Dopo la frenata del 2009, hanno ripreso a crescere le esportazioni italiane di macchine agricole verso l’area balcanica. Nel periodo gennaio-settembre 2011 – questo emerge dalle informazioni elaborate per Fieragricola da FederUnacoma, sulla base dei rilevamenti Istat, – l’export di macchine agricole e trattrici italiane verso Slovenia, Serbia, Croazia e Bosnia-Erzegovina ha raggiunto un valore pari a 62 milioni di euro, in netto incremento rispetto allo stesso periodo 2010. A guidare la classifica dei Paesi balcanici è la Slovenia, con 30,1 milioni di euro (+9,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010), seguita da Croazia (18,6 milioni di euro, +35,8 per cento), Serbia (10,7 milioni di euro, +39,1 per cento su gennaio-settembre 2010), e Bosnia-Erzegovina (2,5 milioni di euro, +27,8 per cento). In termini assoluti, l’export verso l’area dell’ex Jugoslavia incide per il 2 per cento del totale del flusso italiano di trattrici e mezzi agricoli oltre confine, che al settembre 2011 ammontava ad oltre 3 miliardi di euro complessivi.
Il picco più elevato delle esportazioni italiane verso i Balcani è stato raggiunto nel 2008, con un aggregato a valore di quasi 127 milioni di euro. Nei prossimi 3-5 anni, anche grazie ai recenti sviluppi del referendum che porterà la Croazia nell’Unione europea, l’export delle macchine e trattrici agricole “Made in Italy” potrebbe – secondo l’osservatorio di Fieragricola – crescere notevolmente fino anche a raddoppiare rispetto agli attuali livelli. «In questo scenario – osserva il direttore generale di Veronafere, Giovanni Mantovani – Fieragricola riveste un ruolo strategico, per la posizione geografica che la rende un hub ideale fra i distretti produttivi dell’agrimeccanica e tutta l’area dei Balcani e dell’Europa Centro-Orientale».
Nella foto: lo stabilimento di Same Deutz-Fahr a Zupanja in Croazia.
Fonte: Veronafiere