Macchine agricole: segnali di crescita (contenuta) per il mercato Italia

Mercati 11/07/2019 -
Macchine agricole: segnali di crescita (contenuta) per il mercato Italia

Buone nuove dal settore primario: l’Italia, grazie alle performance di tutti i comparti, zootecnia compresa, si aggiudica il secondo posto della classifica europea in termini di valore della produzione agricola (56,7 miliardi di euro correnti).

È infatti seconda solo alla Francia, ed è seguita dai grandi big, Germania e Polonia in testa.

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ITALIA PRIMO PAESE EUROPEO PER  VALORE AGGIUNTO NEL SETTORE AGRICOLO

Ma c’è di più: a far ben sperare in un futuro migliore, è il primato che il Bel Paese ottiene in termini di valore aggiunto dell’agricoltura. In base ai dati dei Conti economici dell’Agricoltura, CEA (di fonte Eurostat) relativi al mese di maggio, l’Italia  ha mantenuto il primato all’interno della classifica europea anche per il 2018, con un valore aggiunto dell’agricoltura pari a 32,2 miliardi di euro correnti,

«Un segno tangibile – ha commentato Alessandro Malavolti (nella foto sopra), presidente di FederUnacoma durante la conferenza stampa tenutasi il 27 giugno a Varignana (BO) – a conclusione dell’annuale assemblea della Federazione – che la strada della specializzazione, dell’alto valore, sta dando i suoi frutti».

Malavolti ha poi proseguito la disamina dei dati sottolineando come, sempre per quanto riguarda l’Italia, dopo un 2017 fortemente penalizzato dall’andamento climatico anomalo, nel 2018 l’agricoltura sia tornata a fornire un contributo positivo all’economia nazionale. Secondo i Conti Nazionali dell’Agricoltura (Istat), il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca nel suo complesso ha segnato una debole ripresa: la produzione è aumentata dello 0,6 per cento ed il valore aggiunto dello 0,9 per cento.

Controcorrente rispetto al trend positivo l’andamento della produzione di olio di oliva che ha segnato  una drastica riduzione rispetto all’anno precedente (-34,7%), con la massima caduta in Puglia (-48% in valore e -43% in volume). Una crisi produttiva attribuibile, in particolare, alle condizioni climatiche avverse (gelate primaverili e siccità estiva),all’ulteriore diffusione della Xilella e alla presenza di attacchi di mosca olearia.

 

IMMATRICOLAZIONI TRATTRICI  IN LEGGERO AUMENTO (+4,3%) NEI PRIMI 5 MESI DELL’ANNO

In questo scenario, con più luci che ombre, si inserisce l’andamento delle immatricolazioni di macchine agricole. Il 2019 non è partito male, tanto che nei primi 5 mesi dell’anno sono state immatricolate 7.999 trattrici nuove. Un dato che, con un incremento del 4,3 per cento, indica delle performance migliori rispetto al periodo gennaio-maggio dello scorso anno.

A conferma della crescita, anche il confronto tra il primo trimestre 2018 e lo stesso periodo dell’anno in corso che mostra un 2 per cento in più di unità immatricolate, segnatamente 4.425 (dato 2019) contro 4.342 (dato 2018).

 

IN RIPRESA ANCHE LA DOMANDA EUROPEA DI TRATTRICI

Allargando l’analisi al mercato Europa,  nel 2018 sono stati vendute oltre 177.400 trattrici, con una contrazione  delle vendite del 10 per cento circa rispetto all’anno precedente. Ma il 2017, lo ha confermato anche Malavolti, è un anno sui generis, “drogato” dalle immatricolazioni forzate dovute all’entrata in vigore della Mother Regulation. Effetti che, restando in Italia, hanno prodotto la seguente discrepanza: 18.442 unità nel 2018, contro le 22.705 del 2017, il che significa quasi il 19 per cento in meno.

«Se mettiamo da parte il 2017 e confrontiamo il 2018 con il 2016 – ha fatto presente Malavolti  – emerge che la domanda di trattrici in Europa è risultata in ripresa». La comparazione dei dati riferiti al 2018 con quelli relativi all’anno 2016 conferma il trend positivo in atto, infatti tra il 2016 e il 2018 le vendite di trattrici sono cresciute del 5,6 per cento circa, in recupero rispetto alle perdite avute nel triennio 2014-2016.

