Il 20 luglio 2017 sarà per Arbos Group un’altra data da ricordare. Dopo l’incessante lavoro teso a far quadrare acquisizioni, investimenti, progettazioni, test e strategie di vendita, la stampa internazionale ha potuto testare, un paio di mesi prima dall’inizio della sua commercializzazione, la Serie 5000.
I COLLI PIACENTINI: UNA LOCATION CARICA DI SIGNIFICATO
E lo ha fatto in un luogo simbolo per il marchio: i colli piacentini, e precisamente i terreni adiacenti all’agriturismo Ama di Vigolzone. Simbolo perché, come è noto, è proprio a Piacenza che il marchio Arbos trova i sui natali poco meno di ottant’anni fa.
TRATTORI E ATTREZZATURE IN LIVREA BIANCO-VERDE
Ma andiamo con ordine perché, oltre alla Serie 5000 declinata in tutte le versioni disponibili – i modelli 5100 da 110 cavalli e 5130 da 136 cavalli – in campo facevano bella mostra di sé anche una serie di attrezzature provenienti dallo stabilimento di San Vito al Tagliamento, storica sede di MaterMacc. Ma, ça va sans dire, tutte in rigorosa livrea bianco-verde.
IL “PROGETTO MIETITREBBIA” ORMAI AL CAPOLINEA
Segno che, come era stato promesso nei mesi scorsi, il progetto full line procede per il verso giusto: la gamma delle attrezzature può dirsi quasi completa – soprattutto se a quello che si è visto fino a ora si sommano anche le cinque, e per ora segrete, innovazioni che il gruppo MaterMacc presenterà durante la prossima edizione di Agritechnica – e il “progetto mietitrebbia” è di fatto arrivato in porto.
«La molteplicità dei progetti in cantiere rapportata alle dimensioni del nostro staff ci impone di darci delle priorità– ha commentato a tal proposito Andrea Bedosti, AD del Gruppo – ma il prototipo è pronto e sta per avere l’ok del quartier generale. Abbiamo riscontrato eccellenti risultati nelle prove condotte sia in Italia sia in Cina».
LE MACCHINE IN AZIONE
Cinque rappresentanti della Serie 5000, accoppiati ad altrettante attrezzature: la seminatrice di precisione telescopica a sei file MS 8230, la seminatrice MSD 2.0 Combi per semina cereali combinata con erpice rotante 3M (nella foto sopra e in quella di apertura), la nuovissima AS-F 450 UST attrezzatura innovativa per semina diretta o under surface seeding, lo sprayer portato MBS 1200, lo spandiconcime MMX 3000 e un ripuntatore a 5 ancore (nella foto sotto) per mostrare il fiore all’occhiello della Serie 5000, ossia la capacità trattiva.
NO ALL’OVER TECHNOLOGY, SÌ ALL’INTEGRAZIONE NEL CICLO AGRONOMICO
Dunque da un lato l’innovazione tecnologica di MaterMacc – «non abbiamo nessuna remora nel dire che stiamo perseguendo l’eccellenza tecnologica assoluta», ha puntualizzato Bedosti – dall’altra la semplicità della Serie 5000 che, anche in azione, tiene fede alle promesse fatte nei mesi scorsi: no alla overtechnology, no all’over engineering, sì alle grandi prestazioni soprattutto in termini di trazione, sì all’economia qualitativa che strizza l’occhio al ciclo agronomico.
A SETTEMBRE IL VIA ALLA COMMERCIALIZZAZIONE
L’Arbos 5000, che nasce nel centro di ricerca e sviluppo bolognese e che vanta già alcuni riconoscimenti, tra cui il recente premio Red Dot Product Design 2017 ottenuto lo scorso aprile, inizierà a essere commercializzato il prossimo settembre.
LE CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA SERIE 5000
Chiarita la mission di questo trattore, è bene approfondire le caratteristiche che lo contraddistinguono.
Monta un motore Kohler 3404 TCR a 4 cilindri da 3.400 centimetri cubi di cilindrata emissionato Tier IV Final con sistema Scr e Doc completamente integrati nel muffler verticale esterno. Un motore che, già a 1.300 giri al minuto, offre una curva di potenza e coppia costante.
DUE OPZIONI PER LA TRASMISSIONE, LA PTO E IL SOLLEVATORE
La trasmissione meccanica sincronizzata con 5 marce e 3 gamme di progettazione e produzione Arbos, con Hi-Lo e inversore meccanico, si associa nell’offerta alla versione Powershift a 3 stadi sotto carico con inversore eletttroidraulico e superriduttore.
La Pto – disponibile in due allestimenti 540/540Eco e 540/1000 – e il bloccaggio del differenziale sono elettroidraulici. L’impianto idraulico con capacità totale di 110 litri al minuto, dispone di doppia pompa, una con portata da 40 litri al minuto per servire l’idroguida e la trasmissione e una da 70 litri al minuto per i 3 distributori ausiliari.
Il sollevatore, offerto come dotazione standard in versione meccanica con sistema easy lift, sarà disponibile (da Gennaio 2018) a richiesta anche in versione elettronica. La capacità massima di sollevamento è di 4.400 chili.
