Parlare di Argo Tractors non può prescindere dal racconto di una incessante, e per molti versi esemplare, parabola ascendente decollata in quel di Reggio Emilia e sfociata nella creazione di una holding assurta ai vertici del panorama mondiale del settore dei trattori senza mai tagliare il cordone ombelicale con le solide radici italiane che la sorreggono e le assegnano una identità specifica.
Basti ricordare che il suo fulcro operativo – l’insediamento produttivo ubicato al centro di Fabbrico, il maggiore del gruppo con i suoi 132mila quadri di superficie totale, di cui 60mila coperti – si è sviluppato attorno all’antica fabbrica Landini, nata nel 1884 e per oltre un secolo teatro dell’attività di questo marchio di illustre tradizione, indiscusso protagonista della storia della meccanizzazione agricola mondiale.
Una ideale continuità tra il passato e l’attuale multinazionale leader di mercato in continua ascesa, facente capo al gruppo di proprietà della famiglia piemontese Morra, che ha contribuito a scrivere una brillante storia d’impresa fatta di dinamismo, lungimiranza e sagacia, scandita da fattori chiave quali, in primis, l’assoluta centralità rivestita dal nostro Paese nelle logiche di Argo Tractors, tenacemente ancorate al più puro stile italiano.
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PRODUZIONE CONCENTRATA NEL CUORE DELL’EMILIA, FUORI DALLE LOGICHE DELLA DELOCALIZZAZIONE
L’espansione internazionale ha coinciso infatti per la società con una drastica svolta verso un rigoroso made in Italy, dove dalla progettazione alla produzione dei componenti, trasmissione inclusa, tutto viene concentrato tra Fabbrico, Luzzara e San Martino in Rio nel cuore della “Motor Valley” emiliana, accreditato distretto della meccanizzazione agricola in grado di garantire il massimo in termini di esperienza, competenze e soprattutto passione per la meccanica, conferendo alle sue aziende un importante plus di competitività.
Assieme a valori e passione, balzano in primo piano anche cifre decisamente importanti a dare la misura di una crescita costante e inarrestabile. Forte del considerevole patrimonio tecnologico dei suoi tre marchi Landini, McCormick e Valpadana, il gruppo vanta una capacità produttiva di 22mila trattori l’anno (con potenze comprese tra 23 e 310 cavalli, suddivisi in quaranta famiglie per oltre 900 modelli), articolata su sei impianti di produzione dislocati in territorio italiano, e può fare affidamento su una rete distributiva formata in Italia da più di 170 concessionari.
La presenza in tutto il mondo di Argo Tractors – che occupa 1.800 dipendenti – è invece assicurata attraverso 9 affiliate – di cui, Italia a parte, tre in Europa (Francia, Spagna e Germania) – 130 importatori e una rete di 2.500 dealer.
E i programmi per il prossimo futuro prevedono uno sviluppo dell’offerta di servizi da parte delle filiali, ad esempio quelle di Francia e Spagna, sfruttando in maniera trasversale questi ambienti attraverso workshop e showroom.
Un discorso speciale merita la Turchia, mercato che, nonostante la crisi economica in atto, mantiene intatta la sua valenza strategica per il futuro, dove la holding reggiana – particolarmente attiva anche sul fronte delle partnership in vista della definizione di una compagnia di valenza sempre più globale – ha aperto il sito produttivo di Anadolu Landini (ubicato a Şekerpinar, nelle vicinanze di Istanbul), realtà nata nel settembre 2017 dalla joint venture siglata tra la multinazionale turca Anadolu Group e Argo Tractors.
PRODOTTI APPREZZATI DAI MERCATI DI TUTTO IL MONDO
Anche nel 2018 il giro d’affari del gruppo ha sviluppato 500 milioni di euro, generato in larga misura dall’export, ribadendo le posizioni consolidate in tutta Europa (il 33 per cento del turnover viene realizzato sui mercati del Vecchio Continente e a questa percentuale va aggiunto il 15 per cento ottenuto sul mercato Italia), facendo registrare una presenza in crescita in Africa (che contribuisce al fatturato globale con una quota del 22 per cento) e Oceania, mentre il 16 per cento del fatturato viene realizzato in America ed il 14 per cento nel resto del mondo.
