Il 15 settembre ha segnato una svolta importante nella vicenda dei trattori “stretti”, così chiamati per le dimensione compatte, frutto di una progettazione specifica, che li rendono particolarmente adatti a lavorare nei frutteti e tra i filari delle vigne.
L’attenzione degli operatori del settore, e non solo, era tutta rivolta a Bruxelles, e in particolare alla Commissione Envi (Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare) del Parlamento Europeo che si apprestava a votare tre emendamenti di importanza cruciale per le sorti delle industrie del comparto, essendo finalizzati ad ottenere per i trattori specificamente adibiti alle lavorazioni nei vigneti e nei frutteti una diversa tempistica nell’applicazione del nuovo regolamento sul trattamento dei gas di scarico.
RICONOSCIUTA LA SPECIFICITÀ DELLE TRATTRICI DA VIGNETO E FRUTTETO
Usando il gergo calcistico possiamo dire che la partita si è chiusa 2 a 1 a favore delle industrie costruttrici di macchine agricole.
Dei tre emendamenti proposti dalla Associazione dei costruttori italiani Assotrattori (FederUnacoma), con il supporto del Comitato europeo dei costruttori di macchine agricole Cema, e sostenuti in Aula dalla relatrice incaricata Elisabetta Gardini, due sono stati approvati lasciando margine per una positiva evoluzione della vicenda, mentre il terzo non ha raggiunto il quorum necessario.
DISPOSIZIONI INAPPLICABILI A QUESTA TIPOLOGIA DI MACCHINE
Il primo emendamento approvato impegna la Commissione Europea ad effettuare ulteriori analisi prima di estendere il Regolamento dei motori per macchine mobili non-stradali ai trattori “stretti”, riconoscendo in pratica la difficoltà oggettiva a collocare nei cofani di questi trattori i voluminosi dispositivi per il trattamento dei gas di scarico.
La nuova normativa (Fase IV) comporta infatti l’inserimento, all’interno del vano motore, di vari dispositivi per il trattamento dei gas di scarico: un sistema filtrante di ampie dimensioni che può trovare sufficienti spazi per l’installazione sulle trattrici grandi ma che è attualmente impossibile alloggiare all’interno dei cofani delle trattrici strette, a meno che queste non vengano interamente ridisegnate, con la conseguente perdita di compattezza e agilità e quindi della loro specifica funzionalità.
Con l’approvazione di questo primo emendamento si apre dunque la via per la definizione di una tempistica, nell’attuazione del Regolamento sulle emissioni dei motori, maggiormente compatibile con i tempi di riprogettazione delle macchine da parte delle industrie costruttrici.
Il secondo emendamento approvato dispone che i trattori “stretti” attualmente sul mercato siano riprogettati ex-novo solamente all’entrata in vigore del nuovo Regolamento, evitando in questo modo di apportare alcune modifiche parziali imposte da una brevissima fase intermedia.
Il terzo emendamento, che puntava ad una ulteriore proroga nell’attuazione dei provvedimenti, non è passato.
VERSO UNA SOLUZIONE NORMATIVA PIÙ ACCETTABILE
Un risultato, quello ottenuto ieri a Bruxelles, che dunque tiene in pista la questione, lasciando margini per una soluzione normativa realmente sostenibile per le industrie costruttrici.
Come sottolinea una nota di FederUnacoma, nella partita di Bruxelles le industrie del comparto hanno potuto contare sulla competenza del Rapporteur incaricato dal Parlamento Europeo, l’on. Elisabetta Gardini che si è occupata a lungo del problema della compatibilità della normativa con le esigenze operative dei trattori, sull’impegno dell’on. Giovanni La Via, presidente della Commissione Envi, nonché sul convincimento maturato dai parlamentari di altri Paesi circa la necessità di una normativa specifica per i trattori stretti.
DECISIVE LE PROSSIME TAPPE
La procedura legislativa prevede, a questo punto, la fase di negoziazione finale tra i rappresentanti di Parlamento Europeo, Consiglio dell’Unione Europea e Commissione Europea (Trilogo).
La discussione si concluderà presumibilmente a dicembre 2015 con l’approvazione finale del Regolamento dei motori per macchine mobili non-stradali.
ANCORA TRE MESI PER EVITARE LA CRISI DEL COMPARTO
Tre mesi ancora, dunque, per convincere il legislatore europeo in merito alle esigenze di carattere sia tecnico sia industriale delle aziende costruttrici di trattori “stretti”, e quindi per evitare il rischio di un danno irreversibile per questo comparto della meccanica nel quale, oltre tutto, le industrie italiane vantano un’elevata specializzazione.
«Senza una procedura di adeguamento pensata specificamente per i trattori stretti – ha commentato Manlio Martilli, presidente di Assotrattori – le macchine perderanno le loro caratteristiche fondamentali e saranno del tutto inservibili per gli agricoltori, i quali continueranno ad utilizzare mezzi vecchi che sono certamente più inquinanti». «Applicate in modo rigido e schematico – ha aggiunto Martilli – le normative ambientali finiranno col produrre un effetto opposto rispetto a quello per il quale sono state pensate».
sull’argomento vedi anche:
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Fonte: FederUnacoma