Con cinque padiglioni dedicati (1, 2, 6, 7, 8), ai quali si aggiungono i padiglioni 4 e 5 confermati per l’agricoltura specializzata del vigneto e frutteto – colture ad alto valore aggiunto che sono il simbolo della biodiversità e della ricchezza dell’agricoltura dell’Italia e dell’Europa mediterranea – ed un’ampia area dinamica esterna, Fieragricola 2020 si conferma il regno della meccanica.
A questo comparto si deve peraltro buona parte dell’incremento degli spazi espositivi, che in questa edizione sono saliti a 67.600 metri quadrati netti (+18,7% rispetto al 2018), ai quali vanno ad aggiungersi i 9.500 metri quadri dell’area dinamica dedicata agli “Special Show”, dimostrazioni dei macchinari e delle attrezzature agricole in movimento.
RADDOPPIATE LE AREE DINAMICHE, CON LA “NEW ENTRY” DEI SOLLEVATORI TELESCOPICI
Anche in questo caso, in linea con il crescente apprezzamento che i visitatori della rassegna scaligera hanno mostrato di riservare all’evento «live», c’è stato un aumento delle superfici (+26%) rispetto all’edizione 2018 di Fieragricola.
Nell’area didattica gestita in collaborazione con l’Informatore Agrario (di fronte al padiglione 4), sono previsti tre appuntamenti quotidiani per tutti i giorni di manifestazione: dalle 10:30 alle 11:30; dalle 12 alle 13; dalle 14 alle 15, con approfondimenti legati a vigneto e frutteto, agricoltura di precisione e conservativa.
È stata definita anche un’area esterna di fronte al padiglione 9, gestita in collaborazione con Edagricole New Business Media Gruppo Tecniche Nuove, per uno show dinamico con sollevatori telescopici (macchine particolarmente versatili nel loro utilizzo, come dimostra il boom di immatricolazioni nel 2019: +23,5%) dalle 11 alle 12 e dalle 15 alle 16 di ogni giorno di manifestazione.
LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITÀ
«Fieragricola ha nel proprio Dna la promozione delle nuove tecnologie – ha fatto presente il direttore commerciale di Veronafiere Flavio Innocenzi nel corso della conferenza stampa di presentazione della rassegna che si è svolta a Roma lo scorso 22 gennaio – che sono uno strumento di innovazione necessario per ridurre le emissioni e contribuire alla salvaguardia ambientale del pianeta e, allo stesso tempo, rappresentano un aiuto per migliorare le performance produttive. Non dobbiamo infatti dimenticare che la popolazione mondiale è in crescita, proiettata verso i 9 miliardi di persone nel 2050, mentre la superficie agricola utilizzabile dovrebbe rimanere pressoché stabile intorno a 1,5 miliardi di ettari. Ciò significa che, per rispondere a un maggiore fabbisogno di cibo, sarà fondamentale incentivare il progresso, che passa inevitabilmente anche dall’agricoltura di precisione e da mezzi agricoli più moderni».
La kermesse scaligera, non a caso, accende quest’anno i riflettori sul Green Deal annunciato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. «L’appuntamento di Verona vuole come sempre offrire spunti di riflessione e soluzioni pratiche per accompagnare il mondo imprenditoriale e le filiere agro-zootecniche verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale», ha sottolineato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese.
L’Ue pubblicherà gli asset strategici entro la prossima primavera, ma già dalla comunicazione si capisce dove il Green Deal vuole andare a parare (e in parte a finanziare), indicando tutta una serie di obiettivi ai quali l’agricoltura europea dovrà tendere nella logica di costruire un’economia circolare basata su un sistema alimentare sano, equo e rispettoso dell’ambiente.
LA RIVINCITA DEGLI AGRICOLTORI SUGLI AMBIENTALISTI
Traguardi dai quali l’agricoltura italiana non è poi così distante come farebbero pensare alcuni luoghi comuni. “Illuminante” a questo proposito lo studio realizzato dall’Osservatorio Fieragricola-Nomisma che promuove il Belpaese per quanto riguarda sicurezza alimentare, bio, riduzione degli sprechi e uso della chimica (permangono invece delle criticità sul fronte della gestione dell’acqua e l’erosione del suolo).