L’UOMO E LA PASSIONE PROTAGONISTI DEL PROGETTO
E una compagnia dichiaratamente globale come Argo Tractors, va sottolineato, ha saputo mantenere al centro della propria filosofia e del proprio progetto l’attenzione nei confronti del territorio e delle risorse umane, impegnandosi ad investire sempre di più sull’ambiente e sulla sempre maggiore sicurezza, sul comfort e, naturalmente, sulla crescente professionalità del lavoro in fabbrica, in linea con una mission aziendale che privilegia il fattore umano e il rafforzamento dello spirito di squadra per consolidare ulteriormente il know-how specifico del relativo business.
A confermare quanto l’impegno continuo ad investire su risorse umane, formazione e qualità del lavoro si sia rivelato premiante per Argo Tractors sono arrivati, per la seconda volta consecutiva nel 2018, i risultati del sondaggio condotto dall’istituto di ricerca indipendente Statista, in collaborazione con il settimanale Panorama: risultati che, in base alle dichiarazioni dei dipendenti di 2.000 grandi imprese campione attive sul territorio nazionale, intervistati attraverso panel online anonimi, collocano Argo Tractors tra le 400 aziende dove si lavora meglio in Italia.
IL GROSSO DEI COMPONENTI FABBRICATO INTERNAMENTE
Al tempo stesso gli investimenti della società emiliana hanno trovato il loro perno nell’innovazione tecnologica e strutturale, coefficiente fondamentale per acquisire sempre maggiore competitività sui mercati.
Rientra in questo quadro la scelta di assegnare una netta priorità alla produzione diretta: così oltre il 75 per cento in valore dei componenti strategici dei trattori Landini, McCormick e Valpadana – quali trasmissioni fino a 160 cavalli, carter cambio, forcelle, mozzi ruote, assali, ingranaggi, alberi – proviene dagli stabilimenti Argo Tractors dell’entroterra emiliano, così come totalmente interna è anche la fabbricazione delle cabine, il che si traduce in un sicuro vantaggio sul piano del controllo dei costi, degli standard qualitativi del prodotto e del time to market.
E bisogna dire che, in linea con la vivacità progettuale che ha sempre caratterizzato il felice percorso di Argo Tractors – negli ultimi sette anni, tanto per avere un’idea, sono state inserite 17 nuove famiglie prodotto – gli investimenti stanziati in favore dell’innovazione di prodotto e al contempo del processo produttivo si segnalano per la loro ingente dimensione.
COSTANTI E CONSISTENTI INVESTIMENTI IN R&S
Non a caso un 5,5 per cento del fatturato annuo (nell’ordine dei 25 milioni di euro all’anno) viene mediamente destinato alla Ricerca&Sviluppo, alloggiata nella nuova struttura all’avanguardia di 3.000 metri quadri realizzata ad hoc nella sede principale di Fabbrico.
All’interno di questa sofisticata unità industriale, costruita nel solco dei concetti tracciati dalla nuova Industria 4.0, spiccano l’area opportunamente attrezzata deputata alla messa a punto dei nuovi prototipi e quella che ospita le tre modernissime sale prova, due per i motori e una per le trasmissioni, dedicate ai test su tutti i trattori da 50 a oltre 220 cavalli di potenza, abbinate a software di ultima generazione.
Un investimento, quello in Ricerca&Sviluppo, che il gruppo, in sintonia con la sua mission, ha portato avanti anche a livello di risorse umane, inserendo nella neo struttura nuove figure professionali altamente qualificate, ognuna con una precisa specializzazione in questo ambito.
Ma, oltre alla realizzazione del nuovo reparto R&S, in seno all’importante processo di rinnovamento e riorganizzazione che a partire dal 2013 ha coinvolto di pari passo la gamma trattoristica e le linee di produzione degli stabilimenti di Fabbrico, San Martino in Rio e Luzzara, si è messa mano anche all’approntamento di nuove strutture produttive ottimizzate, di nuove tecnologie di produzione e di sistemi informatici avanzati, senza trascurare il ricorso a nuove filosofie di lavoro evolute.
