Pontedera, affascinando gli appassionati per la modernità dei comandi, degli allestimenti e dello stile, con la carrozzeria bianca su carro arancione che lo rende facilmente riconoscibile. La cura dei dettagli era elevatissima, a partire dal marchio Piaggio presente ovunque – anche nelle componenti del motore – in grado di impreziosire la filante eleganza del mezzo.
Particolare interessante è la “cresta” sul cofano con il logo Piaggio, marchio di famiglia che era presente anche sul parafango anteriore della Vespa. La storia del T111 ci riporta così a un’epoca eroica della meccanizzazione, quando bastava il motore di una moto e del genio creativo per realizzare un piccolo trattore in grado di lavorare come un grande.
Uno speciale ringraziamento all’amico Alessio Prati per la disponibilità dedicataci.
© Francesco Ponti
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