Jolanda di Savoia, in provincia di Ferrara, detiene il record di massima depressione in Italia dal punto di vista altimetrico, raggiungendo in una porzione del territorio comunale i 3,90 metri sotto il livello del mare: qui nel passato si è affermata l’agricoltura di bonifica e oggi si volta pagina proiettandosi nel futuro con l’arrivo dell’agricoltura 4.0.
UNO DEI PIÙ IMPORTANTI INVESTIMENTI DI RINNOVO DEL PARCO MACCHINE
Grazie ai massicci investimenti, per l’ammontare di 32 milioni di euro, previsti dal piano di sviluppo industriale messo in atto da Bonifiche Ferraresi spa – una realtà che conta 5.500 ettari di superficie agricola utilizzabile (Sau) – si potranno infatti impiegare i più moderni sistemi di coltivazione oggi disponibili.
Con questa finalità il 6 maggio scorso sono state consegnate a Bonifiche Ferraresi 20 macchine agricole John Deere, rappresentative di tutta la gamma del costruttore statunitense.
Dalla semina alla raccolta, passando per il frutteto, nel dettaglio la fornitura prevede quattro trattori specializzati per vigneti e frutteti 5085GN, cinque trattori compatti 6110RC, due trattori 6120R, due trattori 6145R equipaggiati con caricatori frontali H360, un trattore 6215R, due trattori 7310R e due trattori cingolati 8370RT, oltre all’innovativa mietitrebbia S680, alla pressa quadra gigante L1534 e ai tre veicoli utilitari Gator XUV 855 4×4.
LA CERIMONIA DI CONSEGNA DEI MACCHINARI AGRICOLI
La cerimonia – avvenuta alla presenza delle istituzioni e in particolare del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina – ha sancito una partnership che, stando alle parole dei protagonisti, è destinata a consolidarsi nel tempo.
«Parlare di agricoltura fino a poco tempo fa significava leggere il passato – ha commentato il ministro –. Oggi il ritorno alla terra è una prospettiva per di futuro: sono qui a testimoniare l’attenzione del Governo e del mio ministero verso il settore primario e sono qui per ringraziare John Deere per la collaborazione».
A fare gli onori di casa Federico Vecchioni (nella foto sopra), amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi, che ha precisato: «La partnership con John Deere è solo il punto di partenza di un percorso che ci porterà ad affermare l’innovativo modello di agricoltura proposto dalla nostra società: un modello che unisce il recupero della tradizione con i più moderni e innovati sistemi di produzione agricola».
«L’evento di oggi– ha proseguito Vecchioni – rappresenta un altro importante passo nel nuovo corso di Bonifiche Ferraresi, un percorso che porterà la società a divenire il soggetto trainante di tutto il settore agricolo italiano e il pivot di progetti di ricerca e innovazione “in campo” con i principali centri ricerca nazionale e internazionale applicata al settore».
DAL CAMPO ALLO SCAFFALE
«Siamo qui per raccogliere questa sfida – ha spiegato James F. Orr (nella foto sopra), Sales Vice President di John Deere –. Negli anni abbiamo lavorato in collaborazione con i nostri clienti e con loro abbiamo perfezionato i nostri prodotti. Vogliamo aiutare Bonifiche Ferraresi ad arrivare dal campo allo scaffale e a realizzare i progetti che si è prefissata».
In effetti Bonifiche Ferraresi sta pensando in grande, e tra i progetti per il futuro ha programmato la realizzazione di un un distratto zootecnico con 8mila capi e l’integrazione di tutta la filiera agroalimentare, dal campo alla distribuzione.
Le categorie merceologiche su cui intende puntare vanno dalle orticole ai cereali, passando anche dalla frutticoltura e dall’olivicoltura. I partner coinvolti sono parecchi e hanno tutti nomi altisonanti: Bennet, Esselunga, Conad, Cremonini, i Consorzi agrari, Coldiretti e la Società italiana sementi. «Siamo l’unica pubblic company italiana – ha puntualizzato Vecchioni – e siamo un’azienda agricola quotata in Borsa: abbiamo bisogno di alleati».
Nel futuro ci sarà anche un Campus universitario perché, come ha spiegato Vecchioni, ricerca significa giovani, e giovani significano agricoltura 4.0.
L’AGRICOLTURA 4.0 SECONDO LA CASA DEL CERVO
Per John Deere agricoltura 4.0 fa rima con Farmsight, il che significa sfruttare i vantaggi di avere la macchina connessa, l’operatore connesso e il campo connesso.
Ecco perché, per usufruire al meglio delle tecnologie messe a disposizione dal nuovo parco macchine, i 5.500 ettari sono stati tutti georeferenziati. Ciò significa l’inserimento a 3 diversi livelli sotterranei di una serie di sensori capaci di analizzare le caratteristiche del suolo e di dialogare tramite satellite con le macchine, con il risultato di un utilizzo più razionale di acqua, sementi, fertilizzanti, fitofarmaci.
«In futuro – ha esordito Marzio Devalle (nella foto sopra), amministratore delegato John Deere Italiana – l’agricoltura 4.0 avrà un ruolo fondamentale nell’incremento della produttività delle aziende agricole e sarà la risposta all’incremento della popolazione mondiale, che nel 2050 toccherà quota 9 miliardi e 600 milioni. Ci aspetta una sfida importante: per rispondere alla nuove esigenze, dovremo raddoppiare i raccolti».
«L’agricoltura 4.0 – ha proseguito Devalle – permette all’azienda agricola di prendere le migliori decisioni e di adottare soluzioni più efficienti, più sostenibili, più moderne e in grado di far aumentare la connettività. Per noi di John Deere questo approccio si chiama Farmsight».
«Quando produciamo le nostre macchine – ha precisato – puntiamo ad incrementare la produzione, ad ottimizzare i costi e ad accrescere la qualità. L’obiettivo è annullare gli sprechi».
SOFISTICATE SOLUZIONI PER L’AGRICOLTURA DI PRECISIONE
Ma quali sono, in concreto, le soluzioni che la casa del Cervo ha proposto a Bonifiche Ferraresi?
In primo luogo il sistema di guida automatica satellitare integrato AutoTrac che, con un margine di errore inferiore ai 2 centimetri, consente di ridurre al minimo le sovrapposizioni fra i passaggi, gestire al meglio percorsi rettilinei e curve e lavorare in qualsiasi condizione di visibilità, anche quando la nebbia è intensa.
Tutte le macchine sono inoltre dotate del sistema telematico JDLink John Deere, soluzione che ne permette il collegamento in remoto con gli uffici e con i dispositivi mobili.
La tecnologia si basa su un’unità di controllo MTG che raccoglie e trasmette dati via rete cellulare, il che consente agli operatori di seguire la propria flotta, monitorare l’avanzamento del lavoro, gestire la logistica, accedere a tutte le informazioni relative alla macchina, analizzarne e ottimizzarne le prestazioni, ma anche ricevere sms o email di avviso, offrendo così assistenza remota e automatizzazione dello scambio di dati.
«La tecnologia oggi a disposizione di Bonifiche Ferraresi – ha concluso Devalle – permetterà di lavorare con bassi margini di errore, all’insegna della connettività. Qui, a Bonifiche Ferraresi, l’agricoltura 4.0 è già realtà».
© Emanuela Stìfano