L’AGGIORNAMENTO DEGLI IMPIANTI PRODUTTIVI, PER TRATTORI SEMPRE PIÙ POTENTI E TECNOLOGICI
Radicalmente modificati e aggiornati all’insegna dei più attuali standard produttivi e logistici, dunque, gli insediamenti di Fabbrico, Luzzara – dedicato alla realizzazione di trattori specialistici e di assali anteriori – e San Martino in Rio.
A partire dal polo maggiore, quello di Fabbrico, che ospita linee di produzione salite oggi a tre, con una capacità produttiva di 60 macchine al giorno, un’area di lavorazione della ghisa, una superficie complessiva di 33mila metri quadri (di cui 10mila coperti) dedicata alla produzione di cabine e piattaforme (potenziale produttivo: 120 unità giornaliere) e il Terminal Spedizioni, esteso su 55mila metri quadri e dotato di un tracciato per i test dinamici.
Gli interventi di aggiornamento sono mirati anche a far fronte alle esigenze poste dalle crescenti dimensioni e complessità tecnologica dei trattori di ultima generazione: vedi la terza linea di montaggio ora presente nello stabilimento di Fabbrico, ultimata lo scorso aprile, espressamente destinata ai big di altissima potenza dell’offerta Argo Tractors, i trattori X8 VT-Drive di McCormick, che vengono qui allestiti in modo estremamente professionale, con la massima attenzione ai più piccoli particolari, da parte di personale altamente qualificato e identificabile dalla divisa rossa.
A Fabbrico è stato ultimato da poco anche il restyling delle celle di collaudo che ha previsto l’installazione di nuovi roller test (banchi di prova su rulli).
Sempre per adeguarsi ai nuovi standard richiesti dal mercato, hanno visto la luce, tra l’altro, i nuovi ultramoderni centri di lavoro installati nella sala lavorazioni meccaniche: tra le nuove tecnologie introdotte, due torni serviti da robot, dove carico e scarico dei componenti avviene totalmente in automatico, e due centri di lavoro Mazak di ultimissima generazione, di cui uno specifico per componenti fino a due metri di diametro.
E a Fabbrico l’upgrade produttivo è proseguito, nel corso del 2018, con l’installazione di altri centri di lavoro nel reparto lavorazioni meccaniche, che adesso conta 39 impianti a controllo numerico operanti 24 ore su 24.
LAVORAZIONI NEL MASSIMO RISPETTO DELL’AMBIENTE, CHE SI TRADUCE IN UN CONTENIMENTO DEI COSTI
Costantemente attenta alle tematiche ambientali, inoltre, nell’area deputata alle lavorazioni meccaniche Argo Tractors ha installato l’innovativo impianto Water Wall, che consente di tagliare drasticamente l’utilizzo degli oli attraverso un processo di rigenerazione e, rimuovendo gli oli estranei alle lavorazioni, concorre anche all’eliminazione delle nebbie oleose, favorendo quindi un ambiente di lavoro salubre e sicuro.
Si tratta, in concreto, di un sistema di recupero e rigenerazione continua dell’emulsione impiegata nei processi di fresatura e foratura dei vari componenti in ghisa ed acciaio dei trattori: un processo che, in termini numerici, permette il recupero di quasi 400mila litri di emulsione all’anno, il che significa 3,6 litri di liquido rigenerato per ogni ora di lavorazione per singola macchina.
Duplice dunque il vantaggio, sia a livello di contenimento dei costi di gestione – grazie alla netta limitazione della necessità di sostituzione dei fluidi di lavorazione e ad un utilizzo delle cartucce filtranti ridotto al minimo – sia a livello di abbattimento dell’impatto ambientale derivante dallo smaltimento dei materiali di consumo. Tanto che sono numerose le aziende italiane e straniere che chiedono di visitare la sede di Fabbrico per studiare da vicino il procedimento del sistema Water Wall.
LA CURA DEI PARTICOLARI, AL CENTRO DELLA FILOSOFIA COSTRUTTIVA DEL GRUPPO
Passando alla sala lavorazioni meccaniche dello stabilimento di San Martino in Rio – esteso su 34mila metri quadri, di cui 25mila coperti, riservati all’assemblaggio dei trattori e alle lavorazioni dei componenti in acciaio delle trasmissioni – anche in questo caso l’ingente piano di investimenti stanziato da Argo Tractors ha previsto l’acquisto e l’installazione di nuovissimi macchinari, all’insegna di una crescente robotizzazione: nuovi torni robotizzati, dunque, ma anche nuove dentatrici, rasatrici, smussatrici e macchinari per la rettifica.
