A poco più di un anno di distanza dal suo ingresso nell’orbita del colosso cinese Foton Lovol MaterMacc, l’azienda di San Vito al Tagliamento specializzata nella produzione di seminatrici, sta raccogliendo i frutti della nuova gestione, a cominciare da un incremento reale del fatturato fra l’8 ed il 10 per cento.
FATTURATO IN CRESCITA DELL’8-10 PER CENTO
«Un risultato non disprezzabile – ha fatto presente il neo amministratore delegato Massimo Zubelli (nella foto sopra), durante l’incontro organizzato poco prima di Natale presso la sede di MaterMacc –, visto che è stato ottenuto in un anno molto difficile sul fronte del mercato per la concomitanza dei ritardi dei Piani di sviluppo agricoli comunitari in tutta Europa e le situazioni geo-politiche in Russia e Ucraina, nostri mercati di riferimento».
Ed anche un risultato in controtendenza con la maggior parte delle aziende del settore «se pensiamo – ha aggiunto Zubelli – che in media i grandi marchi concorrenti di MaterMacc hanno riportato cali dell’ordine del 15-20 per cento».
RAZIONALIZZAZIONE DEL LAYOUT E DELLE TECNICHE PRODUTTIVE
Alla luce di questi positivi risultati aziendali, accompagnati da una redditività in linea con quella del precedente esercizio, la casa madre cinese ha deliberato, dopo un’attenta analisi, l’ampliamento industriale di MaterMacc.
Un piano di investimento intelligente, partito a metà dello scorso dicembre, che prevede innanzitutto la razionalizzazione del layout produttivo e delle tecniche di produzione della fabbrica.
In tempi record, infatti, si è proceduto allo sgombero di un’area ad hoc dello stabilimento predisponendola per una lean manufacturing che verrà realizzata entro la fine di gennaio e che consentirà di triplicare (fino ad arrivare a 30mila unità) la produzione di distributori, l’elemento che costituisce il cuore della seminatrice.
In parallelo a questa attività è stato dato il via alla razionalizzazione delle linee di montaggio che prenderà forma0 entro la fine della prossima estate.
SUPERFICIE AZIENDALE RADDOPPIATA
Ma non è tutto. Il cash flow aziendale molto positivo ha permesso, in assoluta autonomia dalla Casa madre Foton Lovol, di operare un significativo investimento acquisendo dal Consorzio industriale Ponte Rosso un terreno limitrofo all’attuale insediamento industriale che di fatto raddoppia la superficie aziendale di MaterMacc.
«Si tratta di 55mila metri quadrati che permetterranno ulteriori espansioni per la produzione di macchine seminatrici non pneumatiche, macchine seminatrici con grandi larghezze di lavoro e per tutta una serie di attrezzature che abbiamo in animo di sviluppare internamente rafforzando l’ufficio tecnico» ha spiegato Andrea Bedosti (nella foto sotto), presidente di MaterMacc.
Ed è proprio grazie soprattutto al recentissimo investimento per ampliare l’area industriale che MaterMacc spa ed il centro di San Vito al Tagliamento sono stati inequivocabilmente indicati come il centro di eccellenza del gruppo Foton Lovol per la progettazione e produzione di macchine per la lavorazione del terreno, seminatrici e macchine per l’irrorazione.
L’investimento richiesto per l’acquisto del terreno è stato di 2 milioni di euro e i lavori inizieranno quest’anno per arrivare a regime in circa due anni.
MANTENIMENTO DELLA MANODOPERA E NUOVE ASSUNZIONI
Se consideriamo anche, insieme al mantenimento dei posti di lavoro, le recenti nuove assunzioni (15 addetti), per quanti nutrivano perplessità in merito alle conseguenze dell’ingresso in MaterMacc dei cinesi di Foton Lovol non poteva esserci migliore risposta.
DA UNA GESTIONE FAMILIARE AD UNA MANAGERIALE
«In questo primo anno di gestione – ha fatto presente Zubelli – abbiamo concentrato innanzitutto la nostra attenzione sul processo di transizione da un modello di gestione “familiare” ad uno manageriale, salvaguardando ed in alcuni casi valorizzando, tutte le professionalità e le eccellenze che qui abbiamo trovato, oltre ad avere inserito nuove figure in ambito tecnico rigorosamente reperite in loco. Abbiamo molto investito in tempo, uomini e mezzi sia nell’area progettazione sia nell’area produzione. Un solido piano di sviluppo prodotto con un orizzonte triennale è stato proposto, condiviso ed implementato».
