Importanti aggiornamenti per FarmDroid FD20, il robot agricolo a trazione elettrica alimentato a energia solare che semina e sarchia in completa autonomia e che in Italia è disponibile grazie ad ARVAtec srl, azienda italiana che si occupa da oltre 20 anni di agricoltura di precisione.
Utilizzando il GPS RTK ad alta precisione, FarmDroid FD20 registra la posizione di ciascuna pianta (si adatta a oltre 50 colture, soprattutto orticole) durante la semina e successivamente esegue il controllo delle infestanti, sia interfilare sia intrafilare.
Dotato di quattro pannelli fotovoltaici per un’alimentazione totalmente indipendente – “e a costo zero”, sottolinea Savio Landonio, presidente di ARVAtec – riduce al minimo l’impatto ambientale (le emissioni di CO2 sono pari a zero) e l’utilizzo di prodotti chimici. Grazie a una mobile App dedicata è inoltre possibile monitorare il robot e interagire con la sua ECU gestendone le principali funzioni.
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LE DUE INNOVAZIONI: DUAL FRONT WHEEL (DFW) E SPOT APPLICATION SYSTEM (SAS)
A questa tecnologia, che è già in grado di svolgere semine e sarchiature automatiche, ora si aggiungono due ulteriori innovazioni. «Sono integrate sempre all’interno dello stesso robot – precisa il presidente di ARVAtec – rendendo la macchina davvero rivoluzionaria».
La prima innovazione è il Dual Front Wheel (DFW), cioè due ruote montate anteriormente, al posto della ruota singola. La seconda innovazione è Spot Application System (SAS), un sistema che permette di applicare un prodotto liquido sulla coltura seminata dal robot e che lavora durante la fase di sarchiatura.
L’impianto è composto essenzialmente da due serbatoi da 60 litri per lo stoccaggio dei prodotti da distribuire; una pompa distributrice; una serie di tubazioni per l’adduzione dei prodotti liquidi alle singole file; una serie di ugelli montati sugli organi di lavoro della macchina.
«Le elettrovalvole controllate dalla centralina elettronica del robot consentono di regolare le modalità di trattamento – spiega Landonio –. La tipica raccomandazione per l’irrorazione localizzata è un’area di 6×6 centimetri».
CON DFW RIDOTTA COMPATTAZIONE DEL TERRENO E MAGGIORE VERSATILITÀ PER LE CONFIGURAZIONI DI SEMINA
Dunque, riassumendo, il nuovo modello di FarmDroid FD20 integra due ruote nella parte anteriore (DFW) oltre alle due posteriori. Il che si traduce in alcuni vantaggi da rilevare. Le ruote anteriori sono infatti installate sulla stessa linea di quelle posteriori, il che significa che i punti di calpestamento durante il passaggio del robot sui terreni agricoli sono ridotti del 33 per cento, con evidenti benefici in termini agronomici e di versatilità.
«Non essendoci più una ruota posta centralmente sul robot – sottolinea il presidente – lo spazio di coltivazione è più ampio e la disposizione delle file durante le operazioni di semina diventa più versatile, aumentando la capacità di lavoro di almeno il 15 per cento». «Per esempio – argomenta Landonio – grazie al DFW è possibile aggiungere una fila in più nella posizione in cui la ruota anteriore del FarmDroid FD20 prima versione creava una corsia non coltivata nel campo».
Il sistema DFW è quindi più versatile per le configurazioni di semina: può essere adattato per lavorare con distanze tra le file più piccole e consente anche la lavorazione con baule.
La configurazione di FarmDroid con il sistema DFW inoltre distribuisce meglio il peso della macchina sulle ruote, riducendo così la compattazione del terreno di circa il 25 per cento rispetto a quanto faccia la versione con le tre ruote.
CON SPOT APPLICATION SYSTEM RIDUZIONE DEI COSTI PER LE AZIENDE E TUTELA DELL’AMBIENTE
Grazie al nuovo sistema applicativo SAS ora è anche possibile applicare sulle piante un fertilizzante liquido di precisione, o spruzzare un erbicida e un insetticida.
«Dalla semina FarmDroid FD20 conosce con esattezza la posizione nel terreno di ciascun seme, il che gli consente di eseguire la sarchiatura di precisione sia interfilare sia intrafilare – ricorda Savio Landonio –. Ma poiché l’area attorno alla posizione della pianta è difficile da pulire meccanicamente, l’idea alla base del sistema SAS è quella di spruzzare il prodotto proprio dove serve, in modo da trattare le infestanti più vicine».
Il sistema può essere utilizzato sia per l’irrorazione localizzata sia per quella a banda. Inoltre, come anticipato, può essere impiegato anche per applicare fertilizzanti liquidi. Il SAS quest’anno è stato certificato dall’Agenzia danese per la protezione ambientale.
Garantendo che ogni trattamento sia mirato e colpisca la pianta con elevata precisione, il sistema applicativo SAS non solo migliora la resa, ma diminuisce la spesa di coltivazione, dal momento che il robot diventa in grado non solo di seminare e sarchiare tra le file e tra le piante, ma anche di applicare un prodotto fertilizzante, erbicida o insetticida.
«Con il sistema SAS – sintetizza Savio Landonio – l’agricoltura biologica e quella convenzionale si incontrano. Questo sistema, infatti, oltre all’applicazione precisa di prodotti fitosanitari e fertilizzanti, combina il controllo meccanico con quello convenzionale delle infestanti, il che significa che si possono ottenere risultati fino a una riduzione del 94 per cento degli input chimici». «Ciò non solo apporta benefici all’ambiente aumentando significativamente la sostenibilità del lavoro agricolo – conclude – ma riduce anche significativamente i costi operativi».
© Emanuela Stìfano
Fonte immagini: ARVAtec, Meccagri.