Una programmazione strutturata con una visione stabile pluriennale, che possa essere accessibile a più agricoltori possibile con minori costi e una burocrazia semplificata, con uno strumento in grado di raggruppare i tanti bandi oggi a disposizione e con premialità dedicate ad obiettivi specifici. È questa la richiesta emersa dalla durante il convegno “Il ruolo delle macchine agricole nell’innovazione dell’agricoltura – Impatto e futuro delle misure per la meccanizzazione agricola” tenutosi lo scorso 15 ottobre, presso il Masaf.
LA FILIERA RIUNITA PER UN CONFRONTO E UNA PROGRAMMAZIONE CONDIVISA
Organizzato da Federacma (Federazione italiana delle Associazioni Nazionali dei Servizi e Commercio Macchine e delle ACMA territoriali, operante in Confcommercio), l’iniziativa ha visto la partecipazione delle associazioni delle diverse categorie del comparto primario: dai costruttori di macchine agricole con il direttore generale di FederUnacoma Simona Rapastella, i contoterzisti con il vicepresidente di CAI Agromec Gianluca Ravizza e il presidente di Uncai Aproniano Tassinari, le associazioni datoriali agricole con Tommaso Battista, presidente di Copagri, e Carlo Piccinini, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, il direttore generale di Confagricoltura Annamaria Barile e il capo area economica di Coldiretti Gianluca Lelli.
Sono intervenuti, dando voce a chi gestisce le misure, anche l’ing. Ester Rotoli, direttore Direzione Centrale prevenzione Inail, e Mario Vella, direttore generale Unità di Missione PNRR Masaf.
Leggi anche >>> Uncai: il credito d’imposta 4.0 è lo strumento preferito dai contoterzisti interpellati
LUCI E OMBRE DELLO SCENARIO ATTUALE DELLE MISURE PER LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA
Prima ancora degli interventi dei rappresentanti della filiera il convegno ha offerto un interessante visione d’insieme dello scenario attuale attravero una serie di relazioni che si sono concentrate sulle novità tecniche e la riduzione dell’impatto ambientale (ing. Lorenzo Iuliano, FederUnacoma), sull’innovazione tecnologica per la sicurezza del trattore agricolo (ing. Leonardo Vita, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici Inail), sulla formazione per i mezzi 4.0 e 5.0 (prof. Danilo Monarca, Università della Tuscia), sull’influenza dei bandi e delle misure sull’andamento del mercato (Roberto Rinaldin, presidente Climmar, associazione europea rivenditori macchine agricole) e sugli strumenti messi in campo negli ultimi anni per il rinnovamento del parco macchine agricole italiano (Pamela Comazzetto, EsseCi Studi e Consulenze, che ha illustrato le possibili Soluzioni alle criticità riscontrate, nella slide più avanti).
L’URGENTE NECESSITÀ DI UN RICAMBIO DEL PARCO MACCHINE RICHIEDE UNO STRUMENTO UNICO CON UNA VISIONE DI LUNGO PERIODO
«È necessario sostenere gli investimenti in innovazione e meccanizzazione degli agricoltori per rendere il comparto primario sempre più competitivo ed efficiente – ha dichiarato Andrea Borio, presidente di Federacma – ma è fondamentale far sì che ciò possa essere funzionale al raggiungimento degli obiettivi. L’Italia, con un milione e mezzo di macchine agricole immatricolate ante 1996 prive dei più basilari sistemi di sicurezza come le cinture e il rollbar di protezione in caso di ribaltamento e maggiormente inquinanti, a cui sono legati purtroppo 120 decessi l’anno, ha infatti urgente bisogno di un ricambio del ‘parco macchine’. Per farlo, chiediamo al Ministro Lollobrigida, che ringraziamo per il proficuo dialogo avviato, di superare i tanti bandi e le diverse misure con uno strumento unico con una visione di lungo periodo».
«Lo scenario attuale – ha aggiunto – seppur con risorse importanti ha generato cortocircuiti nei mercati, con gli agricoltori alla strenua ricerca di staccare il biglietto vincente del singolo bando. L’auspicio è che si apra una grande stagione di confronto e pianificazione condivisa affinché si raggiungano risultati importanti a beneficio di tutta la filiera: dai costruttori ai campi».
L’ESIGENZA DI UNA PROGRAMMAZIONE STRUTTURATA PLURIENNALE, SUPERANDO IL SISTEMA DEI BANDI CON PREMIALITÀ DIVERSIFICATE, E DI UNA ARMONIZZAZIONE DEGLI INCENTIVI
La proposta emersa della filiera converge su un unico strumento, di ampio respiro, certo e stabile per almeno 5-7 anni, a cui abbinare un pacchetto di incentivi con premialità diversificate in funzione dello specifico obiettivo da raggiungere: rinnovo del parco macchine attraverso la sostituzione dei trattori più vetusti e inquinanti, responsabili di circa 120 incidenti mortali l’anno; il sostegno ai giovani agricoltori, all’imprenditoria femminile e alle aree svantaggiate; il promuovere l’agricoltura di precisione, incentivando l’acquisto di macchinari tecnologicamente avanzati; la riduzione dell’impatto ambientale, attraverso l’acquisto di mezzi a trazione green (elettrici, biometano) laddove l’orografia dei terreni e le colture lo permettono.
Ciò commisurando l’intensità del carico burocratico e i costi di accesso all’entità del contributo economico pubblico, attraverso domande autodichiarative e un maggiore produzione di documentazione a risultato ottenuto.
IL RUOLO CRUCIALE DELLA FORMAZIONE
Da non trascurare infine, come è stato sottolineato a più riprese, l’importanza di un’attività di formazione adeguata all’elevato livello tecnologico dei macchinari di nuova generazione, che si svolga parallelamente agli interventi di sostegno al settore e con una copertura finanziaria ad hoc.
Leggi anche >>> CAI Agromec: necessari investimenti su formazione e programmazione
Fonte: Federacma