La ricerca da parte degli analisti di mercati emergenti, alternativi a quelli maturi che stanno mostrando evidenti segni di stagnazione e capaci di fornire validi sbocchi all’agromeccanica “made in Italy” creando nuove opportunità per i produttori e gli esportatori, ha acceso negli ultimi anni i riflettori sul Cile, che, come evidenziato dall’Osservatorio economico infoMercatiEsteri, si distingue all’interno dell’area Latam per la stabilità politica, abbinata a buone prospettive macroeconomiche che lo hanno reso il paese con il rischio finanziario più basso in America Latina, forte di sistema bancario ben regolamentato e capitalizzato, con alti standard di vigilanza finanziaria, che offrono sicurezza agli investitori.
UN’AGRICOLTURA SVILUPPATA, TRA I DRIVER DELL’ECONOMIA CILENA, MA NON MANCANO LE CRITICITÀ
Per quanto riguarda nello specifico il comparto agricolo, il Cile è riuscito, grazie alla sua posizione geografica e a una continua attenzione per controlli sanitari sempre più esaustivi a essere in vantaggio in termini di qualità di prodotto rispetto al resto del Sud America. L’agricoltura, grazie all’applicazione di nuove tecnologie e all’introduzione di nuove specie ortofrutticole, costituisce una delle aree più importanti dell’economia cilena e grazie anche a un rilevante afflusso di capitali esteri, il settore si sta rapidamente allontanando dal modello di agricoltura tradizionale, sostenuto peraltro da agevolazioni e programmi di sostegno governativi.
Non mancano tuttavia delle criticità, opportunamente evidenziate nel report di ICE-Agenzia “Cile: il settore delle macchine agricole” a cura dell’Ufficio ICE di Santiago e rappresentate in primis dalla produttività, ancora a livelli inadeguati a causa soprattutto del costo della manodopera elevato, che risente della concorrenza salariale del settore minerario, dalla carenza di manodopera specializzata e dalla necessità di investimenti per aumentare la resa e la qualità di terreni e colture.
LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA CHIAVE DI VOLTA PER INCREMENTARE IL LIVELLO DI COMPETITIVITÀ DEL SETTORE PRIMARIO
E proprio la meccanizzazione agricola, abbinata all’introduzione di nuove varietà più idonee ad integrarsi in processi produttivi largamente automatizzati, rappresenta una chiave di volta per superare queste criticità e migliorare, grazie anche a un aumento degli investimenti in tecnologia, la competitività del settore agricolo cileno.
Sempre secondo il report di Agenzia ICE, in Cile il settore agricolo dipende fortemente dall’uso di macchinari, che rappresentano una parte significativa dei costi di produzione, incidendo sul 16% nel settore frutticolo e orticolo e addirittura sul 28% in quello cerealicolo.
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UNA DOMANDA SODDISFATTA IN LARGA PARTE DALLE IMPORTAZIONI
La domanda di macchinari viene principalmente soddisfatta dalle importazioni, dal momento che in generale le aziende produttrici locali si specializzano in poche linee, importando sia la componentistica, sia le altre linee necessarie ad allargare la propria offerta. In generale, le macchine agricole di origine estera commercializzate nel paese rispondono ai seguenti parametri: macchinari inesistenti in Cile; macchine di alto livello tecnologico; macchine competitive nella relazione qualità/prezzo, provenienti principalmente da Cina e altri paesi asiatici.
PAESE D’ORIGINE E MARCA TRA I FATTORI CHE INFLUENZANO MAGGIORMENTE GLI ACQUISTI
Tra i fattori che incidono sulla decisione d’acquisto il paese di origine del prodotto riveste un’importanza fondamentale nella scelta del fornitore, poiché i clienti cileni associano i diversi paesi a determinati livelli di qualità e prezzo. Un altro fattore rilevante è la marca poiché il potenziale acquirente tende a preferire marchi già conosciuti sul mercato locale, di cui ha potuto valutare pro e contro, gamma di prezzi e qualità del servizio di assistenza post-vendita.
A tal proposito poter contare su un servizio di ricambi e riparazione prossimo al luogo di utilizzo dell’impianto costituisce un elemento cruciale per la decisione di acquisto. In genere, il cliente si avvale delle garanzie del produttore nella sua totalità durante la loro vigenza, mentre, scaduta la garanzia, confronterà i servizi di riparazione locali con quelli della ditta distributrice.
Per finire, il cliente, dopo aver analizzato l’insieme degli aspetti precedentemente citati e dopo aver ristretto il numero di alternative, deciderà il suo investimento puntando a due obiettivi: ottenere il miglior prezzo ed evitare, possibilmente, di indebitarsi con le banche o le aziende di leasing. Il fattore finanziamento sarà fondamentale per concludere l’affare, poiché l’acquirente proverà a farsi finanziare dallo stesso fornitore.
