Sperimentazione e innovazione sono strade da esplorare senza timori, perché soltanto così possono essere raggiunti nuovi e impensati traguardi nell’ambito delle produzioni agricole. Optando in tali percorsi per l’applicazione di soluzioni integrate, in quanto capaci di creare sinergie e di amplificare il potenziale di innovazione insito nei singoli prodotti.
A partire naturalmente dal mais – coltura sempre al centro dell’attenzione per la sua importanza nell’ambito del sistema agricolo nazionale – che può senz’altro garantire reddito, a patto però di decidere, prima di iniziarne la coltivazione, a quale mercato rivolgersi, investendo di conseguenza.
Queste le conclusioni emerse qualche giorno fa dall’incontro organizzato a Mediglia, in provincia di Milano, per presentare alla stampa ed ai più influenti imprenditori agricoli del Milanese e del Lodigiano l’ultimo capitolo del progetto Combi Mais Idrotechnologies, approntato da Mario Vigo, al timone assieme al fratello Alberto dell’azienda agricola Folli di Mediglia e presidente di Innovagri (associazione impegnata nella ricerca per l’innovazione del settore agroalimentare).
L’EREDITÀ DI EXPO 2015 PER LA MAISCOLTURA ITALIANA
Forte del patrocinio accordato da Expo 2015 – che lo ha incluso tra i modelli per l’agricoltura del futuro da divulgare – il progetto è stato avviato nel 2014 all’interno dell’azienda Folli su una superficie sperimentale formata da dieci ettari investiti a mais, mettendo in campo soluzioni integrate attraverso la combinazione di prodotti e di tecnologie di ultima generazione.
Obiettivo: ottenere maggiori rese di una granella di mais di elevata qualità utilizzando una metodologia di produzione sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed anche economico, ottimizzando quindi l’efficienza degli imput di coltivazione e limitando al contempo i costi.
UN PROGETTO EVOLUTOSI NELLA SUA INNOVAZIONE
Giunto adesso al terzo anno di ricerca e sperimentazione, il progetto va avanti, sotto il nuovo nome di Combi Mais 3.0, con sempre maggiore impegno messo al servizio della superficie interessata, salita attualmente a 30 ettari di campi di mais dell’azienda medigliese.
COME PRODURRE 20 TONNELLATE DI GRANELLA DI MAIS PER ETTARO IN MODO SOSTENIBILE
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Risultati finora conseguiti, e futuri traguardi fissati dopo la semina avvenuta lo scorso aprile, sono stati illustrati da Mario Vigo, che ha ribadito l’ambiziosa meta produttiva: una resa di 20 tonnellate di granella di mais per ettaro, raggiunta con un protocollo di produzione che si è ulteriormente evoluto in termini di innovazione e sostenibilità grazie al sempre più incisivo contributo offerto dai partner di Combi Mais 3.0, un qualificato pool di aziende di primo piano del settore che integrano in modo sinergico genetica, protezione delle piante, meccanizzazione e irrigazione.
I PARTNER: SYNGENTA, NETAFIM, UNIMER, CIFO E KUHN
E si tratta, tra gli altri, di partner del calibro di Syngenta, una delle principali realtà dell’agro-industria mondiale, Netafim, leader nello sviluppo di soluzioni per l’irrigazione a goccia e la microirrigazione, Unimer, attiva nell’ambito della concimazione organica e minerale, e Cifo, specialista della concimazione fogliare.
DAL COSTRUTTORE DI SAVERNE SOLUZIONI IDEALI PER I CAMPI DI SPERIMENTAZIONE
Decisivo anche quest’anno, poi, l’apporto fornito al progetto Combi Mais 3.0 da parte di Kuhn, in un’ottica di approccio integrato. La casa di Saverne, del resto, ha sposato una visione strategica nella quale competitività, innovazione e sostenibilità rappresentano oggi le direttrici fondamentali per emergere sul mercato delle attrezzature agricole, ed è in grado di offrire una gamma completa di soluzioni per la preparazione del terreno e la semina idonea a supportare, senza trascurare le pratiche più classiche, ogni genere di scelta agronomica, vedi precision farming, agricoltura conservativa e sostenibile. Soluzioni, quindi, ideali per corrispondere pienamente alle esigenze dei campi di sperimentazione.
