FIAT 466: 54 cavalli di pura forza FIAT Trattori

FIAT 466: 54 cavalli di pura forza FIAT Trattori

La serie 66 di FIAT Trattori è stata prodotta dal 1982 al 1984 negli stabilimenti di Modena ed era composta da quattro modelli – 466, 566, 666 e 766 – con potenze che andavano dai 54 cavalli ai 78 cavalli, offrendo trattori a 3 e 4 cilindri semplici e robusti in grado di destreggiarsi con valore in ogni situazione lavorativa.

Il 466 era il modello d’ingresso di questa serie, un vero tuttofare che ha conosciuto un grande successo grazie alla capacità di svolgere ogni attività con forza e grinta.

 

MOTORE 3 CILINDRI DA 2.592 CENTIMETRI CUBI

Trattore Fiat 466

Il 466, caratterizzato come il resto della serie da un cofano che ricalcava le linee squadrate della serie 80 aperto ai lati e ribaltabile in avanti, era dotato di un motore serie 8035.02, un diesel a 4 tempi con iniezione diretta a 3 cilindri per una cilindrata di 2.592 centimetri cubi. La potenza era di 54 cavalli (39,7 kilowatt) erogati a 2.600 giri/min, mentre il regime di coppia massima si otteneva a 1.400 giri/min. Il motore era raffreddato a liquido attraverso una miscela di acqua e liquido FIAT “PARAFLU 11”.

 

TRASMISSIONE MECCANICA 12+4, 20+8 CON RIDUTTORE O 12+12 CON INVERSORE

La trasmissione base adottata sui 466 consisteva in un cambio meccanico, a marce sincronizzate con ingranaggi elicoidali, 12+4 con 4 marce e 3 gamme in avanti, in grado di far viaggiare il trattore da una velocità minima di 1,7 chilometri orari con pneumatici posteriori 13.6/12-28 a una velocità massima di 31,3 chilometri orari con pneumatici posteriori 14.9/13-28.

In opzione, era possibile dotare il trattore di un riduttore supplementare del tipo in cascata, sistemato tra la frizione e il cambio a 12 marce che portava a venti il numero di marce avanti disponibili e ad 8 le retromarce. Con tale allestimento, la velocità minima in 1° marcia lenta ridotta era di 0,3 chilometri orari, mentre la velocità massima con pneumatici 14.9/13-28 era di 31,3 chilometri orari, al pari della versione base. Per inserire il riduttore era necessario fermare il trattore e, una volta disinnestata la frizione, tirare indietro una leva posta a sinistra del posto di guida. La versione con riduttore pesava 15 chilogrammi in più rispetto al modello base.

Altro accessorio a disposizione sul FIAT 466 era l’inversore che consentiva di disporre di 12 marce in avanti e 12 in retromarcia: per invertire il senso di marcia era necessario fermare il trattore e spostare indietro o in avanti la leva posta a sinistra del posto di guida per azionare le retromarce o le marce in avanti. La versione con riduttore aveva un peso di 20 chilogrammi superiore rispetto al modello base con trasmissione 12+4.

 

SOLLEVATORE IDRAULICO CON PORTATA DI 2.300 CHILOGRAMMI E PRESA DI FORZA A DUE VELOCITÀ

Trattore Fiat 466

Il FIAT 466 era dotato di un sollevatore posteriore di 1° o 2° categoria con una portata di 2.300 chilogrammi alle rotule dei bracci inferiori. Alla destra del posto di guida si potevano trovare le leve di controllo della posizione e di controllo dello sforzo con relativi pomelli di arresto per interrare l’attrezzo sempre alla stessa profondità durante il lavoro.

Per quanto riguarda l’impianto idraulico, erano disponibili fino a due distributori ausiliari, utilizzabili mediante altrettante leve poste sempre alla destra del posto di guida.

La presa di forza era disponibile nella velocità standard di 540 giri/min e, in via opzionale, 540 e 1000 giri/min, ottenibili rispettivamente con il motore a 2.200 e 2.380 giri/min. La presa di forza poteva essere comandata dal motore o essere sincronizzata con il cambio e, in tal caso, il terminale scanalato compiva 8,2 giri con presa a 540 giri/min oppure 14,1 giri con presa a 1.000 giri/min per un giro delle ruote posteriori. Per la presa di forza a 540 giri/min andava montato il terminale di 1  pollici a 6 scanalature, mentre per la 1.000 giri/min andava montato il terminale di 1  pollici a 21 scanalature.

