Macchine sempre più innovative, oltre che sempre più sicure, efficienti e di semplice utilizzo. Ribadendo i punti chiave di una filosofia costruttiva che ha fatto conquistare a Merlo un indiscutibile primato sul fronte tecnologico nel settore dei sollevatori telescopici, arriva l’ultima generazione di Turbofarmer, potenziata nelle prestazioni e nell’affidabilità.
Così, primo eccellente frutto di quell’innovativo concetto di produzione modulare che da quattro anni a questa parte ha di fatto rivoluzionato le modalità di progettazione, realizzazione e commercializzazione tipiche del gruppo piemontese, la gamma Turbofarmer II approda sotto i riflettori di Eima 2016 arricchita da importanti novità introdotte da Merlo nella propria famiglia di telescopici agricoli cogliendo l’occasione fornita dall’aggiornamento motoristico allo Stage IV.
AGGIORMENTO ALLO STAGE IV PER I TURBOFARMER II
Un upgrade operato dal costruttore cuneese in un’ottica espressamente rivolta alla praticità e alla facilità d’uso, scegliendo per conseguire la conformità allo Stage IV in materia di emissioni il sistema di post trattamento dei gas di scarico di tipo Scr con Doc, senza filtro particolato: una soluzione che permette una gestione molto più semplice e rapida rispetto a quella con Dpf.
Così, a muovere i rinnovati Turbofarmer II 38.10 e 42.7 provvede ora una unità Deutz TCD da 3,6 litri con Scr/Doc ed una potenza di 136 cavalli, in sensibile incremento rispetto alle precedenti versioni con “vecchio” motore da 120 cavalli, il che significa macchine più aggressive e brillanti.
Alle prerogative del nuovo propulsore si accompagna anche l’inedito design del cofano motore che fa spazio al dispositivo Scr/Doc senza nulla sacrificare alla visibilità e prevede un nuovo punto di aspirazione dell’aria protetto dalla polvere, consentendo inoltre di montare internamente il prefiltro a ciclone.
La facoltà di raggiungere i 40 chilometri orari nei trasferimenti su strada è garantita a questi telescopici – come è nella tradizione Merlo – dalla trasmissione idrostatica, sia nel caso della classica versione a due gamme di velocità sia in quello dell’apprezzato CVTronic, disponibile in opzione laddove si preferisca una trasmissione a variazione continua.
FUNZIONE AGGIUNTIVA HEAVY LOAD
Sempre presente di serie, poi, il collaudato sistema Epd (Eco Power Drive), che svincola il regime motore dal pedale dell’acceleratore consentendo una riduzione dei consumi pari al 18 percento, adesso ottimizzato grazie ad una ulteriore implementazione elettronica: la variante Epd Plus, pertanto, può disporre, accanto alle modalità Eco e Speed Control (finalizzata a mantenere costante la velocità di avanzamento), della nuova funzione Heavy Load che, riuscendo a sfruttare tutto il potenziale della macchina nei contesti più onerosi, risulta particolarmente utile per chi svolge lavori pesanti di scavo.
Per di più, su tutti i modelli dotati di joystick elettronico è disponibile anche la versione Epd Top che, oltre a quanto offerto dalla Plus, annovera l’acceleratore automatico, deputato alla variazione del regime motore sulla base della effettiva richiesta del diesel.
Tutta la catena cinematica dei Turbofarmer di ultima generazione, poi, è stata perfezionata in relazione alle incrementate prestazioni, allo scopo di assicurare una adeguata durabilità.
VERSATILITÀ E SICUREZZA INCREMENTATE
Interamente personalizzabili in virtù della nuova concezione modulare sposata dalla società piemontese – che permette, a partire dal modello base, di ottenere un gran numero di versioni e combinazioni, offrendo all’operatore la chance di poter disporre di macchine munite delle specifiche tecniche più consone alle singole esigenze di lavoro – i Turbofarmer II si rivelano ancora più versatili grazie alla disponibilità di una presa di forza meccanica posteriore con una potenza in uscita di 120 cavalli, tale da consentire lavorazioni trainate con carri unifeed, rotoimballatrici, seminatrici ed irroratrici.