Risultano così particolarmente interessanti le proposte per la meccanizzazione sostenibile del mais a marchio Kuhn impiegate quest’anno nell’ambito del progetto: attrezzature adatte alla preparazione del terreno tramite tecniche di minima lavorazione e alla semina di precisione.
All’insegna dei principi di precision farming, infatti, sono scesi in campo a Mediglia il coltivatore Cultimer T 300 e la seminatrice pneumatica Maxima 2.
MINIMUM TILLAGE CON IL COLTIVATORE A DENTI CULTIMER
Al fine di rispettare al massimo la struttura del suolo e di contenere i fenomeni erosivi, dunque, i campi coinvolti nel progetto Combi Mais 3.0 sono stati preparati con minima lavorazione utilizzando il polivalente coltivatore a denti Cultimer, disponibile in diverse versioni, da 3 a 6 metri di larghezza di lavoro, in grado di lavorare il terreno – sia in superficie (6-7 centimetri) sia estirpando profondamente fino a 30 centimetri – e di frantumarlo e miscelarlo.
UN PERFETTO INTERRAMENTO DEI RESIDUI
Grazie all’importante luce libera da terra del telaio (85 centimetri) e alla struttura ad ancore disposte su tre ranghi a distanza di 90 centimetri sulla stessa fila, inoltre, viene consentito un ottimo lavoro anche in presenza di residui colturali in superficie. Le ancore a denti a profilo ricurvo, poi, favoriscono la lavorazione dell’intera superficie del terreno, rendendo Cultimer ideale per una buona miscelazione terra/paglia.
POLIVALENZA E SICUREZZA DI IMPIEGO
E la disposizione degli utensili su tre ranghi permette di eseguire contemporaneamente la fessurazione e lo sminuzzamento del terreno, la sua miscelazione con eventuali residui ed il livellamento della superficie.
Ad assicurare al coltivatore di Kuhn una ulteriore versatilità di impiego provvede la disponibilità di vari rulli, di notevole diametro, a gabbia o T-ring, che esercita una azione aggressiva sulla paglia, facilitandone la decomposizione, consentendo inoltre il controllo della profondità di lavoro, il compattamento della miscela formata e la lavorazione di finitura in vista della successiva semina.
Alle doti di polivalenza, infine, la serie Cultimer associa quelle di elevata sicurezza di impiego: il robusto telaio ed il sistema di sicurezza non-stop con doppia molla garantiscono infatti un lavoro senza intralci anche sui terreni più difficili.
MAXIMA 2, PER LA SEMINA SU MINIMA LAVORAZIONE
I brillanti risultati proseguono, stavolta in termini di uniformità di semina – fattore essenziale per la massima produttività del mais – grazie all’utilizzo di una seminatrice ottimizzata per la semina su minima lavorazione come la Maxima 2.
ROBUSTEZZA, AFFIDABILITÀ E PRECISIONE
Caratterizzata da alti livelli di robustezza, affidabilità e precisione, la seminatrice pneumatica di Kuhn deve la sua capacità di assicurare una precisa collocazione del seme ad una uniforme profondità alla speciale struttura dell’elemento di semina: alla caduta alta del seme viene abbinata la presenza di doppi larghi dischi aprisolco (seguiti da un assolcatore e da un ruotino premi-seme) e di ruotini di chiusura che avvicinano al solco la terra fine per ricoprirlo, risultando molto importanti nei casi in cui sia scarsa la terra fine disponibile o quando ci si trovi ad operare su suolo secco o argilloso, a maggior ragione in presenza di residui vegetali.
Maxima 2 viene offerta da Kuhn in una grande varietà di versioni e misure, oltre che con un lungo elenco di attrezzature opzionali, in modo da poter allestire soluzioni adatte alle diverse condizioni del terreno e alle varie esigenze colturali.
© riproduzione riservata Le immagini delle macchine ed attrezzature Kuhn si riferiscono all’esperienza condotta presso l’azienda agricola Folli di Mediglia (MI).