Macchine agricole: nel 2023 cresce l’export italiano, tra insidie e opportunità

Mercati 13/06/2024 -
Macchine agricole: nel 2023 cresce l’export italiano, tra insidie e opportunità

Cifre alla mano, l’agromeccanica italiana può archiviare con soddisfazione il 2023 per i risultati ottenuti sul fronte dell’export che hanno confermato il successo riscosso dal settore sui mercati esteri, grazie ad elevata qualità manifatturiera, consolidata tradizione ed elevato livello tecnologico.

 

ESPORTAZIONI DI TRATTRICI E MACCHINE AGRICOLE MADE IN ITALY OLTRE I 7,2 MILIARDI DI EURO

Secondo i dati elaborati dall’Istat e diffusi da FederUnacoma, infatti, le esportazioni di trattrici e  macchine agricole made in Italy hanno superato i 7,2 miliardi di euro, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente quando si erano fermate a quota 6,742 miliardi di euro, con la conferma della Francia in testa alla classifica dei paesi importatori di tecnologie italiane (con il 14% della cifra totale), seguita dagli Stati Uniti gli Stati Uniti (in contrazione dell’1,8%) e dalla Germania (+14,4%).

Scomponendo le trattrici dalla cifra totale e limitandosi a prendere in esame il trend dell’export di macchine agricole si ottiene un valore altrettanto lusinghiero, prossimo ai 5 miliardi di euro, insieme a un saldo commerciale positivo di oltre 3 miliardi di euro.

 

L’ANALISI DI EXPORTPLANNING

 

Verte proprio sulle performance ottenute dalle macchine agricole Made in Italy sui mercati esteri, con l’obiettivo di approfondirne dinamiche e opportunità, un interessante articolo di ExportPlanning Magazine dal titolo “Macchine Agricole: dinamiche e opportunità per l’export italiano” a firma di Marzia Moccia.

L’intento, in sintesi, è quello di evidenziare come l’ottimo posizionamento del nostro Paese nella classifica dei Top exporter mondiali di macchine agricole – in cui nel 2023 occupava il terzo posto alle spalle di Germania e Stati Uniti (posizione riconquistata lo scorso anno dopo che nel 2022 le era stata strappata dalla Cina, con la quale il Belpaese è impegnato in un testa a testa a partire dal 2015), non sia privo di sfide o insidie, in uno scenario dove la concorrenza internazionale è particolarmente agguerrita e il rischio di perdere terreno è molto forte.

Un argomento peraltro già scandagliato nel corso del Think Tank organizzato da FederUnacoma lo scorso anno che aveva individuato nel made in Italy un valore aggiunto per la meccanica agricola nazionale, sulla scia di quanto si sta facendo nei settori dell’automotive di alta gamma, della moda, dell’agroalimentare.


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DOPO L’EXPLOIT NEL 2021, UN PROGRESSIVO SLOW DOWN NEI DUE ANNI SUCCESSIVI, SECONDO UNA VALUTAZIONE IN TERMINI REALI

Dall’analisi di ExportPanning, illustrata con dei grafici, emerge come le esportazioni italiane di macchine agricole, se valutate in termini reali, abbiano vissuto un autentico exploit nel 2021, anno in cui è stato raggiunto il valore di 3,977 milioni di euro (+20,5% rispetto al 2020), «per poi cedere il passo – riportando testualmente quanto fatto presente da Moccia – a un progressivo rallentamento nel biennio 2022-2023, caratterizzatosi da un forte distaccamento tra le dinamiche a prezzi correnti e reali, specchio del contesto inflazionistico».

Una valutazione che trova conferma nella disamina dell’andamento della quota di mercato globale detenuta dall’Italia da cui emerge come in un’ottica di lungo periodo, da inizio secolo il Belpaese abbia sperimentato una progressiva e significativa perdita di competitività, scendendo dal 26% di market share detenuta nel 2000 relativamente al commercio mondiale di macchine agricole, al 15% nel 2019.

Dando un’occhiata ai nostri principali competitor, qualcosa di simile, viene fatto notare, è accaduto anche agli Stati Uniti, mentre la Germania si è mantenuta stabilmente sulla quota del 35% di inizio secolo, registrando anche un miglioramento nel post-pandemia.

 

VERSO UNA FASE DI STABILITÀ?

C’è però un elemento positivo, evidenziato da Export Planning, ed è l’arresto, a quanto pare, del trend discendente della quota di mercato italiana, per dare avvio a una fase di  stabilità che testimonia una maggiore resilienza degli esportatori nazionali alle sfide globali.

Le chance delle aziende di settore vanno ovviamente rapportate alle caratteristiche dei singoli mercati e in quest’ottica ExportPlanning offre, tra i vari servizi riservati agli abbonati, lo strumento Market Selection che permette di raccogliere, comparare e sistematizzare le informazioni sui diversi mercati mondiali, al fine di valutare le relative opportunità attraverso indicatori product-specific e country-specific.

A livello generale si tratta tuttavia di vedere se a fine 2024 l’agromeccanica nazionale sarà effettivamente riuscita a incrementare o quantomeno a mantenere stabile il valore sia dell’export sia del proprio market share in un quadro internazionale che appare ancora incerto e mutevole e a fronte di una prevista contrazione della domanda di macchinari agricoli, dovuta al costo ancora alto delle materie prime e alle perduranti tensioni internazionali che mettono a rischio le catene di approvvigionamento.

 

IL 2024 ANNO DELLA MECCANICA, SECONDO IL RAPPORTO “WHERE TO EXPORT MAP 2024” DI SACE

Qualche spiraglio in questa direzione arriva dal rapporto “Where to Export Map 2024: innovare per crescere” di Sace – gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze – dedicato all’illustrazione su scala globale delle opportunità di esportazione per le aziende nazionali. Come evidenziato da Alessandro Terzulli, capo economista di Sce in un’intervista al “Corriere della Sera” dello scorso marzo (in occasione appunto dell’uscita del Rapporto Sace), il 2024 sarà un anno interessante, malgrado le difficoltà del quadro economico complessivo, e in particolare sarà l’anno della meccanica, sostenuta dall’intelligenza artificiale.

 

INDIVIDUATI I MERCATI PIÙ PROMETTENTI

Quanto ai mercati più promettenti, accanto a paesi caratterizzati da legami consolidati con l’Italia come gli Stati Uniti, la Francia ed anche la Germania che per quel che riguarda nello specifico la richiesta di macchine agricole, hanno fatto da traino alla domanda, sta suscitando particolare interesse l’India, proiettata nei prossimi dieci anni verso un’espansione significativa del mercato dei macchinari per l’agricoltura e l’agroalimentare.

Da non trascurare poi il Messico, seconda economia dell’America Latina nonché Paese che in mancanza di una vera specializzazione nella produzione di macchine agricole e deve ricorrere ai produttori esteri per soddisfare il proprio fabbisogno di tecnologie, e per finire, l’Australia, dodicesima economia mondiale, dove il settore della meccanica agricola, per larga parte d’importazione, dovrebbe registrare una crescita rilevante passando dal giro d’affari di 3,15 miliardi di dollari dello scorso anno  a 4,48 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuo composto del 7,3%.

 

 
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Fonte immagini:iStock (apertura), Berti Macchine Agricole; fonte tabelle: ExportPlanning.
 

 

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