New Holland: la seconda generazione del trattore a metano

Macchine , Trattori 25/06/2015 -
New Holland: la seconda generazione del trattore a metano

Anche se per il lancio sul mercato bisognerà attendere ancora 4-5 anni, il trattore Methane Power di New Holland ha impresso un’accelerata nel suo percorso verso la produzione su scala industriale con la messa a punto del prototipo di seconda generazione basato sul modello T6.175 di serie.

L’occasione per vederlo al lavoro è stata offerta nel mese di giugno alla stampa internazionale di settore in una due giorni che si è conclusa con la visita del padiglione del brand giallo-blu a Expo Milano 2015.

 

UN NUOVO APPROCCIO PER IL MOTORE

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La novità sostanziale rispetto al prototipo basato sul modello T6.140, che aveva segnato il debutto di New Holland in questo specifico settore e che è ora esposto sul tetto del Sustainable Farm Pavilion all’Expo, è costituita dal motore.

Il primo prototipo Methane Power era motorizzato con un F1C prodotto da Fpt Industrial, un quattro cilindri con cilindrata di 2.998 centimetri cubi, una potenza massima di 136 cavalli ed una coppia massima di 350 Newtonmetri (nella foto sopra).

 

IL SUPERAMENTO DELLA CULLA MOTORE STRUTTURALE

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La soluzione adottata per ripristinare la funzione strutturale del motore con l’introduzione dell’alimentazione a metano era stata quella di realizzare un telaio strutturale sospeso capace di sopportare le notevoli sollecitazioni, in pratica una “culla” in grado di alloggiare il motore F1C e il riduttore (inserito per rendere potenza e curva di coppia compatibili con il motore attuale ) collegata al supporto assale anteriore e al gruppo cambio-trasmissione.

Per il prototipo di seconda generazione New Holland ha optato per un approccio al motore completamente diverso introducendo un motore strutturale intercambiabile con un motore diesel: un Nef 6 a 6 cilindri da 179 cavalli (132 kW) di potenza e 740 Newtonmetri di coppia sviluppato anch’esso da Fpt Industrial (nella foto sopra).

 

COSTI RIDOTTI PER L’INGEGNERIZZAZIONE

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Con questo nuovo propulsore tutte le opzioni per la trasmissione sono potenzialmente disponibili e pertanto, non rendendosi necessaria l’introduzione di modifiche sostanziali, sarebbero consentiti grossi risparmi a livello di engineering. Ciò varrebbe anche per l’eventuale passaggio alla Fase 5 della normativa sulle emissioni.

 

RISPARMI CARBURANTE TRA IL 20 E IL 40 PER CENTO

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Infatti, come ha spiegato nel suo intervento alla Press Conference di New Holland, Riccardo Morselli (nella foto sopra), Agricultural Equipment Innovation, il nuovo motore sviluppa curve di coppia e potenza estremamente simili a quelle del modello diesel equivalente, con un risparmio sul costo del carburante che dal 20 per cento può arrivare fino al 40 per cento nel confronto con i trattori diesel standard ed una riduzione delle emissioni inquinanti dell’80 per cento.

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EMISSIONI RIDOTTE DELL’80 PER CENTO RISPETTO AI MOTORI DIESEL

Di fatto, quindi il trattore Methane Power di 2ª generazione è già conforme ai futuri obiettivi in materia di gas a effetto serra, che si prevede richiederanno un abbattimento del 20% delle emissioni in Europa entro il 2020.

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Sempre ai fini della tutela ambientale c’è un altro aspetto da tenere presente: le emissioni di CO2 possono essere ulteriormente ridotte con l’utilizzo di biometano, vale a dire metano derivato dalla biomassa.

Lo switching può essere effettuato senza bisogno di modifiche al trattore o alla rete di distribuzione dei carburanti, il che apre la porta a grandi opportunità per il raggiungimento degli obiettivi generali di riduzione di gas serra.

 

IL PROGETTO ENERGY INDEPENDENT FARM E L’AZIENDA LA BELLOTTA

Nell’ambito di una Energy Independent Farm, cioè di un’azienda agricola in grado di coltivare la biomassa per produrre in proprio il biometano, non solo è possibile azzerare le emissioni di CO2, ma anche tagliare del 40% le spese per il carburante.

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Un progetto pilota, quello della “Energy Independent Farm” in grado di ricavare direttamente dai prodotti che coltiva l’energia necessaria alle sue attività e alle sue macchine agricole, molto caro a New Holland.

Non a caso il Il T6 Methane Power presta servizio presso l’azienda agricola La Bellotta (è qui che è stato mostrato alla stampa internazionale) di proprietà della famiglia Remmert, situata a pochi chilometri da Torino e scelta come azienda pilota per l’attuazione del progetto.

 

LE OPPORTUNITÀ DEL BIOMETANO

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Il metano è generato nell’impianto di produzione di biogas installato in azienda nel 2010, che attualmente, mediante la digestione anaerobica delle biomasse nonché dei reflui zootecnici prodotti in azienda, consente la produzione di circa 8.500.000 kWh elettrici all’anno interamente immessa sulla rete della energia elettrica nazionale e pari al fabbisogno annuo di circa 10.000 persone.

Cifre alla mano, come ha illustrato Morselli, i risparmi derivanti dall’impiego del metano in sostituzione del diesel tradizionale partono dal 36 per cento, per arrivare al 55 per cento calcolando gli incentivi per il biometano secondo la legislazione già approvata ma non ancora entrata in vigore.

 

NOVE BOMBOLE PER MEZZA GIORNATA DI AUTONOMIA

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Tornando alla seconda generazione del trattore Methane Power di New Holland, anche il problema di garantire al mezzo una adeguata autonomia sembrerebbe avviato a risoluzione grazie alla presenza di nove bombole di gas per una capacità totale di 300 litri (52 chili) di metano compresso (equivalenti approssimativamente a 60 litri di diesel) che danno al trattore circa mezza giornata di autonomia in servizio normale. Un risultato che comincia ad essere soddisfacente.

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Sono state scelte bombole di tipo I grazie al minor costo, alla maggiore efficienza e a soluzioni commerciali già esistenti e disponibili in varie dimensioni.

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Questi serbatoi, peraltro, sono stati perfettamente integrati nel design complessivo del trattore (sono state individuate 3 aree principali per il posizionamento delle bombole: nello spazio lasciato libero dal serbatoio del gasolio, nella parte destra rinunciando alla seconda scaletta e all’apertura porta e dietro la cabina), garantendo così il mantenimento della stessa visibilità e luce libera da terra rispetto ai modelli standard.

 

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