CABINA DI PROGETTAZIONE ITALIANA
La cabina, anch’essa di progettazione italiana, si distingue per il colore panna scelto per gli interni ed è caratterizzata dalla struttura a 4 montanti e dal profilo superiore panoramico, particolarmente funzionale quando si lavora con il caricatore frontale.
MACCHINE SEMPLICI, MA EFFICACI
Si tratta, dunque, di macchine concettualmente semplici, ma concrete, che escono da stabilimenti produttivi pensati e progettati in linea con quelle che sono le indicazioni dell’industria 4.0, soprattutto per quanto concerne MaterMacc: le linee di montaggio sono lean manifacturing e dunque permettono, a parità di manodopera impiegata, volumi produttivi di 2,5 volte.
INNOVAZIONE IN CHIAVE 4.0
«Abbiamo ridotto il numero di componenti in giacenza in magazzino – ha fatto presente Bedosti – e oggi offriamo la piena tracciabilità. In questo momento stiamo completando il piano di lean manifacturing anche per l’assemblaggio delle seminatrici. L’ultimo step è il dialogo tra trattore e attrezzo e management; stiamo sviluppando cose interessanti che presenteremo ad Hannover».
A BREVE L’INAUGURAZIONE DEL NUOVO STABILIMENTO GOLDONI
Quanto a Goldoni, è ancora presto per parlare di stabilimento 4.0, ma in ogni caso si sta lavorando in questa direzione. «In Goldoni, prima di entrare nell’ambito 4.0, è necessario passare per stadi intermedi – ha ammesso l’AD –. Stiamo investendo per ottenere una modifica radicale del sistema di produzione, che sarà su ordine e che dunque richiede la rivisitazione completa del magazzino logistico».
Ma, a quanto pare, il processo è in atto e procede a ritmi serrati, visto che l’AD ha previsto l’entrata a regime per metà settembre-inizio ottobre, epoca in cui il nuovo stabilimento verrà ufficialmente inaugurato.
PIÙ CHE PAROLE, NUMERI
A testimonianza dell’efficacia del percorso intrapreso dal Gruppo, Andrea Bedosti ha ricordato i numeri che hanno caratterizzato il 2016 e ha fatto alcune previsioni in merito all’anno in corso.
IL FATTURATO DEL GRUPPO SUPERA I 79 MILIONI DI EURO
Il Gruppo ha chiuso il 2016 con un fatturato complessivo di oltre 79 milioni di euro, a cui MaterMacc contribuisce con 21 Milioni – segnando un più 10,3 per cento sul 2015 – mentre Goldoni porta un contributo che supera i 44 milioni di euro, rispetto ai 5 milioni di euro del 2015 quando le attività industriali erano state bloccate causa la Procedura concorsuale subentrata.
«Ma – ha fatto notare Bedosti – a dare la misura della bontà dei risultati ottenuti è il valore molto positivo dell’Ebitda (utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti, ndr), sia come dato aggregato di Gruppo, pari a oltre 6 milioni di euro, sia come valore di pertinenza dei diversi brand: 3 milioni di euro per MaterMacc, oltre 2 milioni di euro per Arbos e circa 1 milione di euro per la riavviata Goldoni».
OBIETTIVI ANCORA PIÙ AMBIZIOSI PER L’ANNO IN CORSO
Quanto all’anno in corso, Bedosti ha così argomentato: «Per il 2017 abbiamo proiettato risultati ancora più ambiziosi e per la sola MaterMacc abbiamo previsto un fatturato di 25 milioni di euro».
Le premesse per centrare questo target sembrano oggi esserci tutte: al 30 di giugno, su un obiettivo che sfiora i 100 milioni di euro, il Gruppo ha raggiunto 49,50 milioni, il che significa che metà della strada è stata fatta.
GLI IMPORTANTI RISVOLTI SOCIALI ED OCCUPAZIONALI
Durante il suo discorso, Andrea Bedosti ha voluto richiamare l’attenzione dei presenti anche sul grande progetto sociale e occupazionale, ricordando il forte legame che lega il gruppo Arbos al territorio Italiano.
Dal 2012, ovvero dall’inizio di questo progetto, Lovol ha investito 121 milioni di euro e ha conservato i 70 posti di lavoro di MaterMacc, a cui se ne sono aggiunti altri 18. Sono state assunte 23 nuove persone in Goldoni, oltre ad essere state salvate le 230 che già lavoravano. «Dunque – ha chiosato Bedosti – un bilancio ad oggi estremamente positivo, dal punto di vista economico, del progetto industriale e occupazionale. Oggi il gruppo ha 405 dipendenti. Un messaggio economico e sociale di grande valenza».
LA RETE FARÀ LA DIFFERENZA
Oltre alla progettazione, industrializzazione e produzione delle macchine, naturalmente deve essere messo, al posto giusto, l’ultimo tassello, ossia quello della vendita.
In sintesi, la strategia che dovrebbe essere a brevissimo concretizzata sta nella semplicità di un’affermazione di Massimo Zubelli, Sales, After Sales & Marketing Director del Gruppo: «Non ci rivolgiamo ai grandi dealer ma preferiamo puntare ad una rete di dealer medio-piccoli orientati al servizio, in grado di realizzare un rapporto più immediato con la clientela accorciando così la catena azienda-cliente, in perfetta sintonia con i dettami dell’industry 4.0».
© Emanuela Stìfano