La rivoluzione sostenibile a emissioni zero voluta da Bruxelles per la meccanica significa agricoltura di precisione, minima lavorazione, semina su sodo, attenzione ai suoli e gestione dei big data, soluzioni che non soltanto contribuiscono alla difesa dell’ambiente, ma allo stesso tempo aiutano le imprese agricole a migliorare la competitività e la marginalità economica.
Recenti studi condotti dall’Università di Milano e Genova in collaborazione con Conserve Italia sulle colture orticole (pomodoro e mais dolce) hanno quantificato i benefici delle tecnologie di precision farming tra i 70 e i 160 euro all’ettaro. Per non parlare della riduzione dei consumi di carburante fra il 22 e il 55 per cento in caso di minima lavorazione o strip till, in base alle rilevazioni di Confai Academy in collaborazione con l’Università di Perugia, Bayer, Scam e altri partner.
LA PRESENZA DELL’INTERA FILIERA AGROMECCANICA
Ed è soprattutto su questo terreno che si misureranno i top player delle meccanizzazione agricola, tutti presenti a Verona, con un’offerta che muove soprattutto nella direzione della sostenibilità.
Accanto ai costruttori gli altri segmenti della meccanica agricola: dalle agromeccaniche professionali fino ai rivenditori. Il filo conduttore è, inevitabilmente, l’innovazione, nel cui contesto si inserisce anche il premio «Contoterzista dell’anno», organizzato da Edagricole – New Business Media in collaborazione con la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (CAI).
UNA RASSEGNA SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE
Sul fronte dell’internazionalizzazione, riflettori accesi sulla Croazia come Paese ospite della manifestazione, nel semestre di presidenza del Consiglio dei ministri agricoli della Ue.
Focus anche sull’Africa quale nuova frontiera per sperimentare soluzioni agricole in grado di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità e favorire sicurezza alimentare, istruzione e sanità.
Si tenga presente che nel 2018 l’Italia, secondo le elaborazioni di Ice-Agenzia, ha esportato complessivamente in 49 Paesi dell’Africa Subsahariana 5,46 miliardi di euro rispetto ai 5,08 dell’anno precedente e i dati del 2019
(gennaio-maggio) segnalano un incremento del 6,2 per cento su base tendenziale.
Spazio inoltre ai b2b con l’arrivo in fiera di oltre 100 buyer da 30 Paesi grazie all’incoming organizzato in collaborazione con ICE e FederUnacoma.
LA TRASVERSALITÀ CARTA VINCENTE
Come ha tenuto a evidenziare il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, Fieragricola deve buona parte del suo successo al format trasversale, aperto a tutti i segmenti del settore primario, al quale non ha voluto rinunciare neppure negli anni di evidente declino di fronte alla pressante concorrenza delle rassegne specializzate.
Anzi, questa edizione sarà caratterizzata da un’ulteriore crescita dell’altro grande pilastro di Fieragricola, la zootecnia, forte di 800 animali in esposizione (+14,3% rispetto all’edizione del 2018) e un’area di 4.000 metri quadrati per i concorsi zootecnici.
I CONVEGNI SULLA MECCANICA AGRICOLA
Fra i convegni in calendario (per il programma completo consultare il sito www.fieragricola.it) inerenti alla meccanizzazione agricola, FederUnacoma, CAI e Unacma affronteranno insieme il tema della «Mother Regulation, 2 anni dopo», il provvedimento cioè che è diventato il principale riferimento legislativo per l’omologazione delle macchine agricole in Europa.
Uncai, a sua volta, si occuperà dei temi di attualità legati al contoterzismo nel corso di un talk show mentre l’Informatore Agrario approfondirà gli aspetti della «Redditività dell’agricoltura di precisione», nuova frontiera che coniuga la meccanizzazione agricola all’analisi dei big data e all’Internet of Things (IoT).
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Fonte immagini: Foto Ennevi Veronafiere e Meccagri. Le immagini si riferiscono all’edizione 2018 di Fieragricola.