L’occupazione si costruisce sui settori vincenti del “made in Italy”, come quello dell’agro-industria. Questo il messaggio che il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti ha lanciato nel corso dell’incontro sul tema “Imprese e occupazione nelle filiere agricole e forestali”, tenutosi lo scorso 21 agosto a Rimini nel contesto del Meeting dell’amicizia.
Dinnanzi ad un pubblico composto in massima parte da giovani, il presidente dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per l’agricoltura ha sottolineato come nell’ambito dell’economia e del lavoro non esistano formule politiche miracolose, ma valgano solamente la capacità di interpretare il mercato e di valorizzare le competenze e le risorse umane, oltre che l’attitudine ad aprirsi al mondo sapendo confrontare le proprie esperienze con quelle possibili in altri Paesi.
Negli stessi termini si sono espressi gli altri relatori del convegno: il direttore generale del consorzio di tutela del grana padano Stefano Berni, il presidente del consorzio Rilegno Nicola Semeraro, il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo e il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro.
LE OPPORTUNITÀ OCCUPAZIONALI OFFERTE DAL COMPARTO AGRICOLO E FORESTALE
In uno scenario difficile come quello attuale – questo il senso dei vari interventi e dell’introduzione fatta dal moderatore Camillo Gardini, presidente del CdO Agroalimentare – il comparto agricolo e forestale offre serie opportunità occupazionali, anche a fronte dell’interesse che l’opinione pubblica e il mondo dei consumatori stanno dimostrando verso la cultura alimentare e le filiere agro-industriali.
Un consorzio come quello del Grana Padano – ha ricordato Stefano Berni – nasce per valorizzare la produzione di un territorio che coinvolge Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, associando 4.300 allevatori, 127 siti produttivi e 198 aziende di confezionamento e commercializzazione per un totale di 40.000 addetti.
Anche la filiera del legno rappresenta una realtà di primo piano – ha ricordato Nicola Semeraro – e il consorzio Rilegno opera per raccogliere e riciclare materie prime legnose sul territorio nazionale così da sopperire ai fabbisogni di un’industria che altrimenti dovrebbe fare ricorso ad una massiccia importazione di materia prima dall’estero. Forte di 400 piattaforme per la raccolta e di 4.500 convenzioni con i Comuni italiani, il Consorzio rappresenta da 20 anni un’eccellenza dal punto di vista organizzativo e delle competenze professionali.
All’origine delle filiere alimentari e agro-industriali c’è naturalmente l’attività agricola e forestale – ha sostenuto Roberto Moncalvo – un’attività che appare oggi sempre più dinamica e multiforme, essendo l’agricoltore in grado non soltanto di produrre beni alimentari
Tra le iniziative Coldiretti per valorizzare l’attività primaria e l’immagine stessa degli agricoltori sono state citate Campagna Amica, la battaglia per il Made in Italy, e i Contratti di Filiera che legano gli agricoltori alle grandi industrie alimentari.
I progetti di sviluppo economico e professionale debbono essere collocati nella cornice non soltanto nazionale ma europea – ha detto Paolo De Castro – non dimenticando come all’origine del grande progetto comunitario vi siano valori come la cooperazione, il progresso, l’innovazione e la qualità e sostenibilità delle filiere produttive che debbono rimanere attuali.
L’IMPORTANZA DEL FATTORE UMANO
L’aspetto valoriale sottolineato da De Castro è stato del resto uno degli elementi cardine dell’intervento di Alessandro Malavolti, il quale ha portato l’attenzione sul fattore umano.
Storie come ad esempio quella di Amilcare Merlo, imprenditore che inizia la propria attività negli anni Sessanta con la scommessa di voler fabbricare un proprio trattore e che oggi può vantare un’azienda leader con 1.200 dipendenti, dimostrano come la capacità manageriale e il coraggio personale possano fondersi e dare luogo ad esperienze di successo.
Parlando della propria personale esperienza – quella di titolare dell’AMA, un’industria della componentistica di primaria importanza che conta 1.250 addetti, Malavolti ha sottolineato come in azienda si sia tramandata di padre in figlio l’idea che tutte le energie e le risorse presenti debbano essere investite in modo corale per realizzare risultati che rappresentano un bene collettivo.
LO STAND UFFICIALE, PER RACCONTARE LA MECCANICA APPLICATA ALL’AGRICOLTURA
L’industria della meccanica agricola ha portato dunque il proprio contributo al Meeting di Rimini, dove era presente uno stand ufficiale FederUnacoma, concepito proprio per raccontare ai giovani il mondo della meccanica applicata all’agricoltura.
Fra i motivi di richiamo, all’interno dello Stand, anche quattro postazioni con giochi in realtà virtuale basati sulla guida e l’impiego di trattori e macchine agricole.
Fonte: FederUnacoma