Come insegnano i sacri testi di economia agraria, sono tre i fattori della produzione: capitale, lavoro e terra. Non stupisce, pertanto, che in occasione della Giornata internazionale del suolo (il 5 dicembre), BKT abbia voluto dedicare, lo scorso 14 dicembre, il secondo episodio di Global Trends, proprio alla salute del terreno.
Prima però di entrare nel merito dei contenuti, va ricordato che Global Trends è il format di BKT Network in cui vengono affrontati, con il supporto di esperti internazionali, temi strettamente connessi alla produttività agricola. Anche in questa puntata non sono mancati gli spunti costruttivi.
IL SUOLO È UNA RISORSA MULTIFUNZIONALE
Il dibattito si è aperto con una premessa scontata nella teoria, ma non nella pratica: il suolo deve essere preservato perché, oltre a rivestire un ruolo di primaria importanza nella produzione agricola, è anche una essenziale riserva di biodiversità e costituisce una barriera ai fenomeni di dissesto idrogeologico. Inoltre gioca un ruolo da attore primario nella lotta al climate change.
Pertanto, i relatori che si sono alternati sul palco hanno cercato di rispondere a una domanda tutt’altro che banale: in che modo è possibile preservare il benessere del suolo in agricoltura?
UN SUOLO SANO È UN SUOLO PRODUTTIVO
Sugli aspetti produttivi del terreno è intervenuto Michael McNeill (nella foto sopra), Presidente di Ag Advisory Ltd, servizio di consulenza indipendente sulle colture nello stato americano dell’Iowa, che ha ricordato come la condizione irrinunciabile perché un suolo sia davvero produttivo è che sia fertile, ossia che abbia un fortunato mix di caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche che permettano alle colture di nutrirsi, di crescere, di proliferare.
«La fertilità del suolo può essere migliorata con determinate tecniche colturali, ma può anche essere danneggiata – ha sottolineato McNeill –. Adottare le corrette pratiche di fertilizzazione e di lavorazione del terreno è essenziale per garantire la salute del suolo e di conseguenza delle colture».
Un ruolo fondamentale, quando si parla di fertilità del suolo, spetta anche agli interventi idrici, che devono essere bilanciati: «Avere rispetto del suolo non è solo importante – ha chiosato il consulente – ma è anche conveniente per gli agricoltori. Mantenere il suolo sano assicura loro, infatti, la stabilità della produzione e di conseguenza del profitto».
Ma, nella pratica, che cosa occorre fare per avere rispetto del suolo? Su tale aspetto ha fatto il punto Piero Torassa (a destra nella foto sopra), Field Engineer Manager di BKT Europe, che ha puntualizzato quanto sia deleteria la compattazione del terreno derivante dal passaggio delle macchine agricole, sempre più potenti e sempre più pesanti.
«Scegliere lo pneumatico giusto per il lavoro sul campo può ridurre significativamente il fenomeno della compattazione del suolo – ha riferito –. In particolare, gli pneumatici dotati di tecnologia VF (Very High Flexion) sono alleati vincenti per la salute del terreno, poiché sono in grado di sopportare lo stesso carico a una pressione di gonfiaggio inferiore rispetto a un prodotto standard. Il che è possibile grazie alla pressione di gonfiaggio più bassa, che fa aumentare l’impronta dello pneumatico e pertanto riduce la compattazione».
UN SERBATOIO NATURALE DI ASSORBIMENTO DEL CARBONIO
La gestione del terreno, è emerso dallo speech di Dianna Bagnall (nella foto sopra), ricercatrice del suolo presso il Soil Health Institute negli USA, ha anche una stretta relazione con il clima.
«Un suolo sano sequestra e trattiene CO2, diventando un utile serbatoio – ha spiegato Bagnall –. Ma, se il suolo viene danneggiato, l’anidride carbonica in esso contenuta torna in atmosfera. Riducendo le lavorazioni ed evitando la monocoltura, gli agricoltori possono preservare il benessere del suolo».
Dunque la gestione del suolo deve essere mirata anche alla sostenibilità ambientale. Ma come fare ad avere un atteggiamento sostenibile? La risposta l’ha data Sarah Bell (a destra nella foto sopra), imprenditrice agricola inglese e consulente aziendale, che ha concluso i lavori spiegando: «Il primo passo da fare se si vuole intraprendere un progetto sostenibile che preservi la salute del terreno è studiarne la composizione, le caratteristiche e i fabbisogni».
In pratica, secondo il ragionamento di Bell, non esiste una soluzione univoca e universale, ma occorre ragionare caso per caso: «La sostenibilità è un viaggio – ha fatto presente –. Si inizia col fare piccoli cambiamenti, monitorando i risultati raggiunti. Occorre fissarsi degli obiettivi senza aver fretta di raggiungerli, il percorso che porta alla sostenibilità può essere a volte anche molto lento. Ma, in ultima analisi, è sempre vantaggioso».
A questo link è disponibile l’intera puntata: https://www.bkt-network.com/soil-health
© Emanuela Stìfano