Il tutto sempre nel rispetto di uno dei cardini della filosofia costruttiva di casa Argo Tractors: prendersi cura, fin nel dettaglio, di ogni singola parte del trattore.
PIÙ VICINI ALLA CLIENTELA CON LA “DIGITAL TRANSFORMATION”
Parallelamente, nell’ultimo periodo il gruppo reggiano ha deciso di puntare molto sull’ambizioso processo di digitalizzazione, destinato a coinvolgere tutte le aree di attività aziendale, inclusa la produzione: la trasformazione digitale, mirata al miglioramento della qualità produttiva e operativa, ha riguardato infatti anche le postazioni di lavoro della sala lavorazioni meccaniche con importanti aggiornamenti, tra i quali la dotazione di antenne wi-fi che consentono alle macchine di dialogare direttamente con i computer per la loro gestione, in favore di un controllo molto più preciso e razionale dei programmi produttivi.
Ed in generale, per supportare al meglio il processo di Digital Transformation, Argo Tractors non sta lesinando sugli investimenti finalizzati all’introduzione di strumenti high-tech, tra i quali nuovi siti web corporate e siti web per i concessionari, canali social e un nuovo software CRM (Customer Relationship Management), associati ad una piattaforma di e-commerce, ad un nuovo configuratore di prodotto e ad un approccio geomarketing che presuppone una attenta conoscenza delle peculiarità delle richieste provenienti dai singoli mercati.
Obiettivi strategici: rafforzare ulteriormente l’immagine di Argo Tractors, massimizzando la visibilità e la credibilità dei suoi brand, e fornire alla rete di vendita opportunità di crescita grazie a strumenti avanzati che consentano un più moderno ed efficiente incontro con la clientela.
UN SOLIDO KNOW HOW TRAMPOLINO PER NUOVI AMBIZIOSI TRAGUARDI
Ma, in vista di una superiore competitività, gli investimenti a 360 gradi messi in campo da Argo Tractors hanno contemplato, come detto, anche l’adozione di nuovi principi di lavoro quali il metodo Kaizen – modello gestionale che, partendo da una logica di produzione integrata con aree di pre-montaggio ben localizzate e magazzini di servizio dedicati, assicura al processo produttivo un sensibile e continuo miglioramento di qualità ed efficienza al quale concorrono tutti i livelli delle maestranze – introdotto circa sei anni fa dal gruppo nelle linee di assemblaggio dei propri stabilimenti e costantemente implementato.
Un programma di rinnovamento delle procedure, il Kaizen, che ha richiesto alcuni importanti adattamenti e ampliamenti alla sede di Fabbrico, ma si è rivelato in grado – fanno notare in casa Argo Tractors – di offrire indubbi benefici sia in termini di produttività e qualità del prodotto finito sia in quelli del risparmio dei tempi di assemblaggio, ridotti nell’ordine del 15-20 per cento.
Facendo dunque leva sul suo know-how, sulla trasformazione delle idee in prodotti e servizi e sulla flessibilità, nonché sulla capacità di fare ricerca, innovazione e formazione, Argo Tractors si appresta a centrare futuri traguardi che la vedranno sempre focalizzata sulla produzione trattoristica d’eccellenza: trattori made in Italy, quelli di nuova generazione, dai contenuti tecnologici molto elevati e rispondenti alle sempre più spiccate esigenze di precisione, ma anche particolarmente funzionali ed efficienti, accattivanti nel design e con un livello di comfort “degno” degli standard del settore automotive.
Trattori ai quali la multinazionale reggiana affida il raggiungimento dei propri obiettivi di crescita nel medio termine, indicati in un incremento della quota di mercato europeo pari al 10 per cento nel segmento di potenza tra i 135 e i 200 cavalli e al 5 per cento in quello superiore, compreso tra i 250 e i 310 cavalli.
© Barbara Mengozzi
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