«Quello che abbiamo impostato qui in pochi mesi, e cioè la revisione completa della tecnica di assemblaggio dei distributori pneumatici e, a seguire, la realizzazione di una lean manufacturing , è un progetto molto avanzato ed è al tempo stesso il futuro di un’attività industriale perché senza Ricerca e Sviluppo e senza innovazione nelle tecniche di produzione le aziende muoiono», ha ribadito Bedosti.
UN INNOVATIVO MODELLO DI BUSINESS
Il modello di business sviluppato da Foton Lovol in Italia si propone dunque, e così è stato presentato nel corso di Expo lo scorso settembre, come un modello di eccellenza, dal forte contenuto innovativo.
«In precedenza – ha chiarito Zubelli – le aziende cinesi si erano limitate a condurre all’estero operazioni finanziarie da mercato azionario, portate avanti con lo scopo di assorbire tecnologie e non di investire su una realtà territoriale. Foton Lovol è stata la prima azienda cinese che ha investito dapprima in engineering e poi in un piano di acquisizioni finalizzate al forte presidio di un’area».
L’INTEGRAZIONE NEL TERRITORIO
Non a caso la volontà di una profonda integrazione nel territorio («ci comporteremo da buoni cittadini») è stata la presa di responsabilità a livello sociale da parte del presidente di Foton Lovol Wang Jinyu durante l’incontro avvenuto lo scorso marzo con i vertici della Regione Friuli Venezia Giulia.
Ma a conferire autorevolezza al modello di business messo a punto da Foton Lovol c’è anche un ulteriore tassello rappresentato dai capitali.
MASSICCI CAPITALI ALLE SPALLE
«A differenza delle aziende italiane che quando vanno all’estero sono sole, le aziende cinesi in giro per il mondo sono accompagnate», ha evidenziato Bedosti facendo riferimento alla partnership di Foton Lovol con ICBC (Industrial and Commercial Bank of China), la più grande banca mondiale, con un asset di 3 mila miliardi, pari a una volta e mezzo il pil italiano (che proprio lo scorso ottobre ha aperto a Roma la sua seconda filiale in Italia), dalla quale Foton Lovol viene supportata nelle operazioni di acquisizione, di capitalizzazione e di investimento.
A fare da “testa di ponte” di Foton Lovol in Europa è Lovol Arbos Group spa, la nuova holding industriale e di partecipazioni – ubicata a Calderara di Reno (Bologna) e controllata al 100 per cento da Foton Lovol Heavy Industry Ltd – che, con circa 400 dipendenti, rappresenta appunto il vero fulcro dello sviluppo di una nuova e articolata realtà industriale in Europa focalizzata su trattori, macchine da raccolta e attrezzature agricole.
Un realtà alla quale, come ha sottolineato Bedosti in chiusura del suo intervento, nonostante la crisi in atto del comparto agricolo, si offrono interessanti opportunità di crescita potendo contare sul supporto e sui capitali della casa madre cinese e sulla condivisione di un disegno strategico a lungo termine.
UNA SEMINATRICE DA SODO PER LA CINA
Suggella infine la cooperazione tra Italia e Cina, nell’ottica dal grande disegno della “Nuova via della seta One belt, one road”, la recente entrata in produzione nella fabbrica di San Vito al Tagliamento, in tempi record dopo quattro livelli diversi di prototipi, di una seminatrice a due file per la semina su sodo destinata al nord della Cina e che promette grandi soddisfazioni in termini di volumi.
Con questa macchina “No Tillage” Matermacc ha potuto svolgere così la funzione di messaggera di un concetto di “diversa coltivazione” (ciclo agronomico integrato), scontato per l’Europa ma avanguardistico per la Cina che ha riscosso grande interesse da parte del ministero della Scienza e della Tecnologia e dell’Accademia di agricoltura cinesi.
© Barbara Mengozzi