«L’intelligenza artificiale rappresenta una rivoluzione culturale simile a quella verificatasi con l’avvento di internet, caratterizzata da un’efficacia e una velocità dirompenti che non consentono un approccio “wait and see” perché significherebbe perdere di competitività». Giampaolo Barbieri, amministratore delegato della Barbieri srl e membro del Consiglio di presidenza di FederUnacoma ha evidenziato con queste parole la portata dell’avvento dell’intelligenza artificiale in tutti i settori, agricoltura compresa, all’incontro organizzato nel corso di EIMA 2024, dal titolo “IA: le prospettive dell’industria” al quale hanno partecipato rappresentanti del Cema, il Comitato europeo dei costruttori di macchine agricole, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e di importanti case costruttrici come John Deere e CNH.
LE MOLTEPLICI APPLICAZIONI IN AGRICOLTURA
I progressi dell’intelligenza artificiale sono notevoli e le applicazioni in agricoltura ormai molteplici. In campo, grazie al riconoscimento visivo si possono individuare problemi fitopatologici o carenze irrigue sulle quali agire in maniera tempestiva. Attraverso robot dotati di intelligenza artificiale – è stato sottolineato nel corso dell’incontro – si possono rendere automatiche le operazioni di raccolta e, ancora più a valle nel processo produttivo, l’IA può essere utilizzata per la selezione in ambito ortofrutticolo e per ottimizzare i processi di confezionamento.
UNA STRAORDINARIA OPPORTUNITÀ ANCHE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
A detta di Barbieri l’intelligenza artificiale non è un’esclusiva dei colossi industriali, ma una straordinaria opportunità anche per le piccole e medie imprese. «Un recente studio proprio su queste tipologie aziendali – ha rimarcato il consigliere FederUnacoma – ha messo in evidenzia che chi sta utilizzando l’IA nella propria azienda ha possibilità più che doppie di creare reddito e di crescere rispetto alle realtà che hanno deciso di non entrare in questo mercato». Questo grazie all’aumento dell’efficienza, ai sistemi di supporto decisionale e al miglioramento della produttività.
L’IA, oltre a contribuire al miglioramento del marketing e all’estrazione di informazioni dai dati trasformandoli in valore, può supportare concretamente le imprese nella messa a punto di prodotti innovativi, con funzionalità aggiuntive, riducendo il tempo necessario per la loro introduzione sul mercato e i costi di sviluppo. «L’intelligenza artificiale – ha concluso Barbieri – rappresenta un vero ‘booster’ per il business e per noi costruttori».
IN ITALIA IL MERCATO È PASSATO DAI 218 MILIONI DI EURO DEL 2018 AI 710 MILIONI DI EURO DEL 2023
La crescita dell’IA in Italia viene confermata dai numeri, in continuo aumento. Nel 2018, secondo i dati del Politecnico di Milano, il mercato valeva 210 milioni di euro, poi saliti a 300 nel 2020 e a 500 nel 2022. Nel 2023, ultimo dato disponibile per l’Italia, si sono toccati i 760 milioni di euro con una crescita del 52% rispetto ai precedenti 12 mesi.
IL RITARDO DELL’EUROPA RISPETTO A USA E CINA
Eppure, come ha rimarcato Marko Bertogna, professore ordinario di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche di Unimore, l’Europa è in ritardo: «Non è mai troppo tardi per investire e le possibilità di espansione rimangono. Ma vale la pena ricordare che le prime dieci aziende in termini di investimenti in questo settore ad alta tecnologia sono tutte statunitensi o cinesi».
Bertogna ha infine sottolineato che sono diversi i prodotti maturi nel settore della meccanizzazione agricola, ad esempio sul fronte della guida autonoma. In tal senso EIMA International 2024 ha rappresentato lo specchio di un’evoluzione evidente.
Fonte testo: FederUnacoma.
Fonte immagini: CNH, FederUnacoma.
Fonte tabelle, dall’alto: ©Intuit QuickBooks Small Business Index; ©Politecnico di Milano – Dipartimento di Ingegneria Gestionale