 

TRAZIONE SEMPLICE O INTEGRALE: UN “VERO” CAMPO APERTO

Nonostante la potenza di 54 cavalli lo inserirebbe oggi fra i trattori di piccole dimensioni, il 466 si proponeva quale strumento di lavoro in grado di far fronte ad ogni operazione nei campi, dalla semina alla fienagione fino alla preparazione del terreno. Infatti, il 466 era disponibile sia con trazione semplice sia con doppia trazione (contrassegnata dalla sigla DT), dimostrandosi un perfetto tuttofare in ogni condizione di lavoro, grazie anche all’idroguida opzionale che rendeva più comodo e maneggevole lo sterzo.

Trattore Fiat 466

Da segnalare per quanto riguarda il sistema frenante l’impiego di freni multidisco in bagno d’olio, in sostituzione di quelli a nastro.

Notevole anche la dotazione in materia di zavorre, in quanto era possibile disporre di un pacchetto di zavorre anteriori di 6 o 10 piastre di ghisa di 33 chilogrammi ciascuna che, con il supporto del peso di 80 chilogrammi, permettevano di raggiungere un totale di 278 o 410 chilogrammi. Per le ruote posteriori erano disponibili 4 o 6 anelli di ghisa del peso di 50 chilogrammi ciascuno per un totale di 200 o 300 chilogrammi.


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NUMEROSI ACCESSORI A RICHIESTA

Per soddisfare le esigenze di ogni cliente, FIAT Trattori forniva anche sul più piccolo dei Serie 66 numerosi accessori a richiesta, in modo che ogni agricoltore potesse configurare il proprio trattore secondo le proprie esigenze.

Come riportato dal libretto originale di uso e manutenzione, gli accessori disponibili erano: inversore meccanico, riduttore supplementare, thermostart, guida idrostatica, presa di forza 540/1000 giri/min (di serie era prevista solo la 540 giri/min), filtro dell’aria a secco con spia d’intasamento luminosa sul cruscotto, semigiunti rapidi maschi per innesto sotto pressione per distributori ausiliari, scarico orizzontale, cassetta degli attrezzi, sedile de luxe, freno a mano sulla trasmissione, valvola speciale per frenatura idraulica dei rimorchi, alloggiamento leva a mano del freno rimorchio, distributori ausiliari per comandi a distanza, dispositivi di traino, zavorre, proiettore posteriore, parafanghi anteriori (solo per versione doppia trazione) e telaio di sicurezza con tettuccio.

 

POSTO DI GUIDA ESSENZIALE MA CON UNA DISPOSIZIONE RAZIONALE DEI COMANDI

Volante e cruscotto trattore Fiat 466

Il FIAT 466 era disponibile con telaio di protezione e tettuccio parasole ricoperto da una tela in materiale plastico. Il posto di guida era essenziale, con una disposizione razionale dei comandi e delle leve. L’operatore poteva scegliere fra il sedile normale di serie e il sedile de luxe a richiesta, più comodo e avvolgente, potendo contare in entrambi i casi su un posto di guida regolabile e molleggiato. Il volante in materiale plastico era lo stesso utilizzato sulla serie 80 e il cruscotto era retroilluminato, rendendo la dotazione del trattore completa e in linea con l’offerta delle macchine più grandi.

Non essendo prevista la cabina per questa serie, si poteva e si può godere ancora oggi del suono del tre cilindri FIAT, un motore in grado di regalare soddisfazioni a ogni regime. Il profumo del gasolio e del gas di scarico che esce dalla marmitta quando si accende il trattore sono sensazioni che oggi non siamo più abituati a vivere e che ci riportano nostalgicamente in un’altra dimensione, nel passato dei primi anni 80, quando la meccanizzazione agricola era molto diversa da quella contemporanea.

 

UNA LUNGA STORIA DI SUCCESSI

Dal 1981 al 1983 la serie 66 venne proposta sotto le insegne del marchio FIAT Trattori, per poi subire un aggiornamento con la nascita della nuova Serie 66 Fiatagri. Qui la scritta Fiat posta frontalmente sul cofano lasciò spazio alla celebre foglia rossa e anche gli adesivi sul lato del cofano vennero aggiornati.

Negli anni 90, quando venne acquisita la Ford-New Holland, la serie 66 passò sotto l’egida del nuovo marchio, mantenendo inizialmente il classico colore terracotta per poi cedere al blu New Holland. Risultando ormai superata per le terre europee, la serie 66 ha trovato nuova vita in altri mercati extra-europei dove la semplicità e la robustezza sono ancora le doti principali da ricercare in una macchina.

Così, un trattore con oltre 40 anni di storia alle spalle continua ad essere amato nel mondo, sia da chi lo compra nuovo nei Paesi emergenti sia da chi lo conserva con cura come cimelio del passato, magari ereditato dal padre o dal nonno, godendo ancora di quelle emozioni meccaniche che solo questi trattori sanno dare.

 

© Francesco Ponti

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