Furti di trattori: i ladri li vogliono tecnologici!

News 17/01/2019 -
Furti di trattori: i ladri li vogliono tecnologici!

Sembra difficile far sparire un trattore, eppure succede. E non di rado.

I numeri parlano chiaro: nel 2017, a livello nazionale, tra macchine e attrezzature agricole ne sono state rubate 9114. E pertanto, sebbene rispetto all’ultimo quinquennio si registri una contrazione complessiva pari al 30 per cento, l’impatto dei furti è ancora troppo alto. Soprattutto se, al di là del dato numerico, si va ad analizzare il fenomeno nel dettaglio ed è quanto hanno provato a fare Unacma e Cai nel corso dell’incontro “Il fenomeno dei furti delle macchine agricole. Testimonianze e possibili soluzioni” organizzato durante l’ultima edizione di Eima International.

 

NEL MIRINO LE MEDIE ED ALTE POTENZE

Per prima cosa è stata fatta una premessa circa la bontà dei dati numerici. Come ha infatti fatto notare Gianni Di Nardo, segretario generale di Unacma, al momento è impossibile avere dati disaggregati e dunque quel 9114 di cui sopra comprende indistintamente trattori, attrezzature (e anche i più generici “furti in serra”): non si sa quanti siano gli uni, non si sa quante siano le altre.

Quello che però è ben noto è che a essere particolarmente appetibili, in questo momento, sono i trattori di media e di alta potenza, possibilmente ben accessoriati. In altri termini, macchine il cui valore medio è molto alto. E pertanto, rileggendo le statistiche e contestualizzandole, ciò significa che a fronte di un numero inferiore di furti cresce il valore complessivo del maltolto.

Roberto Guidotti, direttore di Cai, ha così commentato: «Un tempo si pensava che fosse difficile rubare macchine nuove, perché era problematico collocarle sul mercato. Oggi i trattori più rubati sono quelli con una potenza compresa tra 80 a 150 cavalli, perché tutto sommato è facile occultarli: è sufficiente un camion centinato e il gioco è fatto».

«Ai ladri piace il cambio a variazione continua – ha proseguito Guidotti – o il powershift, mentre il cambio manuale è poco di moda. Sono molto apprezzate le macchine con sollevatore frontale e posteriore».

Secondo la disamina di Guidotti, anche le macchine di alta potenza non vengono risparmiate, ma il loro furto implica qualche fatica in più per chi le sottrae indebitamente: per renderle trasportabili e trasferibili altrove, infatti, devono essere private degli pneumatici e spesso deve essere smontata la cabina.

 

ALLA PUGLIA LA MAGLIA NERA

«Una volta rubate – ha spiegato Guidotti – le macchine vengono fatte “raffreddare”, come si dice in gergo. Il che significa che vengono nascoste in aree abbandonate, luoghi in cui è molto pericoloso addentrarsi e che spesso non sono lontani dal luogo del furto, e vengono preparate al trasferimento. Nei giorni successivi vengono caricate e occultate sui camion che le porteranno a destinazione».

Quanto alle regioni maggiormente colpite, la maglia nera spetta alla Puglia, la quale ha subito, nel solo 2017, ben 1.597 furti. Il che si spiega con la posizione geografica: in generale, le regioni maggiormente penalizzate sembrano essere quelle dell’Adriatico, perché da lì è più facile far partire, via mare, la refurtiva.

 

DIETRO AI FURTI VERE E PROPRIE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI

Ma chi ruba i trattori? I furti, hanno spiegato i relatori, oggi sono quasi sempre su commissione. Ad agire sono vere e proprie organizzazioni criminali.

In particolare, ha raccontato Di Nardo, le organizzazioni internazionali si muovono in maniera per nulla casuale: esaminano un territorio, ne censiscono i trattori e le macchine disponibili sia presso le imprese agricole, sia presso le concessionarie della zona, dopodiché passano all’attacco.

 

VERSO I PAESI BALCANICI E DELL’EST EUROPA PER ESSERE RIVENDUTI

Per prima cosa fanno sparire la macchina; in un secondo momento, dopo aver disinnescato gli eventuali antifurti, la fanno partire verso nuove destinazioni: dove vadano a finire i trattori italiani non è dato sapersi con certezza, ma le rotte più probabili, anche sulla scorta dell’esperienza di Unacma e Cai, sembrano essere i Balcani e i paesi dell’Est Europa. In ogni caso, difficilmente restano in Italia.

 

COME FUNZIONANO LE ASSICURAZIONI

Quando si parla di furti, chiaramente occorre fare riferimento anche alle assicurazioni. Il problema evidenziato da Di Nardo e Guidotti è il seguente: normalmente le assicurazioni, ammesso che il trattore o l’attrezzatura rubati siano assicurati contro il furto, rimborsano in funzione del valore dell’usato. Il che significa che si rischia di perdere mediamente il 30 per cento del valore della macchina a nuovo.

«Il furto medio – ha spiegato Guidotti – genera un danno di 30 mila euro se il mezzo è assicurato, di 120 mila euro se invece è del tutto scoperto».

 

L’ANTIFURTO È UN DETERRENTE MA BISOGNA SAPERLO SCEGLIERE

In quanto detto fino ad ora, in effetti, una buona notizia c’è: negli ultimi 5 anni il numero dei furti è diminuito, in Italia, del 30 per cento.