IN CRESCITA LA PRESENZA DEI GRANDI DISTRIBUTORI, A FRONTE DI UN RIDIMENSIONAMENTO DELLE AZIENDE IMPORTATRICI
Il report di Agenzia ICE fornisce ragguagli anche in merito ai canali distributivi. I macchinari agricoli vengono commercializzati principalmente attraverso i seguenti canali: produttore – utente finale; produttore – rappresentante – utente finale; produttore – importatore (o rappresentante) – (distributore) – utente finale.
Gli importatori, a loro volta si dividono in due grandi gruppi: aziende distributrici specializzate (come Dercomaq, Sargent Agricola) e grandi distributori agricoli (come Tattersall e Copeval). Negli ultimi anni i dati indicano un ridimensionamento delle aziende importatrici specializzate. Viceversa, i grandi distributori hanno aumentato la propria presenza, importando direttamente marche che prima commercializzavano solamente e offrendo alla clientela finale un servizio sempre più personalizzato.
ITALIA-CILE: UN FLUSSO COMMERCIALE INTENSO A DISPETTO DELLE DISTANZE
Come rimarcato dall’Osservatorio economico infoMercatiEsteri, Italia e il Cile sono due Paesi geograficamente lontani ma vicini per la condivisione dei valori democratici e dello Stato di diritto, la sintonia sui temi in cima all’agenda internazionale, nonché per l’ampia collaborazione che li vede uniti sul piano politico, culturale ed economico. Relazioni di amicizia peraltro amplificate dalla presenza in Cile di un’ampia collettività di origine italiana, ad oggi parte integrante della società cilena.
Nel 2023 l’interscambio commerciale tra i due paesi è stato pari a 2,03 miliardi di euro, registrando esportazioni per 1,28 miliardi (+5,3% rispetto all’anno precedente) e importazioni per 756 milioni (+10,9%). Dal punto di vista merceologico, circa il 43,56% del nostro export è costituito da meccanica e componentistica industriale.
L’ITALIA TRA I PRINCIPALI FORNITORI DI MACCHINARI AGRICOLI
Venendo alla dimensione delle importazioni di macchine agricole in Cile, per quanto riguarda in particolare i trattori, sulla base dei dati forniti da Unidad de Análisis Estadísticos y Económicos, Servicio Nacional de Aduanas, Estadísticas COMEX, nel 2022 l’import ha raggiunto il valore record di 824,7 milioni di dollari, per un totale di 15.581 unità, per poi subire un forte ridimensionamento l’anno successivo scendendo a quota 382,4 milioni di dollari (5.417 unità). Per il 2024 ci si attende una ripresa confermata dal fatto che a fine settembre le importazioni di trattori avevano raggiunto il valore di 318,7 milioni di dollari.
Significativo il contributo dell’import dall’Italia che nel 2022 ha superato il valore di 31,3 milioni di dollari per poi scendere nel 2023 a 13,6 milioni di dollari. A fine settembre 2024 il valore complessivo dell’import italiano di trattori sfiorava i 22,2 milioni di dollari.
Sul fronte delle macchine agricole, nel 2023 l’Italia ha esportato in Cile macchinari per un valore di 158 milioni di euro (Fonte: Elaborazioni FederUnacoma su dai Istat), confermandosi uno dei principali fornitori del paese, grazie alla presenza sul mercato di numerosi marchi molti dei quali da diversi anni, a testimonianza della solidità e della reputazione del “made in Italy” in questo settore.
Nonostante le dimensioni contenute del mercato cileno e l’elevata concorrenza internazionale, si intravedono dunque interessanti opportunità per le aziende italiane produttrici di macchinari agricoli.
Opportunità che emergono anche nelle analisi di mercato a cura di SACE, a cominciare dal Rapporto Export 2023 “Il futuro è adesso. Insieme”, in cui si fa presente in modo generico come riuscire a presidiare di più mercati non semplici quali quelli andini (insieme al Cile viene preso in considerazione il Perù) possa garantire ritorni a breve ma anche a medio termine, dal momento che queste geografie sono destinate ad avere un ruolo centrale nello scenario latino-americano dei prossimi anni.
Da citare infine, più dettagliato in proposito, l’articolo “Esportare macchinari agricoli in America Latina”, anch’esso firmato SACE, nel quale si evidenzia il valore aggiunto rappresentato dal livello di innovazione tecnologica delle aziende italiane, particolarmente in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità come quello latinoamericano.
© Barbara Mengozzi
Fonte immagini: Copeval (Case IH), Dercomaq (Landini), Sargent Agricola Deutz-Fahr), Tattersall.