Oltre cinquemila trattori (più del doppio rispetto alle attese) hanno invaso, lo scorso 26 novembre, Berlino. Una protesta spettacolare da parte degli agricoltori – dopo quella di più di un mese fa – che, alla guida dei loro mezzi, si sono dati appuntamento alla Porta di Brandeburgo per dire no alla politica agraria del governo tedesco.
IN PIAZZA A BERLINO CONTRO LE MISURE DEL GOVERNO A DIFESA DELL’AMBIENTE
A scatenare la rivolta, organizzata dal movimento Land schafft Verbindung (letteralmente “La campagna crea connessione”), dall’Associazione Agricoltori Tedeschi e da Forum Natur, ci sarebbe il pacchetto di nuove norme per la difesa dell’ecosistema presentato all’inizio di settembre congiuntamente dalla ministra per l’agricoltura Julia Klöckner (CDU) e dalla ministra per l’ambiente Svenja Schulze (SPD).
Tra i provvedimenti contestati, in particolare, la messa al bando, dalla fine del 2023 (alla scadenza del rinnovo dell’autorizzazione quinquennale all’uso concessa dalla Commissione Europea) dei diserbanti a base di glifosato, a causa del loro forte impatto ambientale sugli ecosistemi e sull’impollinazione, e la proposta di ridurre il contenuto di nitrati nelle acque sotterranee, eliminando l’uso di alcuni fertilizzanti e letame liquido (in caso di inadempienza sono previste multe elevatissime).
A RISCHIO LA SOPRAVVIVENZA DI MOLTE AZIENDE
Provvedimenti che i manifestanti giudicano troppo restrittivi e tali da mettere a dura prova la sopravvivenza stessa delle loro aziende condannandole alla bancarotta.
Ma gli agricoltori scesi in piazza lamentano anche il discredito che il governo sta gettando sulla categoria. «Non siamo inquinatori e torturatori di animali» affermano con decisione bollando il pacchetto di leggi come «ideologico e persecutorio».
Un aspetto che merita di essere sottolineato è il fatto che la contestazione tedesca è nata dal basso, al di fuori dei canali istituzionali: è stata lanciata su Facebook all’inizio di ottobre e in poche settimane ha raccolto 30 mila aderenti. Dopodiché, trasferita su WhatsApp, si è moltiplicata raggiungendo 100 mila persone.
LA PROTESTA DEI “PAYSANS” A PARIGI
Dopo la Germania, anche la Francia ha visto esplodere la protesta degli agricoltori, un anno esatto dalla rivolta dei “jilets jaunes”.
Il 27 novembre scorso più di mille trattori, secondo i dati del ministero dell’Interno, hanno invaso Parigi, guidati dai “paysans” in protesta provenienti da sei regioni di Francia, tra cui Normandia, Loira, e Borgogna, e confluiti al centro della capitale per esprimere il generalizzato stato di malessere ed esercitare pressioni sul governo in vista dell’apertura dei negoziati commerciali con la grande distribuzione che fissano i prezzi dei prodotti alimentari per un anno.
PRESSING ALLA VIGILIA DELLE TRATTATIVE CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE
Tra i motivi di malcontento l’aumento dei costi produttivi e delle tasse, a fronte di un calo dei prezzi di vendita e della rimozione delle quote su alcuni prodotti che hanno fatto crollare i redditi mediamente del 40 per cento negli ultimi 5 anni e fino al 75 per cento in alcuni settori, come quello dello zucchero.
Sulla carta la legge francese Egalim per l’equilibrio delle relazioni commerciali nel settore alimentare e dell’agricoltura, entrata in vigore a febbraio 2019, avrebbe dovuto segnare una ripresa dei redditi agricoli grazie a rapporti più equi con la grande distribuzione, ma la sua attuazione non ha ancora sortito gli effetti sperati.
La protesta riguarda anche gli accordi di libero scambio UE-Mercosur e Ceta, ritenuti colpevoli di distruggere e l’agricoltura francese e di introdurre una concorrenza sleale, e il malessere della categoria da settimane viaggia anche sui social, con l’hastag “SauveTonPaysan” (Salva il tuo contadino) .
IL MINISTRO APPROVA
«Sostengo la loro rabbia e la loro manifestazione. Capisco che si siano stufati» ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, Didier Guillaume, a radio Europe 1, assicurando «il massimo sostegno del governo nella transizione agro-ecologica».
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Fontew immagini: Landwirt-ein Beruf der Zukunft Facebook; Heimische Landwirtschaft Facebook; USAA Aisne Facebook.