Foton Lovol Heavy Industry Ltd, produttore cinese di trattori, mietitrebbie e macchine agricole ha ufficializzato il progetto per il recupero e la valorizzazione di due marchi italiani – per l’esattezza piacentini – che hanno fatto la storia della meccanizzazione agricola: Bubba e Arbos.
Lovol, che ha 16.000 dipendenti e ha realizzato un fatturato di tre miliardi e 200 milioni di euro nell’esercizio 2014, detiene la leadership sul mercato cinese con oltre il 30% di quota di mercato relativa sia ai trattori agricoli sia, soprattutto, alle mietitrebbie (vedi link).
«L’acquisizione dei due marchi storici – ha spiegato Andrea Bedosti, presidente di Lovol Europe – si inquadra non tanto in una nostalgica iniziativa di rivisitazione del passato quanto in una dinamica azione di recupero di quei valori culturali ed industriali che contribuiranno a dare fondamenta e spessore alla diffusione dei prodotti di alta tecnologia sviluppati dal colosso cinese Lovol».
Il primo appuntamento che permetterà di ottenere maggiori dettagli sull’operazione è già fissato: a Milano il 27 e 28 giugno con un convegno e raduno, in zona Expo, ai Giardini Polonia (ingresso Est Roserio).
Come riferisce il quotidiano di Piacenza “Libertà”, i rappresentanti di Foton Lovol, che in Italia ha sede nel Bolognese, a Calderara di Reno, hanno stabilito dei contatti con Enio Moschini, grande appassionato di macchine agricole e all’epoca numero uno della società Comep al quale va il merito di aver salvato dal macero lo storico archivio della Arbos (oltre 70mila disegni e progetti), dopo il suo fallimento, custodendolo per vent’anni nel suo magazzino.
Tra i progetti che Foton Lovol intende avviare ci sarebbe anche la realizzazione di un Museo dedicato ai marchi Arbos e Bubba. Un’iniziativa benemerita se si pensa che Bubba è stata la prima azienda italiana ad impiegare il motore a testa calda in un trattore agricol0 (1923), mentre ad Arbos si deve la fabbricazione di mietitrebbie un po’ spartane ma particolarmente robuste e longeve facilmente riconoscibili per la colorazione verde oliva e ancora diffuse fino alla fine del secolo scorso (l’azienda ha chiuso definitivamente i battenti nel 1994).
Fonti: Lovol e Libertà