L’ultimo acquisto, risalente allo scorso 27 marzo, campeggia sui media finanziari americani: 5.000 azioni Agco per un controvalore di 234mila dollari ma a far parlare non è tanto la cifra investita quanto “il bottino” accumulato fin qui: oltre 11,2 milioni di azioni della corporation americana in base al Nasdaq.
TAFE, IL SECONDO PRODUTTORE INDIANO DI TRATTORI
A possederlo, per via diretta e indiretta, è Mallika Srinivasan, presidente e amministratore delegato della compagnia Tafe (Tractors and Farm Equipment Limited), il secondo produttore indiano di trattori, alle spalle di Mahindra & Mahindra, con il 25 per cento del mercato domestico, ed il terzo su scala mondiale con oltre 170mila macchine vendute annualmente in più di 75 paesi, a testimonianza di un’ottima propensione all’export.
UNA BRILLANTE CARRIERA DA MANAGER
Pressoché sconosciuta in Europa ma famosissima in Asia, dove è nota anche come la “Regina dei trattori”, Mallika Srinivasan vanta una carriera imprenditoriale di tutto rispetto: basti dire che dal 1985, anno del suo ingresso nella compagnia fondata dal padre venticinque anni prima, il fatturato di Tafe è salito da 70 milioni a 1,6 miliardi di dollari (dato 2013-2014). Nel 2012 Forbes Asia l’ha inserita tra le 50 donne d’affari più influenti dell’Asia mentre Fortune India le ha assegnato il secondo posto nella classifica delle 50 più potenti imprenditrici indiane.
LA PARTNERSHIP CON MASSEY FERGUSON
Il trait d’union tra l’indiana Tafe la corporation con sede a Duluth, in Georgia, va identificato nel brand Massey Ferguson, dal 1994 di proprietà del gruppo Agco. La nascita di Tafe si ricollega infatti alla ricerca da parte di Massey Ferguson di una compagnia che producesse i suoi trattori in India, per il mercato locale, e fu l’accordo stipulato con il gruppo locale The Amalgamations Group a dare origine, nel 1960, a Tafe, insediata a Chennai, nella penisola del Deccan, sul Golfo del Bengala.
Da allora Tafe assembla, su licenza e con brand Massey Ferguson, trattori CKD (completely knocked down, vale a dire completamente smontati) nel segmento di potenza fino a 75 cavalli che, oltre ad essere venduti in loco, vengono immessi da Agco nella propria rete distributiva globale per essere destinati ai mercati africani e del Sud America ma anche agli Stati Uniti.
Tafe provvede inoltre a fornire componenti al gruppo di Atlanta che, in virtù di questa partnership, possiede il 23,5 per cento della compagnia indiana, vale a dire il massimo attualmente consentito dalla legislazione indiana agli investitori stranieri relativamente a questo settore.
IL TETTO DEL 12,5 PER CENTO
Ma non si tratta dell’unico blocco che regola i rapporti tra le due società. Risale infatti allo scorso settembre un accordo sottoscritto da Agco e Tafe in base al quale l’azienda indiana non può arrivare a detenere una quota del gruppo di Atlanta superiore al 12,5 per cento.
Un limite che sembrerebbe raggiunto, se non addirittura superato. Secondo più fonti (tra queste Octafinance), infatti, Tafe (Tractors and Farm Equipment Ltd e Motors and Tractors Ltd insieme) sarebbe arrivata a detenere il 12,65 per cento del capitale di Agco, per un valore complessivo che già alla fine dello scorso anno, prima degli ultimi acquisti, veniva stimato in oltre 665 milioni di dollari.
L’INGRESSO NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI AGCO
Martin Richenhagen (nella foto sopra), presidente e Ceo di Agco, interrogato sulla vicenda all’ultima edizione del Sima da un giornalista della rivista tedesca Profi, ha manifestato grande tranquillità facendo riferimento all’accordo in atto con la potente manager di Tafe che nel 2011 è stata chiamata a far parte del consiglio di amministrazione di Agco.
«Siamo molto soddisfatti di avere un’azionista così importante – aveva dichiarato lo stesso Richenhagen qualche tempo prima commentando una conversazione avuta con Mallika Srinivasan –. So che lei crede nel nostro business e considera l’acquisto di azioni Agco un investimento strategico a lungo termine e non ha alcuna intenzione di comprare o vendere in funzione delle quotazioni dei nostri titoli. Per giunta ci ha aiutato a capire i mercati dell’Asia molto meglio di quanto avremmo potuto fare noi dalla Georgia».
Ma per quanto i vertici di Agco siano in qualche modo obbligati a partecipare al capitale del gruppo e la compagnia abbia sempre incoraggiato l’acquisto di azioni da parte dei componenti del consiglio di amministrazione, è probabile che l’eccessiva concentrazione di quote societarie nella mani della “Regina dei trattori” abbia destato qualche preoccupazione.
Tant’è vero che alcuni media hanno definito “una contromanovra” la decisione ufficializzata dalla corporation di Atlanta lo scorso dicembre di investire 500 milioni di dollari nell’acquisto di azioni proprie e motivata come un atto di fiducia nelle strategie aziendali di lungo periodo del Gruppo.
LE POSSIBILI STRATEGIE DIETRO L’ACQUISTO DI AZIONI
Non resta altro che aspettare le prossime mosse di Mallika Srinivasan per capire quale strategia si nasconda dietro i consistenti investimenti nell’acquisto di azioni Agco: arrivare a lanciare una Opa o più semplicemente fare leva sul consiglio di amministrazione della corporation americana per riuscire a portare i trattori Tafe (il cui livello tecnologico peraltro si sta innalzando grazie ai rapporti in atto con Avl, Warwick Manufacturing Group, Carraro e Ricardo) sul mercato nordamericano?
Si tenga presente in proposito che in una intervista dello scorso anno a “The Economic Times”, il principale quotidiano finanziario indiano, Mallika Srinivasan individuava uno dei punti forti di Tafe nell’approccio flessibile che aveva appena portato al lancio di 50 nuove varianti dei modelli di trattori prodotti dall’azienda in grado di soddisfare le esigenze di una clientela su scala mondiale.
© riproduzione riservata