Il recupero delle terre marginali, una sfida per la meccanizzazione agricola

Eventi 02/10/2024 -
Il recupero delle terre marginali, una sfida per la meccanizzazione agricola

Entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi di persone, causando una crescita esponenziale della domanda di derrate alimentari. Per soddisfare tale fabbisogno è necessario non solo incrementare le rese dei terreni destinati ad attività agricola, ma occorre anche metterne a coltivazione di nuovi.

 

NEI PROSSIMI TRENT’ANNI LA SUPERFICIE COLTIVATA DOVRÀ INCREMENTARE DI 590 MILIONI DI ETTARI PER SODDISFARE I FABBISOGNI ALIMENTARE DI UNA POPOLAZIONE MONDIALE CHE RAGGIUNGERÀ I 10 MILIARDI DI ABITANTI

Secondo le stime del World Resources Institute, nei prossimi 30 anni dovranno essere messi a produzione altri 590 milioni di ettari, i quali si andranno ad aggiungere agli 1,6 miliardi di ettari attualmente coltivati; ciò significa che da qui al 2050 la SAU globale dovrà crescere del 37%. È una sfida estremamente impegnativa, non solo per la grande estensione dei terreni che devono entrare nel ciclo produttivo, ma anche perché molti di quelli attualmente in uso sono soggetti a degrado e rischiano pertanto di uscirne.

 

“TERRITORI SCONFINATI, PICCOLI PODERI E ORTI URBANI: TUTTE LE TECNOLOGIE PER ‘MACRO’ E ‘MICRO’ AGRICOLTURE”, IL CONVEGNO ORGANIZZATO DA FEDERUNACOMA NEL CONTESTO DEGLI EVENTI DI DIVINAZIONE EXPO 24

Il tema, di grande rilievo per la sicurezza alimentare di miliardi di persone, è stato discusso nel corso del convegno “Territori sconfinati, piccoli poderi e orti urbani: tutte le tecnologie per ‘macro’ e ‘micro’ agricolture”, organizzato da FederUnacoma e svoltosi questa mattina sull’isola siracusana di Ortigia nel contesto degli eventi dell’”Expo Divinazione”.

Il 33% della superficie coltivata mondiale – è stato spiegato all’apertura dei lavori – è in condizioni di degrado moderato (8%) o elevato (25%) a causa della salinizzazione dei suoli, della perdita di sostanza organica, della desertificazione. Per fermare e invertire questo processo non ci si può affidare unicamente all’iniziativa degli imprenditori agricoli, ma è essenziale che i decisori pubblici sviluppino con urgenza adeguate politiche di sostegno.

 

NECESSARIO IL RECUPERO DEI TERRENI SOGGETTI A DEGRADO, PER IL QUALE OCCORRONO PERÒ STRUMENTI DI INCENTIVAZIONE PUBBLICA

«Il problema interessa anche l’Italia. Il recupero delle terre marginali, soggette a degrado – ha detto il presidente CIA dell’Emilia Romagna Stefano Francia – è fondamentale non soltanto a fini agricoli, ma anche per garantire la sicurezza idrogeologica dei nostri territori e per incentivare il turismo nelle aree rurali, che rappresenta una ulteriore, importante fonte di reddito per gli agricoltori».

D’altro canto, è proprio la remuneratività delle attività agricola, condizionata da un gran numero di variabili, che finisce per disincentivare gli investimenti, anche nelle aree marginali. «Per questo è necessario prevedere strumenti di incentivazione pubblica che – ha aggiunto Francia – sostengano l’agricoltura nelle aree a rischio, territori nei quali sono richiesti macchinari specifici, altamente specializzati».

 

DALLO SVILUPPO DI TECNOLOGIE AGRICOLE ALL’AVANGUARDIA E DALL’APPLICAZIONE DI METODI COLTURALI INNOVATIVI COME IDROPONICHE E AEROPONICA UNA PRIMA RISPOSTA AL PROBLEMA

Mietitrebbia autolivellante

Dalle attrezzature per la minima lavorazione che preservano la sostanza organica dei terreni, alle mietitrebbiatrici autolivellanti capaci di lavorare su pendenze molto pronunciate, sino alle flotte di droni in grado di operare su terrazzamenti altrimenti inaccessibili, le industrie agromeccaniche italiane vantano una gamma di tecnologie estremamente diversificata, che si adatta anche alle esigenze di un’agricoltura “estrema”.

Vendemmiatrice che consente la raccolta meccanica dell’uva fino al 75% di pendenze ripide e su terrazzamenti stretti

«Progettare e realizzare mezzi meccanici che possano operare in condizioni così impegnative – ha spiegato il responsabile dell’Ufficio Tecnico FederUnacoma Davide Gnesini – è una grande sfida costruttiva che le nostre industrie stanno vincendo grazie alla loro capacità di innovare e sviluppare soluzioni all’avanguardia, personalizzandole secondo le specifiche esigenze dei territori». «Droni, robot, applicazioni digitali evolute, ma non solo. La nuova frontiera – ha proseguito Gnesini – è quella rappresentata dalla meccanizzazione per le colture idroponiche ed aeroponiche».

Progetto Agriponic – Inaugurazione in Tunisia della serra pilota aeroponica

Proprio di questo ha parlato Emilia Arrabito, direttore SVI.MED, presentando i risultati di un progetto relativo alla coltivazione di pomodori che ha interessato la Sicilia e la Tunisia. Sia l’idroponica sia l’aeroponica sono coltivazioni fuori suolo nell’ambiente protetto di una serra – ha spiegato Emilia Arrabito nel corso del suo intervento – ma mentre nel primo caso la pianta riceve le sostanze nutritive per irrigazione, nel secondo le riceve per nebulizzazione.

«Entrambi i metodi possono essere considerati come una possibile soluzione al problema della riduzione della fertilità del suolo e alla necessità di ottimizzare l’uso delle risorse, poiché – ha concluso il direttore dello Svimed – oltre a ridurre il consumo di terreno, queste particolari tipologie di coltivazione ci hanno permesso anche di tagliare del 35% i consumi di acqua nonché l’impiego di fertilizzanti e di trattamenti fitosanitari»

 

Fonte: FederUnacoma