Ed anche per quanto riguarda il mercato Italia, le immatricolazioni di trattrici a fine 2018 si allineano con il dato del 2016, quando il consuntivo indicava un totale di 18.341 unità.

 

DAL VECCHIO CONTINENTE IL 62% DEL TOTALE DELLE ESPORTAZIONI

«Nonostante sia bistrattata, nonostante sia il “Vecchio” Continente – ha sottolineato il presidente di FederUnacoma – l’Europa resta il principale produttore di trattori. Per di più, movimenta il 60 per cento dell’export».

E proprio sull’export Malavolti ha voluto fare una riflessione. Un dato significativo emerge infatti confrontando il 2008 con il 2018: se fino a dieci anni fa le trattrici erano il 38 per cento del totale del macchinario, nel 2018 la quota delle trattrici è scesa al 31 per cento del totale ed è cresciuta al suo posto la quota relativa alle altre tipologie di macchine.

«Questo indica – ha commentato  Malavolti – come la domanda complessiva si stia orientando verso attrezzature e tipologie di mezzi specifiche per le diverse lavorazioni, a conferma di quanto la qualità e la differenziazione delle produzioni agricole richieda tecnologie sempre più mirate”.

 

L’USATO CONTINUA A CRESCERE

Se quelli fin qui elencati sono dati tutto sommato prevedibili e accettabili, a sconcertare il presidente di FederUnacoma  è il mercato dell’usato: per ogni trattore nuovo se ne vendono due usati  (2,05 per essere precisi).

E infatti – prendendo ancora come periodo di riferimento i primi 5 mesi dell’anno – sono 19.590 le macchine usate che dall’inizio dell’anno alla fine di maggio sono state soggette a compravendita, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2018 del 5,9 per cento: un dato preoccupante se si pensa che supera di oltre mille macchine il totale delle immatricolazioni di trattrici nuove registrate nell’intero anno 2018.

«Quello della crescita dell’usato – ha evidenziato Malavolti – è un problema serio, perché ha delle implicazioni in termini di sicurezza».

L’agricoltura continua a pagare un prezzo troppo alto in termini di vite umane (circa 200 all’anno), ancora tante sono le macchine con più di venti anni di vita e moltissime quelle prive di una serie di accorgimenti – banalmente dei roll bar – che circolano indisturbate: «Non dico che si sarebbero potuti evitare i 200 morti per incidenti in agricoltura  – ha specificato il presidente – ma di sicuro aver rimandato il decreto Revisione e avere annesso ai trattori e alle macchine agricole quelle del movimento terra, complica le cose».

 

REVISIONE: LA SPERANZA È L’ULTIMA A MORIRE

Il 21 giugno scorso si è infatti aggiunto un nuovo capitolo alla neverending story che vede protagonista la revisione delle macchine agricole: è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto di Revisione generale periodica delle macchine agricole ed operatrici, firmato dal ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio di concerto con il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli.

Da parte dei ministri coinvolti pare esserci entusiasmo, tanto che Centinaio ha commentato: «Abbiamo ascoltato le richieste di tutto il comparto, dei contoterzisti e degli agricoltori e la firma di questo decreto, di concerto con il Mit, pone un’importante tassello per il comparto agricolo: poniamo le basi per un’agricoltura efficiente partendo innanzitutto da un’agricoltura sicura. In particolare, abbiamo concesso la proroga di revisione così da garantire migliori controlli nella sicurezza del parco macchine per un settore condizionato spesso da dispositivi obsoleti. Il rilancio del settore riguarda anche la sicurezza degli operatori».

Ma la proroga (vedi le nuove scadenze), unitamente all’accorpamento dei trattori con le macchine construction, può apparire come l’ultimo escamotage per accantonare la revisione. Nonostante tutto, però, Malavolti non perde le speranze: «noi continueremo a lavorare e a dialogare con i ministeri competenti affinché la revisione si possa fare, nell’ottica della sicurezza».

 

© Emanuela Stìfano

 

vedi anche:

FederUnacoma: Alessandro Malavolti confermato presidente

Macchine agricole: ancora un anno positivo per il “made in Italy” ma per i trattori il bilancio è in rosso

Malavolti (FederUnacoma): mi interessa Bologna, non Parigi

 

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