Va però precisato che la diminuzione sembrerebbe dovuta ad un maggiore impiego dei sistemi di tutela e non a maggiori controlli o aa un’inversione di tendenza del fenomeno: come si è detto, i trattori maggiormente ambiti sono trattori sofisticati, e pertanto è facile che siano dotati di qualche deterrente.

In particolare, sul tema degli antifurto è intervenuto Dario Bartesaghi, di MLS Mechanical Line Solutions, azienda che da anni installa dispostivi contro i furti sulle macchine movimento terra (tutt’oggi rappresentano l’80 per cento del business aziendale), ma che si sta affacciando anche al settore agricolo.

«Alcuni sistemi – ha esordito Bartesaghi – vengono disinnescati dai ladri in uno, massimo due minuti». Il riferimento è in particolare all’immobilizer del costruttore che, secondo Bartesaghi, sarebbe il più delle volte inefficace, perché ben conosciuto dai malintenzionati, che dunque riescono a disinnescarlo in poche mosse.

 

I PIÙ EFFICACI SAREBBERO QUELLI MECCANICI/IDRAULICI

A detta di Bartesaghi gli antifurto più efficaci sono quelli meccanici/idraulici, ai quali deve essere affiancato un localizzatore che facilita le eventuali operazioni di recupero. In pratica, secondo quanto riferito dal titolare di MLS, con l’antifurto meccanico si ha il blocco totale della macchina, perché questo dispositivo agisce sull’idraulica del mezzo, senza alterarne le funzioni originali. In questo modo, si impedisce lo spostamento fisico del trattore e, pertanto, il suo furto.

«Gli antifurto satellitari – ha spiegato poi Bartesaghi – sono efficaci nel settore dell’autotrasporto e della logistica. Ma li ritengo inutili e obsoleti sulle machine agricole e sulle machine da cantiere».

I dispositivi meccanico-idralulici di cui ha parlato Bartesaghi hanno piccole dimensioni e sono dotati di batteria a lunga durata: grazie a queste caratteristiche, sono facilmente occultabili all’interno della macchina (è il proprietario a stabilire dove nasconderli) e pertanto risultano introvabili per i malintenzionati.

In caso di furto, comunque, essendo l’antifurto in grado di connettersi a qualsiasi rete, i legittimi proprietari, grazie ai sistemi di geolocalizzazione, possono identificare il luogo dove si trova la macchina rubata direttamente dal pc o da altro device: è chiaro che, con in mano i dati di localizzazione, le Forze dell’Ordine possono intervenire in maniera più sicura e tempestiva.

 

UN CENNO AI COSTI

Ma quanto costa un sistema come quello indicato da Bartesaghi? A conti fatti, per un prodotto composto da antifurto meccanico, da localizzatore e da marchiatura – ossia un codice univoco che permette di identificare la corrispondenza tra veicolo e proprietario, permettendo così di provarne la proprietà – si aggira intorno ai mille euro. Non si devono pagare canoni mensili e non ci sono costi annui di centrale operativa.

In ogni caso, al di là delle iniziative del singolo e dei deterrenti tecnologici, secondo i relatori il problema dei furti delle macchine agricole dovrebbe essere affrontato a livello politico. Ma, a quanto pare, per lo meno al momento, l’interesse per questo tema è prerogativa di pochi.

 

Furti di Macchine e attrezzature agricole suddivisi per regione – Anni 2013-2017 e di Macchine operatrici da cantiere – Anno 2017

Regione 2013 2014 2015 2016 2017 variazione % negli ultimi 5 anni 2017
Macchine e attrezzature agricole Macchine operatrici da cantiere
ABRUZZO 326 332 317 258 214 -34,36 96
BASILICATA 177 202 171 161 162 -8,47 24
CALABRIA 610 636 622 588 513 -15,90 119
CAMPANIA 920 1029 1015 1001 964 -4,78 257
EMILIA-ROMAGNA 819 886 744 671 532 -35,04 220
FRIULI VENEZIA GIULIA 268 185 237 166 132 -50,75 51
LAZIO 859 807 688 598 546 -36,44 262
LIGURIA 221 190 173 153 104 -52,94 84
LOMBARDIA 853 926 860 779 655 -23,21 487
MARCHE 215 231 183 180 177 -17,67 54
MOLISE 128 125 141 124 106 -17,19 13
PIEMONTE 530 548 505 577 443 -16,42 186
PUGLIA 2119 2099 2004 1697 1597 -24,63 208
SARDEGNA 656 663 537 442 442 -32,62 98
SICILIA 1884 1789 1463 1422 1114 -40,87 250
TOSCANA 1104 982 889 731 626 -43,30 232
TRENTINO ALTO ADIGE 143 107 116 137 86 -39,86 56
UMBRIA 231 220 180 176 134 -41,99 42
VALLE D’AOSTA 19 28 13 13 12 -36,84 10
VENETO 954 885 673 677 555 -41,82 168
ITALIA 13.036 12.870 11.531 10.551 9.114 -30,09 2917
 
Fonte tabella: Unacma (marzo 2018) su dati Sdi/Ssd

 

© Emanuela Stìfano

 

 
Fonte immagini: Carabinieri Potenza, MLS Mechanical Line Solutions e Unacma.

 

L'azienda del mese
Sotto i riflettori
Meccagri.it - Social media
Seguici su Facebook Seguici su Instagram Seguici su Youtube Seguici su Twitter
macchine vigneto