Senza dimenticare, sul versante della sicurezza che resta una priorità assoluta in casa Merlo, il potenziamento dell’esclusivo sistema CDC per il controllo dinamico del carico (dotazione di serie), capace di verificare costantemente le condizioni di stabilità longitudinale del veicolo, fornendo in tempo reale tutte le relative informazioni all’operatore: oggi infatti il sistema è in grado anche di riconoscere automaticamente le attrezzature, mediante un sensore, nel momento in cui queste vengono agganciate alla zattera (configurando in tempo reale, in base all’attrezzo in uso, tutti i parametri di sicurezza e di funzionamento della macchina), con abilitazione automatica della zona di lavoro quando viene installata una benna da scavo e conseguente agevolazione delle operazioni.
Sempre disponibile in opzione, comunque, il display a colori di controllo del CDC posizionato in cabina.
NUOVE CABINE ECO
E, a proposito di cabine, a quella adottata su tutti i nuovi modulari Merlo si affianca una versione Eco, che è stata semplificata puntando anche in questo caso ad una gestione della macchina ancora più intuitiva e si caratterizza per gli interni di più facile pulizia nelle applicazioni particolarmente impegnative (i particolari nelle due foto sotto).
Le prerogative base rimangono però le stesse, vedi la conformità di serie della cabina alle norme Rops e Fops di Livello II, l’ampia superficie vetrata, il generoso spazio a disposizione, ai vertici della categoria, e l’assetto ergonomico.
L’UPGRADE DEI TF MEDIUM DUTY E COMPACT DUTY
Cresce il livello di prestazioni anche per i modelli TF Medium Duty e Compact Duty, aggiornati dal costruttore di Cuneo seguendo le linee guida scelte per i Turbofarmer II, e quindi ora equipaggiati della nuova cabina Eco, di propulsori Deutz 3,6 dalla potenza di 85 kW, emissionati in Stage IV con ricorso al sistema Scr/Doc senza Dpf, e del nuovo cofano motore che offre notevoli vantaggi in termini di reperibilità dei ricambi e di facilità di integrazione di elementi filtranti supplementari a ciclone.
Tecnologie e contenuti esclusivi mutuati dai fratelli maggiori della serie Turbofarmer restano invariati sui telescopici ad uso agricolo di gamma media e compatti, a partire dalla gestione elettronica di idraulica e motore.
E a garantire una maggiore affidabilità contribuiscono sempre i nuovi assali Merlo con riduttori epicicloidali presenti nel power-train sia dei modelli Medium Duty (TF 35.7 e TF 33.9) sia di quelli Compact (TF 33.7 e TF 30.9), differenti soltanto nella larghezza complessiva, pari a 2,10 metri nei sollevatori più piccoli e a 2,24 metri in quelli più grandi.
Oltre alla versione standard su silent-block, infine, per la gamma Medium Duty in allestimento superiore è disponibile la cabina CS provvista di un esclusivo sistema di sospensioni idropneumatiche, attivabile dal conducente anche con macchina in movimento, che permette di assorbire le sollecitazioni e le vibrazioni trasmesse dal terreno all’abitacolo.
I modelli di telescopici compatti firmati Merlo vengono invece proposti anche in versione L (Low Profile), contraddistinta da una altezza massima di 2,02 metri – per poter operare all’interno di edifici con accessi limitati – mantenendo comunque la stessa cabina dei modelli standard (e la stessa abitabilità interna).
I modelli Low Profile, infatti, sono stati totalmente ridisegnati in modo da abbassare la posizione della cabina e garantire un comfort immutato.
Il tutto tenendo ferma, anche nella versione con cabina bassa, la capacità di marciare su strada alla velocità massima di 40 chilometri orari e la possibile omologazione come trattore agricolo.
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